La parola stretching è di origine anglosassone e significa stiramento, allungamento.
Questo termine è di frequente utilizzo nel mondo dello sport, ma non sempre se ne comprendono la reale importanza e la corretta applicazione.
Negli anni lo stretching è stato oggetto di numerosi studi, spesso tra loro contrastanti, intorno ai quali sono state sviluppate molteplici teorie e tecniche. Le principali sono: stretching statico,dinamico ed isometrico.
Occorre prestare attenzione alla modalità corretta di esecuzione dello stretching per non incorrere in traumi e infortuni. Essa consiste in un allungamento rilassato e prolungato, con l’attenzione concentrata sui muscoli da coinvolgere, evitando continui molleggiamenti o allungamenti eccessivi oltre la soglia del dolore.
Uno degli obiettivi dello stretching è quello di ridurre la tensione muscolare, motivo per cuiregolarità e rilassamento risultano fondamentali. L’allungamento deve essere fatto fino al punto in cui si avverte una tensione moderata, quasi piacevole, mantenendo la posizione dai 15’’ ai 30’’ , tempo necessario a far si che i recettori inviino il segnale al sistema nervoso. I muscoli sono infatti protetti da un meccanismo, detto riflesso miotatico, composto da organi propriocettivi: fusi neuromuscolari e organi miotendinei del Golgi. Se il muscolo viene stirato eccessivamente i fusi stimolano la contrazione per impedire un ulteriore e dannoso allungamento. Gli organi del Golgi, invece, reagiscono ad un eccesso di tensione producendo un’inibizione della contrazione e relativo rilasciamento muscolare.
All’azione prettamente meccanica è bene associare una respirazione lenta, ritmica e controllata. Si inizia con una profonda inspirazione prima di effettuare l’allungamento e quindi si espira raggiungendo la posizione desiderata.
Allo scopo di ottenere una maggiore flessibilità, è indicato eseguire correttamente gli esercizi perpochi minuti e più volte al giorno. Se invece sono eseguiti solo in occasione degli allenamenti, serviranno come mantenimento della capacità di allungamento muscolare. I veri progressi si avranno comunque solo dopo un periodo di lavoro costante.
Il dubbio che affligge gli sportivi riguarda il momento in cui eseguire l’allungamento.
Diversi autori hanno evidenziato come effettuare lo stretching a caldo, quindi dopo un breveriscaldamento, sia più indicato. Praticarlo a freddo e soprattutto in maniera non corretta è pericoloso poiché si rischia di estendere il raggio d’azione di problemi già esistenti nel complesso muscolare interessato.
È preferibile, inoltre, scegliere luoghi che consentano un esecuzione tranquilla ed al riparo da fonti dirette di aria fredda e di umidità. Dotarsi di un confortevole materassino è utile a contrastare la rigidità delle superfici d’appoggio.
In merito agli esercizi da svolgere è importante tenere in considerazione il tipo di attività praticata. E’ preferibile eseguire esercizi semplici e che interessino i distretti muscolari più sollecitati.
Qualche decade fa Bob Anderson, uno dei più importanti studiosi ad occuparsi dello stretching, ci lasciava questo pensiero, più che mai attuale, rivolto a tutti coloro che si approcciavano a questa metodologia: «Lo stretching va eseguito con cautela e buon senso. Non ci sono obiettivi da raggiungere, né limiti da superare, né standard da seguire. E’ importante che le persone capiscano che ciascuno di loro è un individuo a sé, con i propri limiti e le proprie potenzialità. Tutto quel che devono fare è dare il meglio di sé, niente di più».