Torna sulla scena lo scrittore torinese che nel 2008 ha
conquistato tutti con “La solitudine dei numeri primi”. Oggi con un romanzo
breve in cui protagonista indiscussa è la vita familiare di una giovane
famiglia italiana, l’autore è pronto a
regalarci ancora emozioni e riflessioni profonde su una storia d’amore
malinconica.
Da leggere tutto d’un fiato, magari anche sotto
l’ombrellone: marito e moglie e figlio
piccolo sono protagonisti di un matrimonio apparentemente felice, che finisce
per entrare in crisi dopo l’abbandono per malattia di una vecchia donna delle
pulizie che è in realtà la colonna portante dell’intero nucleo. Senza di lei,
la passione e il calore umano si trasformano in solitudine e abbandono.
La voce narrante di questa storia è un giovane
professore universitario, un fisico, sposato da qualche anno con Nora,
un’arredatrice d’interni e padre di un bambino, Emanuele. La storia parte con
il racconto della difficile gravidanza di Nora per raccontare l’ingresso in
questa giovane famiglia borghese della signora A., un’anziana governante. La
signora A. resterà in famiglia anche dopo la nascita del bambino e per tutti
gli anni della sua infanzia, partecipando come un testimone silenzioso eppure
autorevole, al menage familiare.
Utilizzando un linguaggio sofisticato e intimo,
Giordano sembra soffermarsi su particolari superficiali, ma li utilizza per
mostrare i mondi interiori dei personaggi, le loro dinamiche, la paura, povertà
umana.