Continua senza sosta l’intensa attività rivolta al mondo del sociale da parte dell’Atletico Bitonto calcio a 5.
Il sodalizio di futsal cittadino, infatti, è tornato in campo con l’ennesima iniziativa che mira ad abbracciare lo sport agli aspetti più umani e sociali del vivere quotidiano. In particolare è stato avviato un progetto – l’ennesimo – di collaborazione con la Cooperativa Auxilium. Come? Con una serie di incontri che si terranno ogni martedì, dalle 15 alle 17, fino a metà giugno (il primo appuntamento si è tenuto già martedì scorso, 20 marzo), presso il campo sportivo “Mario Licinio”, in via Togliatti, con una decina di ragazzi, tra i 18 e i 26 anni, tutti africani, beneficiari del servizio SPRAR, rivolto a proteggere richiedenti asilo e rifugiati politici, e giunti a Bitonto da pochi mesi.
A volere fortemente l’attuazione di questo progetto, Rossella Avellis e Doriana Saltarelli, due operatrici della Cooperativa Auxilium.
«Abbiamo pensato ad un’idea di natura sportiva – hanno spiegato le due operatrici sociali – per offrire ai nostri ragazzi dell’Auxilium la possibilità di implementare, al pomeriggio, le loro attività quotidiane, che già prevedono dei corsi di lingua italiana al mattino. E niente come lo sport, il calcio a 5, può essere elemento aggregante, di integrazione e di svago: infatti così consentiamo loro la possibilità di esprimersi con un’attività sportiva pomeridiana e favorire uno sfogo fisico ma anche aiutarli a costruire una vita sociale e l’opportunità di creare relazioni sociali al di fuori della nostra cooperativa».
A raccogliere questa proposta, ancora una volta, l’Auxilium ha trovato il direttore generale dell’Atletico Bitonto, Giuseppe Urbano, che subito ha reso il terreno fertile per avviare l’ennesima collaborazione.
«Non è né la prima né sarà l’ultima volta che, con un’associazione con cui collaboro ormai da anni seppur rappresentando società diverse, porto avanti progetti di natura sportiva – ha spiegato Urbano –. Oggi partiamo con questo percorso e non ci poniamo limiti, non escludiamo un futuro inserimento nei nostri organici di potenziali ragazzi di valore. Ad oggi non vi è certezza ma tutto può accadere. Come ci insegna l’esperienza che abbiamo già avuto con Oumar Traorè, ora capitano della neonata Juniores, oppure il progetto “Futsal a scuola”, che è stato il viatico per la nascita proprio della formazione “Primavera”».
Proprio la storia del giovane Oumar è la pietra miliare della collaborazione tra Auxilium e Atletico Bitonto: grazie a questa bellissima storia di integrazione attraverso lo sport, la società neroverde di futsal ha partecipato alla seconda edizione della “Festa dei Popoli”, in Piazza Cattedrale, per portare la propria esperienza ed il proprio contributo. Ed ancora, l’Atletico Bitonto ha partecipato anche alla terza edizione del “Trofeo Sprar”, che ha visto sfidarsi una delegazione di dirigenti contro una formazione di ragazzi sotto la cura della cooperativa sociale.
Questo ennesimo progetto avviato – che terminerà a metà giugno con un incontro finale al quale parteciperanno in maniera compatta, staff dirigenziale, staff tecnico e giocatori dell’Atletico Bitonto – è condotto sul campo dall’unico calciatore di colore, Jean Modeste Kouman, proprio nell’ottica dell’integrazione anche linguistica.
«Nel primo allenamento ho spiegato il progetto ai ragazzi e cosa avremmo dovuto fare nelle prossime settimane – ha illustrato Kouman –. Ho introdotto alcune regole del calcio a 5, anche perché in Africa è uno sport poco conosciuto, proprio per stimolare subito conoscenze legate a norme disciplinari e aspetti tattici e tecnici. Qualche ragazzo ha dimostrato di avere già dimestichezza col calcio, altri meno, dunque lavoreremo per livellare il valore di tutti i ragazzi».
«Nelle prossime settimane faremo un lavoro soprattutto umano – ha concluso il giovane calciatore ivoriano – per far capire loro cosa significa prima di tutto fare sport, insegnare loro il valore del rispetto delle regole, della condivisione, del gruppo, della squadra, l’importanza di ciascun ruolo in campo: si gioca tutti insieme, con un unico pallone, passando la palla anche al compagno magari meno bravo. Agonismo sì ma fino ad un certo punto».