Non poteva essere più diabolico il sorteggio del calendario del Campionato di Eccellenza pugliese.
Prendete appunto, appassionati della sfera magica di cuoio e non di cristallo: prima giornata, 10 settembre, stadio “Città degli Ulivi”, Us Bitonto-Omnia.
Sì, proprio così. Ed è subito derby.
E, su quell’erba, che, dopo l’improvvida arsura estiva, ha ripreso il colore smeraldino sarà un turbinio di storie che si incroceranno. Quella con la S maiuscola, che pare prenda le mosse dal 1921 – ma ci sono studiosi che suggeriscono, documenti alla mano, di andare ancora più indietro con la gloria-, la parentesi del munifico benefattore argentino Miguel Ventafridda, il parente di Luisito Monti, colosso della Juventus, che diede il nome alla società, gli epici racconti di Michele D’Acciò e le furibonde sfide sullo sterrato della Guglie.
La catena d’emozioni neroverdi: Lillino Chiddo, mano nella mano del papà, a bordo campo che s’incantava a contemplare quel predatore statuario che non aveva paura di nessuno. E poi divenne egli stesso stilosa ala, Lillino, col mediano infaticabile Tonino Di Gioia intramontabile e l’inafferrabile Michele Pierro u sguizz.
E – proseguendo codesta memoriale, ergo fallace carrellata di uomini e gesta, per cui già chiedo venia a chi non sarà citato, non l’avrò fatto con malevolo intento – gli anni a cavallo fra i Sessanta e i Settanta con il famoso squadrone che tremare il mondo faceva: dal portiere Di Mundo a Ciccio Labianca, passando per le bandiere Pinuccio De Michele, Mariolino Licinio, Alberto Perrini, Tonino Sblendorio: quanti enfants du pays…
La stella Franco Chimenti, che spaccava le traverse. Il giocoliere folle Nicola Rubini.
L’imberbe Cesarino Vitale, sedici anni e dieci gol in IV Serie (e, dopo, caterve di reti fra C e B) e il cugino Giovanni in lacrime sugli spalti, quando segnò il punto salvezza che valse una stagione, poi pure lui leoncello, come il savio Nicola.
E di seguito l’altro Bitonto dei bitontini- Pinuccio e Nicola Lovero portieri (e “i guanti o a tutti o a nessuno“, secondo la distorta democrazia del patron Toscano), Tommaso Pastoressa, Salvatore Ercole, Luigi Marrone, Amedeo Savoni, Paolo Catucci, il compianto Nanuccio Naglieri, Mimmo Del Re -, di nuovo l’Interregionale con Cardinale e Cannone ed un giovanissimo Pizzulli Massimo, prototipo raro di pedatore cerebromunito. La serie D della prima decade del 2000, con la Lega Pro sfiorata dalla corazzata guidata dal sergente di ferro Giacomo Zunico.
Seguirono anni bui, dopo la drammatica retrocessione del play out col Pisticci e il triste balletto dell’assegno che mai arrivò in Federazione.
Così, il purgatorio preso ab ovo, dalla polvere della terza categoria, fino alla risalita e al triplete con mister Muzio Di Venere.
Lo scorso anno, i play off persi con l’Altamura per un crossone sbagliato, al culmine di una stagione esaltante griffata Sgrona-De Candia con la piacevole nota rosa della presidentessa Tina Aluisio.
Il torneo che il sodalizio neroverde s’appresta ad affrontare appare un sentiero disseminato di incognite, le garanzie sono Ciccio Noviello, Vincenzo Cariello, Emanuele Santoruvo e Francesco Morgese: loro ci sono sempre stati, anche quando il mare era in tempesta.
Mercato con idee doverosamente chiare ed un solo comandamento: fare di necessità virtù. In panca, Gino Zinfollino, uno che sa lavorare bene con i giovani e gestire le vecchie volpi. Il suo secondo: Nico Roselli, talento che ha solo globuli neri e verdi. Staremo a vedere.
Ma rechiamoci dall’altra parte del Tifris e godiamoci l’invincibile armata nomata Omnia Bitonto. Altro tipo di vicende, eppur non meno blasonate.
Solo 9 anni di vita, ma che vita!
Categorie infime, certo, per partire, ma perché altra era la finalità che si poneva la neonata creatura dell’allora solo giovane commercialista Domenico Nacci: dare ai bitontini una casa dove poter sbizzarrirsi, una volta fuori dai giochi per motivi anagrafici. Il nome latino, per soprammercato, doveva coniugare le più diverse discipline: golf, rugby, futsal, con un occhio al sociale. Bel progetto.
I ragazzi sono seri. Con continuità. Si pongono da sempre degli obiettivi e si impegnano per artigliarli, se non ce la fanno, pazienza, si riparte l’anno seguente.
Ad un certo punto, s’avvicina col sorriso e la determinazione di chi sa dove vuole arrivare un imprenditore illuminato e – incredibile dictu– bitontino: Francesco Rossiello.
Invertiamo per una volta i termini del frusto paragone: è come se a Valentino Rossi venisse dato un Ciao e non una moto gp. Ovvio, che comincerà a scalpitar per poter disputare i gran premi.
La sventurata annata con Piero Tullo in panchina, allenatore lungiveggente e misurato, e le cavalcate trionfali con l’inossidabile Benny Costantino a pilotare un crogiuolo di campioni indiscussi da sogno.
Si va in sollucchero per Gigi Anaclerio, già stato galletto in serie A, e Alfredo Tenzone, Massimo Fumai e Peppe Lacarra. Gli omniani sfiorano la Coppa Puglia contro il Fasano e, stravincendo la Promozione, si issano fino all’Eccellenza.
E si prosegue sulla medesima falsariga: piano cristallino a cura di Francesco Mancazzo, Leonardo Rubini ed Enzo Pasculli, campagna acquisti mirata con assi presi un po’ ovunque (Campanella, Patierno, Loiodice, Logrieco: quanta luce…), traguardo insigne da tagliare senza pronunciarlo, ché non si sa mai.
Dunque. Fra due domeniche, sostenitori di Us Bitonto e Omnia, sappiate essere all’altezza del prestigio delle due squadre che si affronteranno.
E lasciamo tutti al prato la facoltà inappellabile di emettere la sentenza secolare, come fa ogni volta Eupalla quando ventidue uomini in mutande inseguono un pallone in ogni parte del mondo…