Il Parkinson è una malattia neurodegenerativa, ad evoluzione lenta ma progressiva, che coinvolge, principalmente, alcune funzioni quali il controllo dei movimenti e dell’equilibrio. È stata descritta per la prima volta nel 1817 da James Parkinson, un medico britannico che pubblicò un saggio su ciò che lui chiamava la “paralisi agitante”.
Il morbo di Parkinson è
cronico, cioè che persiste per un lungo periodo di tempo,
progressivo, ossia si aggrava con il tempo.
· Non è contagioso.
Epidemiologia
Dopo il morbo di Alzheimer, quella di Parkinson è la malattia neurologica degenerativa più diffusa. Colpisce soprattutto l’età adulta (70-80%), mentre si manifesta raramente prima dei 40 anni. E’ stato stimato che l’età media d’insorgenza della malattia è di circa 60 anni e questo significa che la maggior parte delle persone a rischio è rappresentata dalla fascia di età compresa tra i 50 e i 70 anni. Per quanto riguarda l’incidenza, è stato osservato che il morbo di Parkinson colpisce in maniera uguale maschi e femmine.
Quali sono le cause della malattia di Parkinson?
Le cause non sono ancora note. Sembra che vi siano molteplici elementi che concorrono al suo sviluppo. Questi fattori sono principalmente:
Genetici: alcune mutazioni note sono associate alla malattia di Parkinson. Si stima che i familiari di persone affette da malattia di Parkinson presentino, rispetto alla popolazione generale, un rischio di sviluppare la patologia lievemente superiore.
Fattori tossici, esposizione lavorativa: il rischio di malattia aumenta con l’esposizione a tossine quali alcuni pesticidi o idrocarburi-solventi e in alcune professioni che espongono i lavoratori a metalli pesanti (ferro, zinco, rame).
I principali sintomi motori della malattia di Parkinson
I sintomi del morbo di Parkinson spesso si manifestano inizialmente in una sola metà del corpo (sinistra o destra), ma con il tempo questi si estendono a entrambi i lati (anche se spesso i sintomi sono meno gravi in una parte rispetto all’altra).
I quattro principali sintomi comunque sono:
1.Tremore. Potrebbe colpire il pollice e l’indice, spesso inizialmente solo in una mano, sebbene a volte un piede o la bocca siano le prime parti colpite. È molto evidente quando la mano è ferma o la persona si trova sotto stress. Il tremore di solito scompare durante il sonno o migliora con movimenti intenzionali.
2.Rigidità. La rigidità, o resistenza al movimento, colpisce la maggior parte delle persone con il morbo di Parkinson. I muscoli rimangono costantemente tesi e contratti, cosicché la persone avverte dolore o si sente irrigidita e debole.
3. Bradicinesia . La bradicinesia, o lentezza dei movimenti, è particolarmente frustrante perchè può rendere delle semplici azioni alquanto difficili. La persona non riesce ad eseguire rapidamente movimenti quotidiani, le attività che prima eseguiva rapidamente e facilmente, potrebbero richiedere tempi molto più lunghi.
4.Instabilità di posizione. L’instabilità di posizione,o equilibrio indebolito, causa ai pazienti un alto rischio di caduta. Le persone affette potrebbero anche sviluppare una posizione curva nella quale la testa è chinata e le spalle sono calate.
Altri sintomi potrebbero accompagnare il morbo di Parkinson:
· Depressione:
Alcune persone con il morbo di Parkinson diventano paurosi e insicuri, probabilmente per paura di non riuscire a far fronte alla nuova situazione. Rinunciano a viaggiare, andare alle feste, o socializzare con gli amici. Alcuni perdono motivazione e diventano dipendenti dai loro familiari, altri possono diventare irritabili o pessimisti.
Difficoltà nell’inghiottire e nel masticare.
Cambiamenti nel linguaggio. Circa la metà di tutti i pazienti hanno problemi di linguaggio. Potrebbero parlare troppo piano o in tono monotono, esitare prima di parlare, pronunciare in modo confuso o ripetere le parole, parlare troppo velocememte
Problemi urinari o di stitichezza.
Problemi alla pelle. Con il morbo di Parkinson è comune per la pelle del viso diventare grassa, specialmente sulla fronte e sul naso
Disturbi del sonno. Difficoltà a mantenere il sonno di notte, sonno agitato, incubi e sogni emotivi, sonnolenza o improvviso sonno durante il giorno.
Demenza o altri problemi cognitivi. Alcune persone, ma non tutte, con il morbo di Parkinson potrebbero sviluppare problemi di memoria e pensiero lento. In alcuni di questi casi i problemi cognitivi si aggravano portando ad una condizione chiamata demenza di Parkinson nel tardo corso della malattia. Questa demenza potrebbe colpire la memoria, la capacità di giudizio sociale, linguaggio, ragionamento o altre abilità mentali.
Ipotensione ortostatica. L’ipotensione ortostatica è un improvviso calo della pressione sanguigna quando una persona si alza in piedi da una posizione distesa causando vertigini e, in casi estremi, perdita di equilibrio o svenimento.
Crampi ai muscoli e distonia. La rigidità e la mancanza del normale movimento associate al morbo di Parkinson spesso causano crampi ai muscoli, soprattutto alle gambe e alle dita dei piedi.
Dolore. Molte persone con il morbo di Parkinson sviluppano dolore ai muscoli e alle articolazioni a causa della rigidità e posizioni anormali spesso associate alla malattia
Stanchezza e perdita di energia. Le insolite esigenze di vita con il morbo di Parkinson spesso portano a problemi di stanchezza, soprattutto verso la fine della giornata.
Disfunzione sessuale. Il morbo di Parkinson spesso causa disfunzioni erettili a causa dei suoi effetti sui segnali dei nervi dal cervello o a causa di una scarsa circolazione del sangue. La depressione relativa al morbo di Parkinson o l’uso di antidepressivi potrebbe anche causare un ridotto impulso sessuale e altri problemi, peraltro spesso curabili.
Prognosi
Il morbo di Parkinson non è una malattia mortale di per sé, ma peggiora con il tempo. L’aspettativa di vita media di un paziente con il morbo di Parkinson è generalmente la stessa di una persona che non ha la malattia, tuttavia negli ultimi stadi il morbo di Parkinson potrebbe causare complicazioni come asfissia, polmonite e cadute che possono portare alla morte.
Cura e terapia
Molti pazienti affetti da forme lievi non hanno bisogno di cure per diversi anni dopo la diagnosi iniziale; quando i sintomi si aggravano i medici di solito prescrivono inizialmente la levodopa (L-dopa), che aiuta a ristabilire gli equilibri di dopamina nel cervello.
A volte vengono prescritti anche altri farmaci che hanno effetto sui livelli di dopamina nel cervello.
Cari lettori spero di avervi fornito una panoramica completa sul Morbo di Parkinson, tuttavia sono a vostra completa disposizione scrivetemi su rubriche@dabitonto.com