Dopo nove mesi finalmente il gran giorno è arrivato, il bimbo
è nato e tutti sono felici. La neomamma ha raggiunto il sogno di stringere tra
le braccia la piccola vita che ha portato in grembo per nove lunghi mesi ed è
pronta a tornare a casa e cominciare la sua vita daccapo. Ma spesso quella
sensazione di felicità che l’aveva accompagnata sin dall’inizio improvvisamente
scompare, lasciando il posto a pensieri più cupi.
Oltre Il 70%delle madri vive il cosiddetto “baby blues” (“blues” significa
malinconia), caratterizzata da un’indefinibile sensazione di malinconia,
tristezza, irritabilità e inquietudine, che raggiunge il picco 3-4 giorni dopo
il parto e tende a svanire nel giro di pochi giorni, generalmente entro i primi
10-15 giorni dal parto. La sua insorgenza è dovuta principalmente al drastico
cambiamento ormonale nelle ore successive al parto (crollo degli estrogeni e
del progesterone) e alla spossatezza fisica e mentale dovuta al travaglio e al
parto.
Nel
10-18 per cento dei casi, invece, la donna può andare incontro alla vera e
propria “depressione post partum”, uno stato depressivo che si manifesta
in media nelle prime quattro settimane dopo il parto e che può
compromettere la salute della donna e del neonato, anche seriamente. Ben
più gravi e duraturi sono i sintomi della “depressione post-partum” che possono
perdurare anche per un intero anno e che comprendono:
- Indolenza
- Affaticamento
- Esaurimento
- Disperazione
- Inappetenza
- Insonnia o sonno eccessivo
- Confusione
- Pianto inconsulto
- Disinteresse per il bambino
- Paura di far male al bambino o a se stessa
- Improvvisi cambiamenti di umore
La DPP deve essere distinta anche dalla
cosiddetta psicosi post partum, detta anche psicosi puerperale, un disturbo
molto raro e più grave nelle sue manifestazioni. Le donne che ne soffrono
presentano stati di grande confusione e agitazione, gravi alterazioni
dell’umore e del comportamento, spesso allucinazioni e deliri.
Le cause:
Perché alcune donne sviluppino la depressione post
partum è ancora da chiarire, ma esistono alcuni fattori che possono agevolare
l’insorgenza del disturbo. In particolare, sarebbero più a rischio le donne
che hanno già manifestato in passato stati depressivi, quelle che hanno
avuto altri disturbi psicologici (come attacchi di panico, disturbi ossessivi
compulsivi e altre psicosi), le donne che tendono a isolarsi rifiutando l’aiuto
degli altri, quelle con disagi familiari presenti o alle spalle, le donne che non
avevano programmato la gravidanza, quelle che hanno vissuto un trauma (come la
perdita di un familiare o del lavoro) o che vivono condizioni
socioeconomiche sfavorevoli, le donne soggette a sindrome premestruale (cioè
a periodici cambiamenti di umore e disturbi come mal di testa e di pancia nei
giorni precedenti l’inizio del ciclo), quelle con un carattere ansioso e
irritabile, le donne alla loro prima gravidanza e quelle cheabusano di alcol, fumo o sostanze illegali. Naturalmente, a complicare le
cose sono anche i fisiologici cali ormonali che si manifestano subito
dopo il parto. Inoltre, si verifica un aumento dei livelli di prolattina,
un ormone che sembra avere un certo effetto protettivo nei confronti dei
sintomi depressivi.
Care lettrici, spero di aver chiarito qualche dubbio,
nel prossimo articolo approfondiremo l’argomento depressione post-partum,
affrontandolo in termini di prevenzione, conseguenze e trattamento, se
dovessero esserci perplessità, non esitate a contattarmi su
rubriche@dabitonto.com.