Le lesioni muscolari sono piuttosto frequenti in tutte le discipline sportive, avendo un’incidenza del 10-30% di tutti i traumi da sport.
Si distinguono lesioni acute, che possono essere determinate da un Trauma Diretto, più frequente negli sport di contatto (pallacanestro, calcio, rugby) o da un Trauma Indiretto, più frequente negli sport individuali (tennis, atletica leggera) e lesioni croniche post-traumatiche, dovute per lo più ad errori terapeutici o cattiva riabilitazione.
Nel trauma diretto, l’agente che produce la lesione è esterno, generalmente un urto violento; tale trauma determina la lesione di un numero di fibre muscolari tanto maggiore quanto più forte è il trauma e quanto meno è contratto il muscolo. I segni clinici sono: dolore nella sede dell’impatto, tumefazione locale seguita dopo qualche giorno da un’ecchimosi, che può arrivare fino ad un ematoma diffuso e conseguente limitazione funzionale.
Nel trauma indiretto è l’atleta stesso che provoca la lesione, che può esser dovuta a una contrazione troppo rapida del muscolo proveniente da una fase di completo rilasciamento, oppure da un allungamento eccessivo o da un sovraccarico di lavoro.
Fanno parte delle lesioni muscolari da trauma indiretto:
Contrattura: alterazione diffusa del tono muscolare con eccessivo irrigidimento che provoca dolore a distanza dall’attività sportiva e si localizza con difficoltà.
Stiramento: elongazione delle fibre muscolari in assenza di una vera lesione anatomica, provoca un dolore immediato e vivo, che tende ad aumentare in maniera progressiva.
Strappo o distrazione muscolare: lesione caratterizzata da una discontinuità delle fibre muscolari, senza interruzione del tessuto connettivale, che si può accompagnare a lesione di strutture vascolari con conseguente ecchimosi o ematoma.
La distrazione è caratterizzata dall’insorgenza di un dolore acuto, che l’atleta sa individuare bene in un preciso punto del muscolo (a differenza della contrattura e dello stiramento) e che gli impedisce di continuare l’attività. Più esteso è il danno muscolare, maggiore è la sintomatologia.
Rottura muscolare: interruzione totale o parziale di un muscolo per azione di un corpo contundente che colpisce il muscolo mentre questo è contratto o per una brusca contrazione.
Molto comune in tutti gli sportivi durante lo svolgimento di attività fisica è il crampo, contrazione involontaria, spastica e dolorosa di alcuni muscoli. Frequenti soprattutto di notte sono dovuti ad una particolare posizione, alla compressione di un’arteria o di un nervo, a causa della presenza di acido lattico.
Infine, si annoverano i cosiddetti DOMS, dolori muscolari a insorgenza ritardata, caratterizzati da un dolore infiammatorio diffuso, presente anche a riposo, che sorge diverse ore dopo l’attività sportiva, che è accompagnato da rigidità muscolare, da limitazione dell’escursione articolare dell’articolazione adiacente al muscolo interessato, da dolore alla contrazione isometrica e da miglioramento della sintomatologia con lo stretching. Il DOMS è la condizione clinica che tutt’oggi è erroneamente indicata come dolore da acido lattico, si tratta invece di microlesioni muscolari che l’attività fisica può comportare in soggetti inattivi, l’acido lattico è smaltito dall’organismo nel giro di poche ore dal termine dell’attività, non è dunque per nulla responsabile di questa condizione.
Le lesioni muscolari croniche post-traumatiche si distinguono in: falda liquida (presenza di liquido infiammatorio), fibrosi post traumatica (cicatrice che si forma nel muscolo, poco elastica e poco scorrevole), cisti siero-ematica (falda liquida nel muscolo con ematoma incapsulato da tessuto fibroso), calcificazioni muscolari (dopositi di sali di calcio nel muscolo), miosite ossificante (formazione di tessuto osseo nel muscolo).
Diversi fattori contribuiscono all’insorgenza di lesioni muscolari: carenza di allenamento, affaticamento muscolare, squilibrio tra muscoli agonisti ed antagonisti, età, situazioni climatiche (freddo), situazioni ambientali (terreno di gioco inidoneo).
Ogni sport prevede l’utilizzazione di gruppi muscolari e strutture articolari preferenziali, con conseguente eccessiva sollecitazione funzionale di tali strutture che con il tempo portano all’usura e al deterioramento delle stesse, favorendo la comparsa del dolore.
Durante il periodo della crescita, il bambino e l’adolescente dovrebbero praticare attività sportive che possano aiutarli a sviluppare tutta la loro struttura muscolo-scheletrica in maniera globale e armonica, evitando gli sport che richiedono un carico muscolare e articolare eccessivo, preferendo tutte le attività fisiche che ricercano l’elasticità e l’agilità, piuttosto che quelle che richiedono una forza muscolare intensa.
In età adulta e in quella avanzata si dovrebbero privilegiare gli esercizi di elasticità e di mobilità, eseguiti con dolcezza e progressività, che richiedono la partecipazione globale del corpo.
Non esiste uno sport senza inconvenienti: tutti i praticanti delle varie attività fisiche presentano problemi muscolari, articolari, tendinei e capsulo-legamentosi, che condizionano e limitano la loro performance atletica.
È fondamentale quindi un approccio cosciente e responsabile allo sport, per evitare o quantomeno ridurre la possibilità di incorrere in spiacevoli inconvenienti.