Continua il ciclo di interviste “neroverdi” in occasione di questa sosta forzata causata dall’emergenza sanitaria del Covid-19. Questa volta lunga chiacchierata tra il prof. Giuseppe Urbano e il Presidente del Bitonto Calcio, Francesco Rossiello: seduti idealmente ad un “Bar dello Sport” virtuale, come la situazione impone, i nostri due interlocutori hanno scambiato idee ed impressioni non solo su quel che è stata e potrebbe ancora essere la stagione in stand-by degli amati leoncelli neroverdi ma anche e soprattutto sui disagi e gli sviluppi “bitontini” che questa tremenda pandemia ha innescato.
Ciao Francesco. Come state tu e i tuoi cari?
Ciao prof.! Ringraziando il cielo, stiamo tutti bene…
A proposito di famiglia, le attività del gruppo aziendale facente capo alla famiglia Rossiello stanno procedendo regolarmente o questa emergenza fuori dall’ordinario vi ha frenati molto?
Le nostre aziende hanno avuto una brusca frenata in quanto sono al servizio di attività produttive di vario genere; ma è proprio in queste circostanze che elaboriamo nuove idee di mercato e si va avanti.
Da bitontino e tifoso del Bitonto, come ti sembra la nostra città ai tempi della “grande epidemia”? Tante difficoltà, talvolta anche per mettere qualcosa a tavola, ma anche tantissima solidarietà…
Sì, hai ragione, le difficoltà sono tantissime, ma dalle sabbie mobili delle difficoltà emergono storie di straordinaria solidarietà e sensibilità. Sono sotto gli occhi di tutti.
Aiutare il prossimo in condizioni critiche, appunto: da parte del Bitonto Calcio è stata già avviata qualche iniziativa o è in cantiere qualcosa per provare a dare una piccola grande mano ai nostri concittadini più svantaggiati? Magari questa chiacchierata pubblica può diventare un traino eccezionale…
Io sono dell’avviso che tutto quello che si può fare lo si deve fare senza la necessità di metterlo in evidenza. Però, se devo proprio dirtelo, nei prossimi giorni il Bitonto Calcio metterà a disposizione delle famiglie più bisognose un banco alimentare giornaliero di beni di prima necessità. Seguiranno a breve, ovviamente, tutte le indicazioni in merito…
La squadra di calcio della città, un tuo grande amore ormai da anni. Come stai vivendo questa separazione forzata dai ragazzi? Calciatori, staff tecnico, dirigenti o collaboratori a vario titolo che possano essere, sappiamo che i rapporti con i componenti dell’altra tua famiglia – quella sportiva – solitamente non sono mai solo professionali, anzi, tendi a stringere legami molto stretti con gli uomini che ti circondano. Con che frequenza vi sentite?
Con i dirigenti ho contatti telefonici quotidiani per aggiornarci e scambiare opinioni su quello che stiamo vivendo. Con tutti gli altri mi sento un po’ meno ma ci pensa mio padre a tenere la squadra su di morale! È in costante contatto con i ragazzi, molto più di me, infatti tutti loro hanno un rapporto speciale con lui e di questo ne sono molto molto felice… La sensazione è comunque sempre la stessa, per me: c’è un carico d’affetto pronto per essere scaricato in qualsiasi momento, la voglia di tornare ad abbracciarsi è davvero tanta.
Proviamo quantomeno ad avvicinarci un po’ al “campo”, non potendo tornarci su per chissà ancora quanto… Come hai lasciato il gruppo dopo il pareggio casalingo contro il Brindisi? Eri preoccupato dopo le tre partite consecutive senza vittorie o fiducioso per un prosieguo di cammino sempre davanti al resto del plotone?
Nell’ultimo periodo, cioè nelle ultime tre partite disputate, abbiamo tirato un po’ il fiato, sì, ma soltanto per prepararci al meglio in vista del rush finale che, ne sono sicuro, anche grazie al sostegno dei nostri tifosi, sarà strabiliante. Non ho detto ‘sarebbe stato’, attenzione, ho detto ‘sarà’…!
Quindi, secondo te, si riuscirà a tornare in campo per disputare le ultime otto giornate in calendario?
Ho già espresso in precedenza la mia opinione sull’argomento e la ribadisco: bisogna tornare a giocare – certamente solo quando le possibilità di contagio saranno pari a zero – senza partite infrasettimanali, poiché noi saremmo disposti a giocare anche nei mesi estivi, facendo slittare l’inizio della prossima stagione, se necessario. Le restanti otto giornate in calendario, in un modo o nell’altro, vanno disputate.
