Cosa vuol dire idratarsi? Se guardiamo al senso stretto della parola, significa ripristinare il normale contenuto di acqua nell’organismo. E come sappiamo quanta acqua dobbiamo consumare quotidianamente per mantenere costante questa quantità? Solitamente ci viene detto di berne almeno 2 litri al giorno, però non sempre è sufficiente.
Si deve tener conto che il 70% circa del nostro corpo è fatto di acqua, quindi il fabbisogno giornaliero dipende dalla massa corporea di ognuno di noi. A questo bisogna aggiungere lo stile di vita: uno sportivo di certo dovrà bere molto di più rispetto ad una persona che conduce uno stile di vita sedentario. In realtà ci sono due modalità di calcolo del fabbisogno minimo giornaliero di acqua: in un caso si moltiplica il peso corporeo per 0,03 per cui una persona di 60 kg deve bere 1,8 litri di acqua al giorno. Nell’altro si considera 1 ml di acqua per ogni kcal prodotta dall’alimentazione; in questo caso però dovremmo essere a conoscenza dell’esatto apporto calorico della nostra dieta. Sicuramente il primo metodo è più semplice ed immediato. Una volta stabilita qual è la quantità minima giornaliera di acqua che dobbiamo bere, sorge un altro problema altrettanto importante: quale acqua bere. Perché tutte le acque non sono uguali fra loro!
Sentiamo parlare di residuo fisso, di contenuto di sodio, di pH, insomma di tutta una serie di parametri che magari, per i non addetti ai lavori, non hanno un significato chiaro. Un’ “acqua buona” deve avere un contenuto totale di sali non troppo alto (per intenderci il residuo fisso che si legge in etichetta) per non appesantire i reni e per assicurare una corretta idratazione; deve avere un basso contenuto di sodio per non interferire con i livelli di pressione sanguigna; deve avere un pH alcalino per rispettare la nostra fisiologia. La scelta, dunque, deve essere attenta e consapevole perché il benessere inizia dall’acqua!
Scegliere non è semplice anche perché spesso le informazioni date sono frammentarie o comunque poco chiare ma la Medical Division, azienda bitontina leader nel settore con oltre trent’anni di esperienza alle spalle, offre chiarezza e professionalità a riguardo. Sicuramente installare un dispositivo domestico è la strada migliore per ottenere un prodotto ottimale “a km 0” e “fresco di giornata”, ma lo è anche per ridurre sensibilmente il consumo di plastica monouso e, di conseguenza anche l’immissione di CO2 in atmosfera. Per produrre una singola bottiglia di plastica, si sprecano circa 700 ml di acqua, quasi la metà! Per ogni kg di PET prodotto, che equivale a circa 25 bottiglia da 1,5 litri, vengono rilasciati in atmosfera addirittura 2,3 kg di anidride carbonica (Paul Mc Rande, “The green guide in state of world 2004”, Edizioni Ambiente Milano 2004). Se poi si considera l’inquinamento prodotto dal trasporto su ruote dell’acqua in bottiglia, si può solo immaginare quanto grande sia il danno che arrechiamo all’ambiente. Dobbiamo quindi orientarci verso una scelta consapevole ed ecosostenitrice, volta cioè a rispettare in toto l’ambiente in cui viviamo. Ambiente è ciò che ci circonda, ma ricordiamoci che ambiente è anche il nostro corpo!