Con l’avanzare dell’età, si va incontro a una serie di problematiche fisiche e psichiche che determinano un logoramento che investe organi e funzioni del nostro corpo. Si tratta di un processo del tutto naturale e inevitabile che, tuttavia, può essere rallentato e affrontato in modo più sereno prendendosi più cura di se stessi. L’esercizio fisico fa sì che non solo questa degenerazione venga limitata, ma addirittura in alcuni casi regredisca.
La speranza di vita è connessa alla pratica del movimento: gli anziani che, anche solo sporadicamente, svolgono esercizio fisico, hanno maggiori probabilità di vivere per un tempo più lungo.
L’organo che, più di tutti beneficia della pratica dell’attività motoria è il cuore. L’anziano allenato ha un muscolo cardiaco in grado di contrarsi maggiormente, a riposo ha una frequenza cardiaca inferiore e, grazie alla superiore gittata sistolica, ha tessuti più irrorati e ossigenati.
Stretching, ginnastica respiratoria e attività cardiovascolare permettono al proprio sistema respiratorio di funzionare correttamente. Negli anziani, la sclerosi dei vasi sanguigni, la minore funzionalità dei muscoli respiratori unita alla diminuzione della mobilità costale, portano anche dopo un piccolo sforzo, ad una respirazione affannosa.
Riguardo al sistema scheletrico, con il passare del tempo, si demineralizza, divenendo molto più fragile. Una corretta tipologia di proposte motorie, con carichi moderati, ma che vanno a stimolare la funzione osteoblastica dell’osso, come ad esempio, camminare può avere un’influenza positiva in situazioni di osteoporosi, contribuendo a mantenere una più che discreta densità ossea, evitando pericolose e spesso fatali fratture.
Forza e resistenza risultano essere caratteristiche indispensabili per ritardare la perdita dell’autonomia nell’anziano. Una loro netta diminuzione può, infatti, condurre a situazioni di dipendenza nella gestione delle attività basilari della vita quotidiana, come per esempio la cura della propria persona, la deambulazione, l’alimentazione, o la gestione delle attività strumentali, quali l’uso del telefono, la preparazione dei pasti, la cura della casa.
Un corretto movimento può prevenire le modificazioni fisiologiche legate alla perdita di equilibrio che determinano una diminuzione delle abilità nella marcia.
L’attività motoria ha effetti positivi sulle funzioni cognitive, privilegiando soprattutto le prestazioni che richiedono controllo e attenzione: miglioramenti sono stati documentati in processi quali la memoria a breve termine, la capacità decisionale e la rapidità di pensiero. Un po’ di moto quotidiano contribuisce a irrorare maggiormente il nostro organo pensante ed evita l’inevitabile perdita di volume della massa cerebrale. Inoltre, l’attività motoria sembra essere un fattore protettivo o comunque positivo nella prevenzione di malattie degenerative più gravi come la demenza senile ed alterazioni dell’umore.
Diversi studi pubblicati danno indicazioni positive sull’associazione fra attività fisica e benessere psicologico: risulta evidente una influenza positiva dell’attività fisica sulla concezione di sé e sul benessere emotivo di soggetti anziani. Alcune ricerche hanno dimostrato che il regolare esercizio fisico è utile in diverse situazioni di carattere psicologico, in particolare nella diminuzione dell’ansia e della depressione sembra avere anche un effetto positivo sulla percezione di sé e delle proprie capacità e contribuire alla diminuzione della paura di cadere.
La motivazione per iniziare un programma di esercizi è influenzata positivamente dall’autoefficacia, dal supporto sociale, dalla percezione dei benefici e dall’atteggiamento attivo verso l’esercizio stesso, mentre la percezione delle barriere e dei rischi esercita un’influenza decisamente negativa. La vecchiaia non è un ostacolo all’attività motoria: durante la terza età si può praticare qualsiasi attività fisica, a patto che sia moderata e costante. E’ evidente che saranno avvantaggiati gli anziani che non hanno condotto una vita sedentaria e che non soffrono di patologie cardiovascolari o articolari. Ma anche in tal caso, sotto attento controllo medico, non vi è alcuno sport precluso.
In ogni caso è importante sottolineare che, l’attività fisica è indispensabile lungo tutto il ciclo della vita. Se l’adozione di un corretto stile di vita è auspicabile già nei primi anni della nostra vita, è tuttavia possibile anche in età adulta ed anziana modificare i propri comportamenti ed intraprendere per la prima volta la pratica di una attività motoria, trasformandosi da sedentari ad attivi.