La prima data da ricordare è stata domenica 31 gennaio.
Il dì, in cui, la Polisportiva ha vinto sulla rivale più pericolosa del Campionato – e fin lì in testa alla Classifica – il Femminile Molfetta con un eloquente 4-0 in trasferta.
Il pomeriggio in cui una città intera ha capito che era possibile centrare il bersaglio grosso, grossissimo, della serie A. La domenica in cui Mariagiovanna Tempesta e compagne hanno fatto capire alle rivali che facevano davvero sul serio.
Il racconto dell’incredibile stagione della squadra neroverde parte da qui. Dalla terza giornata del girone di ritorno e dei primi goal di una certa Joana Azevedo, arrivata all’ombra dell’olivo soltanto qualche giorno prima. E che ha fatto a vedere che si può essere cecchine implacabili anche a 38 anni.
Il film, però, deve partire dal trailer. Una lunga estate con il semaforo verde a inizio agosto, quando il futsal femminile ha conosciuto, per la prima volta, la serie A2. Subito, allora, il patron Silvano Intini ha chinato la testa e si è messo a pedalare per cambiare faccia alla dirigenza (ecco, allora, Francesco Solito, Costanza Squeo, Giuseppe Colaianni, Domenico Perrini, Giovanni Montanaro, Dalila Cariello, e la conferma di Matteo Caracciolo, Aldo Pilone e del presidente onorario Maria Toscano), panchina (subito è stato ingaggiato uno dei migliori sulla piazza in materia di futsal femminile, e quindi Michele Pannarale), roster. Qui, però, va fatto un discorso diverso perché la filosofia è stata creare un gruppo di giocatrici italiane e, per la prima volta, straniere.
Ecco, allora, Grecia Fontela (il primo acquisto dell’anno) dal Perù, Brenda Moreira dal Brasile, Nancy Loth dall’Olanda. Le confermate Mariagiovanna Tempesta, che diventa capitano, Sabrina Papappicco (ma presto andrà via, così come Barbara Minafra), Giovanna Buono e Alessandra Mazzaro. Le facce di ritorno, leggasi la grumese Valeria Valenzano, e Angela Pantaleo (inizialmente anche Annamaria Antonino) e gli arrivi di Filomena Othmani, Marfil Errico (classe 2002), Claudia Sirna, Silvia Iacobone.
L’esordio, il 18 ottobre, il dì dei Santi Medici, è da urlo. Sette reti (a zero) rifilate al Grottaglie. La prima di una lunghissima serie di goleade. La domenica successiva, a Marigliano di Napoli, arriva il primo acuto esterno, battendo il Napoli per 17-2.
L’altra ancora, il 1°novembre, c’è lo storico derby d’andata con il Molfetta, un pareggio 4-4 all’ultimo respiro. Sarà l’unico pareggio (finora) delle leoncelle. Da quella domenica, poi, il Dream Team neroverde inizia la sua corsa forsennata senza freni, fatta di ben 14 vittorie consecutive (record nazionale in serie A2) e di altre 14 gare senza sconfitte, altro primato nazionale. Nonostante il percorso roboante, la società neroverde decide di rinforzarsi ancora e mette a segno, tra gli altri, i colpi di Gabriella Tardelli, già portiere della nazionale italiana di futsal e Joana Azevedo, il pivot incubo per le avversarie. Qualcuna va via, tra cui anche Cristina Caciorgna e Alba Diaz, giunte a novembre.
Ed è proprio la portoghese a regalare il successo spartiacque della Stagione, a Molfetta, il 31 gennaio, mentre il 28 febbraio arriva la prima clamorosa sconfitta. Contro il Taranto per 2-1 dopo una contesa incredibile e sfortunata per le leoncelle. E che ha interrotto la striscia di vittorie e gare consecutive.
Corsa alla serie A compromessa? Niente affatto, perché poi le neroverdi mettono in fila altre cinque vittorie consecutive e, il 28 marzo, la domenica delle Palme, può fare festa dopo aver battuto il Rionero in Lucania per 5-2.
A fine Campionato, allora, i numeri dicono che la matricola Bitonto ha totalizzato 67 punti su 69, frutto di 22 vittorie, 1 pareggio e 1 sconfitta. Ha il capocannoniere, Brenda Moreira, con 51 reti. Ha il miglior attacco di tutta la serie A2 con 183 reti messe a segno e la miglior difesa con appena 22 marcature incassate.
Serie A conquistata per la prima volta nella storia.
A inizio maggio, allora, la seconda data di ricordare. C’è stato il dessert della Final Eight di Coppa Italia dove le leoncelle hanno surclassato la concorrenza. Dapprima rifilando quattro reti al Fondi (venerdì 30 aprile), poi sei al Padova (sabato 1° maggio) e quindi tre nella finalissima contro il Verona (domenica 2 maggio) portando il trofeo nella città dell’olio e del sollievo.
Una stagione magica diventata indimenticabile.