La mia passione per tutto
l’“universo cibo” risale alla mia infanzia.
Sono cresciuta grazie alle
donne di casa: le nonne Lina – Angela, di cui porto orgogliosamente il nome – e
Porzia, e mia madre, in mezzo ai profumi del ragù, delle focacce, dei
sassanelli, delle cartellate, del calzone e dei taralli fatti in casa.
A sedici anni ho
cominciato a cucinare da “sola”. Piccole cose, ma molto gustose. Sedici anni fa
– appena ventenne – ho perso mia madre e
la cucina è diventata anche e soprattutto un dovere quotidiano a servizio della
casa e della famiglia.
La passione per questa
arte cresceva sempre più, così come il desiderio e la volontà di migliorare e di
conoscerne i segreti. Con il tempo ho affinato questa mia propensione per il
cibo indirizzando il mio interesse verso i dolci. Pur apprezzando anche il
salato, il mondo della pasticceria e dei dessert mi entusiasma e mi sprona a trovare
sempre nuove ricette e nuovi connubi tra i gusti e i vari ingredienti.
In questi anni ho cercato
di tenermi sempre informata grazie ai vari programmi televisivi e ai libri
dedicati all’arte culinaria, e non solo: alla Città del Gusto del Gambero Rosso
di Roma ho partecipato ad un corso full immersion di cucina dedicato ai primi
di pesce…un’esperienza fantastica.
Tre anni fa mi sono
imbattuta nel bellissimo film “Julie
& Julia“, la cui trama è incentrata su una ragazza dei nostri giorni con
la passione per la cucina e la scrittura e una famosa cuoca degli anni Cinquanta.La ragazza decide di unire le sue due passioni prendendo come riferimento il
libro di ricette della cuoca tanto stimata da lei, e di cucinare 524 piatti in
365 giorni; il tutto descritto nei minimi dettagli in un blog che la ragazza
mette su e che in poco tempo diventa un successo editoriale.
Di qui l’illuminazione. Perchè
non intraprendere un’esperienza simile?
Ho pensato, così, di
proporre alla redazione del “da Bitonto” la mia idea: prendere come punto di
riferimento il mio chef “preferito”ed il suo libro di ricette, eseguirle per
voi e descriverne ogni passo, dalla spesa agli strumenti da usare, dalla
cottura all’impiattamento, dai profumi al modo di apparecchiare la mensa, descrivendone
tutte le emozioni, le sensazioni e le difficoltà che una singola pietanza, nel
mentre la si cucina, può provocare.
Dimenticavo di dirvi il
nome del mio diciamo così “alter ego”: il grande Gualtiero Marchesi.
Lo so, impresa ardua, ma
con la consapevolezza che nello stesso tempo sarà questa un’avventura
costellata da piccole grandi piacevoli sorprese e innumerevoli soddisfazioni…da
vivere insieme a voi.