Nell’immaginario collettivo i muscoli rappresentano il nucleo dell’attività fisica tuttavia, le nostre ossa sono indispensabili per praticare sport.
Esse, infatti, devono essere forti e salde per essere efficaci durante gli sforzi sportivi e farci evitare infortuni o piccoli incidenti che possono causare gravi lesioni.
La diversa quantità di movimento prodotta da un individuo ha effetti diversi sull’organismo. Un deficit prolungato ed eccessivo di attività fisica si ripercuote negativamente su tutta la persona.
Tali effetti sono differenti riguardo a qualità e quantità a seconda dell’età del soggetto. Possiamo infatti parlare di effetti che favoriscono lo sviluppo delle
principali funzioni organiche in età evolutiva, gli altri che facilitano la conservazione dell’efficienza fisico motoria nell’età adulta e di altri ancora che aiutano a prevenire e a ritardare il processo di invecchiamento nella tarda età adulta e nell’età anziana.
Un movimento equilibrato ha benefici inconfutabili per tutto l’apparato scheletrico.
Le sollecitazioni dovuto all’esercizio fisico stimolano la deposizione di fibre collagene e sali minerali ed inoltre favoriscono la circolazione sanguigna garantendo nutrizione e rifornimento di calcio all’osso.
Il calcio è un minerale fondamentale per la salute delle ossa in generale e per il loro rimodellamento e la maggior parte di esso è contenuto nelle nostre ossa. Ma questo minerale svolge anche importanti funzioni di controllo della contrazione muscolare e della trasmissione nervosa.
Si è visto quindi che una persona che pratica regolarmente attività fisica ha ossa più dense e forti rispetto ad un sedentario.
Vi è infatti uno sviluppo sia in larghezza, grazie alle trazioni dei muscoli sulle ossa, che in lunghezza favorita da un aumento di produzione di cellule ossee a livello epifisario.
Sappiamo poi che l’esercizio fisico è responsabile della produzione di GH (ormone della crescita), del Paratormone e della Calcitonina, tutti ormoni che partecipano attivamente alla rigenerazione del tessuto osseo, al suo allungamento e a garantire una miglior efficienza del metabolismo del calcio e del fosforo.
Il maggior problema dell’eccesivo sovraccarico osseo determinato da un’attività fisica troppo intensa è che può indurre degli stati infiammatori o addirittura dei veri e propri danni alle strutture ossee e cartilaginee difficili poi da curare.
Le patologie che colpiscono frequentemente l’apparato osteoarticolare possono essere dovute a cause endogene come osteoporosi, artrite reumatoide, osteoartrosi ad atteggiamenti viziati come paramorfismi e dismorfismi o a cause esterne come fratture, distorsioni e lussazioni.
L’attività fisica va pianificata in base allo stato di salute dell’individuo e quindi alle patologie di cui è affetto. Generalmente la popolazione di età avanzata è più soggetta a presentare manifestazioni cliniche a livello osteo-articolare come l’osteoporosi. Nella prescrizione di attività fisica per questa categoria è importante la creare una stimolazione meccanica dinamica, sufficiente ad ottenere un miglioramento della mineralizzazione ossea.
La letteratura più recente tuttavia, riconosce come miglior stimolo possibile la forza muscolare trasmessa tramite i tendini al tessuto osseo durante la contrazione (sono adatti esercizi isotonici a carico naturale o con pesi leggeri e a resistenza elastica).
Risultano particolarmente indicate per il soggetto osteoporotico tutte le attività eseguite a carico naturale in cui il peso corporeo grava sulle ossa. Infatti il peso del corpo unito alla forza di gravità stimola positivamente la calcificazione con conseguente aumento della densità ossea. Pertanto le attività fisiche da preferire sono: la camminata, la marcia e ilballo.
Considerevole può essere l’utilità di attività non antigravitarie come ciclismo e nuoto in cui il carico sulle ossa è inferiore e risultano dunque meno indicati ma pur sempre utili.