Di fronte ad una diagnosi di Alzheimer o di altra forma di demenza, il ricovero in una struttura residenziale è l’unica soluzione?
La risposta è assolutamente no.
«L’istituzionalizzazione non è sempre necessaria – racconta Nicola Castro, direttore della Fondazione Villa Giovanni XXIII Onlus –. Anzi, nelle prime fasi della malattia o nei casi meno gravi, è addirittura sconsigliata».
L’ideale è quindi consentire al malato di avere un servizio flessibile, in linea con i propri bisogni, che possa aiutare a rallentare il decadimento cognitivo e che possa anche dare sollievo alla famiglia.
A rispondere a queste esigenze, ci pensa il Centro diurno integrato per soggetti non autosufficienti, ospitato nel centro Alzheimer dell’ente in via Giuseppe Dossetti, 8.
Dal lunedì al sabato, la struttura di oltre 500 mq, che si affaccia su un giardino terapeutico dedicato, accoglie dalle 8 alle 18 gli utenti, anche under 64, che per il loro declino cognitivo e funzionale esprimono bisogni non adeguatamente gestibili a domicilio per l’intero arco della giornata, capaci di trarre profitto da un intervento integrato, così come definito dal rispettivo Piano assistenziale individualizzato (PAI).
In queste ore, i pazienti possono svolgere diverse attività di stimolazione/riattivazione cognitive, di stimolazione sensoriale ed emozionale, che riescono a divertirli e, al tempo stesso, a regalar loro benessere.
Con grande entusiasmo, infatti, vengono accolti ad esempio i laboratori di musicoterapia, arte terapia, aromaterapia, ortoterapia e giardinaggio. Previsto anche il servizio pasti per colazione, pranzo e merenda.
Inoltre, con esercizi di gruppo, si lavora anche sul mantenimento delle capacità motorie del malato.
A garantire l’efficienza del servizio, un’équipe di figure professionali: Direttore Sanitario, Medico specialista, Infermieri, Operatori Socio-Sanitari, Assistente sociale, Psicologo, Fisioterapisti, Educatori e Musicoterapista.
«Grazie a queste attività – spiega Castro – riusciamo a contenere i disturbi comportamentali, e gli effetti si notano anche a casa. Impegnandolo nelle ore mattutine, il malato riesce a scaricare la tensione e al rientro in famiglia è più tranquillo. Inoltre, recupera il ritmo sonno-veglia».
«A beneficiarne sono anche e soprattutto i parenti che possono recuperare spazio e ricaricarsi. Spesso, il caregiver è stressato per via del carico emotivo e fisico della situazione. Per questo cerchiamo sempre di andar loro incontro».
La dimostrazione è la politica di abbattimento dei costi per le famiglie, operata da Fondazione Villa Giovanni XXIII.
Nonostante le tariffe regionali (che prevedono un costo di 38 euro al giorno), l’ente bitontino ha deciso di offrire il servizio a soli 13 euro al giorno. Una somma che comprende anche il pranzo e la spesa di trasporto per recuperare e riaccompagnare il paziente a casa.
La procedura per richiedere il servizio per il proprio assistito è molto semplice.
È possibile contattare telefonicamente la Direzione della Residenza al numero 080.3751007, che provvederà ad organizzare una visita alla struttura e un primo colloquio conoscitivo, durante il quale verrà delineato il quadro clinico, fornite tutte le notizie utili relative alla procedura di ammissione unitamente alla carta dei servizi.