In caso di impossibilità oggettive, come dovrebbe comportarsi il “palazzo”? Annullare del tutto la stagione potrebbe rivelarsi mossa fallimentare, ad ogni livello…
Annullare un Campionato, quando si sono disputati regolarmente i due terzi delle partite, la trovo un’assurdità. Gli organi federali dovrebbero quindi considerare, in caso di oggettiva impossibilità nel proseguire ogni attività agonistica dovuta ad una causa di forza maggiore (come lo è questa pandemia, evidentemente), ritenere conclusa ogni contesa al 1° marzo, domenica in cui si è giocata l’ultima giornata di Serie D. Mi auguro che la LND faccia di tutto per permetterci di concludere ‘sul campo’ il Campionato, sia chiaro, altrimenti dovrebbe diramare ufficialmente ogni verdetto alla succitata data: promozione diretta in C per tutte le squadre al primo posto e delle migliori necessarie fra le nove seconde, senza disputare i playoff. Anche le retrocessioni in Eccellenza verrebbero così stabilite a classifica ‘congelata’, abolendo i playout.
Nell’ultimo mese hai avuto modo di scambiare pareri, sensazioni e idee con altri presidenti di squadre inserite nello stesso girone del Bitonto? Siete stati contattati da rappresentanti della LND?
No, non ho sentito nessuno. Ogni Presidente poi coltiva il proprio orticello, quindi, quello che penso io ‘potrebbe’ non andar bene ai miei omologhi di Foggia, Cerignola, Sorrento e viceversa… Lasciamo che siano i più alti in grado a decidere e quando lo faranno ci contatteranno per comunicarci ogni decisione.
Tra le fila neroverdi ci sono degli stranieri, famiglie al seguito anche. Sono rimasti in Italia o sono andati via?
Dei nostri giocatori stranieri, solo Foufoué è tornato in patria (Francia, ndr), gli altri tre sono rimasti in Italia, anche perché due di loro vivono stabilmente qui con le loro famiglie; Montaldi vive a Monopoli e Merkaj a Perugia, mentre Biason è rimasto a Bitonto. Lui torna in Argentina tutti gli anni, una volta finita la stagione.
Come pensi di gestire il delicato nodo-rimborsi? Immaginiamo bene come non si possano attuare nelle serie minori le stesse misure dei massimi campionati europei, dove circolano stipendi milionari…
Per quanto concerne i rimborsi, sono sempre per il rispetto delle regole. Tutti i calciatori e gli uomini dello Staff tecnico conoscono bene il mio pensiero: per il periodo successivo a marzo (mese per il quale ho rispettato ogni impegno, nonostante non sia ‘maturato’ per intero, a livello di prestazioni sportive) aspettiamo che ci vengano date dalla Federazione delle disposizioni ufficiali. Nel frattempo, il sostentamento non è mancato a nessuno, com’è giusto che sia.
Dovessi selezionare l’istantanea neroverde più “libidinosa” (per usare un’espressione licenziosa tanto cara a mister Ventura) della stagione fin qui andata in scena, su quale momento cadrebbe la tua scelta?
Sono tutte belle le istantanee riconducibili al momento in cui la squadra al completo va a prendersi il meritato tributo dei nostri calorosi tifosi, sotto la tribuna. Alla fine facciamo tutto ciò solo per rendere felici i sostenitori del Bitonto.
E il giorno in cui sei tornato a casa più preoccupato, deluso o triste?
Delusione e tristezza mi pervadono solo quando mi accorgo di non riuscire a trasmettere alla piazza bitontina il mio entusiasmo e la voglia di emergere. Non sono quindi dei sentimenti che ho potuto ricondurre alle prestazioni sul campo, quest’anno. La squadra merita solo applausi e gioia, per quanto fatto fin qui!
Chiudiamo rispondendo a mister Taurino, se lo merita. In una recente intervista gentilmente concessaci, ha consigliato alla Bitonto sportiva (testuali parole): “tenetevi ben stretto Francesco Rossiello e la sua straordinaria famiglia”. Con la speranza di lasciarci il prima possibile alle spalle questo maledettissimo virus, ed a prescindere dalla categoria, cosa diciamo a lui ed a tutti i tifosi bitontini?
Con mister Taurino ho un gran bel rapporto, sincero e leale. Sono sicuro di poter costruire con lui un percorso che porterà il Bitonto Calcio a giocare su palcoscenici sino ad ora inimmaginabili…