Lo stretching è l’insieme di attività eseguite per migliorare la flessibilità. Più prosaicamente, promuove la capacità di flettersi, piegarsi e ruotare dando maggiore ampiezza al movimento nella sua componente tridimensionale. Gli obiettivi più conosciuti dello stretching sono quelli legati a: miglioramento delle performance, prevenzione degli infortuni e diminuzione dei dolori muscolari post-allenamento (DOMS).
Il fatto di considerare lo stretching un valore aggiunto al riscaldamento preparatorio del gesto atletico è stato contraddetto, con le dovute distinzioni, da numerosi studi.
Per quanto concerne le prestazioni di salto, sprint, forza e resistenza sono stati riscontrati deipeggioramenti, che variano dai 3 ai 7 punti percentuali, sui parametri fondamentali di valutazione.
Gli ultimi studi di revisione mettono in forte discussione anche la proprietà preventiva degli infortuni attribuita allo stretching effettuato prima del gesto atletico. Infatti, nessuna differenza statistica è stata riscontrata fra i professionisti che lo eseguono e quelli che lo evitano.
Addirittura alcuni studiosi sostengono che la maggiore tolleranza del muscolo allo stiramento, conferita dallo stretching pre-riscaldamento, porti l’atleta a raggiungere ampiezze estreme con poco dolore e quindi con un rischio di infortunio muscolare aumentato.
Notizie negative arrivano anche dal fronte della coordinazione, pare infatti che eccessivi allungamenti pregiudichino il normale avvicendamento dei gruppi agonisti ed antagonisti durante il movimento a causa di un sovraccarico di impulsi sui recettori neuromuscolari dei fasci interessati.
Le attività sportive che effettivamente risentono di un beneficio constatabile ed effettivo sono quelle che richiedono una grossa componente di mobilità articolare (ad esempio la ginnastica artistica).
Quindi occorre precisare che lo stretching eseguito durante le operazioni di warm-up non è completamente scorretto, esistono alcuni esercizi, talvolta messi al bando, che risultano vantaggiosi. Si tratta dello stretching balistico costituito da molleggi e slanci in cui la muscolatura viene allungata e contratta in brevissimo tempo. Esempio classico è quello dello slancio della gamba in avanti: il rapido allungamento dei muscoli posteriori della coscia stimola una risposta protettiva, riflessa, che pone il muscolo nella condizione di accorciarsi al massimo delle sue possibilità. Slanci e molleggi producono una contrazione riflessa, involontaria (riflesso da stiramento) che si somma a quella volontaria. Il meccanismo di contrazione riflesso è un bonus di forza gratuito, dal punto di vista delle energie nervose, che aggiunge potenza al gesto.
Parlando invece dello stretching post allenamento è stato provato che eseguito costantemente e per lunghi periodi può migliorare la capacità delle strutture muscolo-tendinee di tollerare i carichi e, dunque, promuovere la propria resistenza agli infortuni.
In definitiva alla luce degli studi revisionati, è bene rivedere il momento in cui produrre allungamenti muscolari e adeguarli al tipo di prestazione sportiva che si intende eseguire. Come al solito, in medio stat virtus.