Sono tempi duri, per i professionisti di oggi. Nati e cresciuti nell’illusione di benessere degli anni ’90, si ritrovano oggi, nel nuovo millennio, a vagare terrorizzati nella selva oscura del mondo del lavoro, alla ricerca del loro punto fermo, dell’angolo di paradiso che i genitori avevano loro prospettato. Quello in cui invece coraggiosamente si muovono, è una giungla oscura, piena di strani personaggi, trappole e antri bui. È una giungla piena di contrasti, in cui regna l’incertezza e la confusione. Il giovane professionista si trova a dover abbattere muri di ignoranza, a nuotare in paludi di pratiche e documenti burocratici, a scalare montagne di pregiudizi, tutto questo, spesso e volentieri, per un ridottissima ricompensa.
Il professionista arrivista impara a sopravvivere, integrandosi alla giungla e alle sue regole. Egli è disposto a qualsiasi compromesso pur di affermarsi, e spesso da vittima si trasforma in carnefice. L’arrivista, svaluta il proprio lavoro e conseguentemente quello dei propri colleghi, sgomita e si fa spazio usando come arma spietata la concorrenza sleale.
Il professionista idealista, invece, pur avendo investito tempo e fatica per la propria preparazione, si sente smarrito nella giungla, che appare ai suoi occhi lontana anni luce dall’idea utopica che si era costruito. Egli, nel 2015, vive uno stato di disillusione continua, vede con i propri occhi la disfatta dei valori nei quali ha sempre creduto.
L’idealista più debole abbandona il ruolo di libero professionista dedicandosi a qualsiasi lavoro immediatamente reperibile, seppur meno qualificato.
L’idealista più coraggioso, invece, cerca in tutti i modi di far sentire la propria voce, e si reinventa, camminando sulla sottile linea della legalità, difendendosi come può dai soprusi e gli inganni della giungla. L’idealista, pur consapevole che i cerchi infernali saranno sempre nove, confida nel monte dell’ascesa e guarda alle stelle, ripetendosi che è “l’amor che move il sole e l altre stelle”.