Derby storico in Eccellenza Bitonto-Omnia, minuto 55.
La difesa ospite – convenzione da calendario – rinvia con oculatezza, l’enfant du pays Patierno, centrattacco moderno di altra e più alta categoria, in grado di far reparto e manovra insieme, s’abbassa fino a centrocampo, addomestica col petto il pallone, si gira repentino, scorge il portiere avverso sulla trequarti e mira all’incrocio lontanissimo.
Il giovane Addario affretta il passo all’indietro, rincula precipite verso la sua “casa” e smanaccia disperato il cuoio, che ballonzola beffardo sulla traversa e muore sul fondo.
Insomma, è come se, un attimo prima dell’ultima pennellata, alla Gioconda avessero inferto uno sbrego in diagonale: un capolavoro memorabile sì, ma inutile. Immaginabile la rabbia del Leonardo di turno. Stupore, rammarico e sollievo – ne siamo o no la culla? – sugli spalti, a seconda dell’appartenenza. Ma il devastante Kikko non ha concluso ancora la sua opera.
Corre al piccolo trotto verso l’area neroverde e punta il goalkeeper. Le cui sentinelle lo guatano sospettose, tanto alta è stata la tensione in settimana. Il nove biancoarancio avanza e allunga un “cinque” di ammirazione al portierino, che ricambia col guantone aperto.
Scena emblematica di una stracittadina appassionante, pirotecnica e coinvolgente.
Dunque. Il meriggio domenicale di fine estate, che non vuol finire, sfoggiava ancora caldo che imperlava d’umido un po’ tutte le cose e gradini di tribune stracolmi di tifosi. Quasi duemila presenze per una gara di Eccellenza non è frequente registrarle, anzi. In programma Bitonto calcio contro Omnia Bitonto – già, il nome è proprio questo. Grinta contro talento, folgore contro luce, sciabola contro fioretto.
Mister Zinfollino si affida alla regia equanime anche se un po’ opaca dell’eterno Nicola Desantis assistito dal buon Giangaspero, Costantino all’energia onnicomprensiva di Diagne e Caprioli.
La voglia belluina di Manzari e il mestiere fegatoso del cavallo di ritorno (dopo vent’anni) Moscelli fanno da contraltare all’arsenale tremendo degli avversari: l’estro imprevedibile di Fumai, la corsa dribblante di Turitto, il genio inafferrabile di Loiodice e la scaltrezza che non perdona del già citato Patierno.
Sul prato incastonato in un “Città degli ulivi” pieno come un uovo, si parte e l’Omnia griffa il doppio vantaggio: prima, al 37′, il dieci fredda Addario su assist dell’ex Onny, servito da un gentil regalo della sbadata retroguardia bitontina. Colpevole pure di farsi sorprendere al 50′ dalla serpentina esiziale di Loiodice, abbattuto in area. Dal dischetto Kikko raddoppia.
I Leoncelli, che già si erano visti annullare un punto quasi inspiegabilmente dal signor Vittoria di Taranto- che s’impegnerà a fondo nel non mantener fede al cognome -, feriti nell’orgoglio reagiscono veementi. E artigliano il pareggio con due conclusioni dagli undici metri dell’intramontabile Moscelli: scavettino e botta radente. Poi, il maledetto cartellino rosso. Con lui, anzitempo negli spogliatoi anche Patierno per proteste.
Venti minuti di superiorità numerica non bastano alla squadra del presidente Rossiello per avere ragione di un caparbio Bitonto. Segnerà Lacarra, ma per par condicio la giacchetta azzurra non convaliderà per presunto fuorigioco.
Al triplice fischio, restano la sensazione bella di una festa della città e la fiduciosa speranza di ammirare un cammino esaltante da parte di entrambe le compagini – diversissime per elementi e caratteristiche- nel prosieguo della Premier League pugliese.