Proseguiamo il nostro percorso per tentare di chiarire quale sarà il “quadro politico” che i bitontini dovranno “ammirare”, in vista delle elezioni amministrative che saranno celebrate fra poco più di un anno.
Abbiamo incontrato, dunque, il dottor Biagio Vaccaro, segretario del locale Partito Democratico, a cui abbiamo rivolto qualche domanda, per chiarire l’attuale panorama politico, alla luce di possibili stravolgimenti.
Il “partito della pescara” è rappresentato in consiglio comunale dall’avvocato Francesco P. Ricci, dal dottor Franco Natilla (che ricopre anche la carica di Consigliere metropolitano) e dal signor Gaetano De Palma.
Lei è del parere che bisogna necessariamente superare le divisioni all’interno del centro sinistra locale, per presentarsi uniti alle prossime elezioni amministrative? Quali sono gli, eventuali, ostacoli insormontabili? L’eventuale “riappacificazione” sarebbe compresa/condivisa dall’elettorato del Partito Democratico?
“L’unità del centrosinistra, per me e per il PD, è un obiettivo da perseguire. Se ci sono forze politiche che credono nei valori progressisti, beh queste non possono restare separate. Noi ci siamo, se si discute di valori, proposte, idee per la città. La domanda è: ‘questo è un obiettivo per tutte le forze che si riconoscono nel centrosinistra’? Qualche volta mi è capitato di leggere posizioni molto dure nei confronti del PD, nazionale e locale, degne della miglior antipolitica filogrillina. Occorre fare chiarezza anche su questo, per poi mettersi a lavorare per il futuro della città. Ho sentito qualcuno prospettare le primarie di coalizione per le amministrative del 2017. Realizzato un progetto per la città e una coalizione omogenea, penso che possa essere una valida soluzione. Del resto non dovrebbe dispiacere a chi ha fatto della ‘partecipazione’ un mantra nella scorsa campagna elettorale”.
P.D. è anche l’acronimo di “Progresso Democratico”, l’associazione politico-culturale che annovera fra le sue fila, tra gli altri, un consigliere comunale e parecchi tesserati del Partito Democratico, un assessore di questa giunta e parecchi esponenti dell’attuale maggioranza. Come valuta questa esperienza e quali interazioni ci sono fra il Suo Partito e l’Associazione?
“A Bitonto, come a Roma, si ripresentano i vecchi malanni del PD e di una certa politica. Quando si perdono i congressi politici, le minoranze, invece che dare un contributo al partito, preferiscono intraprendere altri percorsi, magari in cerca di visibilità. Quando ho vinto il congresso locale del PD nel 2013, ho teso la mano a chi lo aveva perso, e cioè a Lillino Sannicandro.
Non abbiamo mai voluto sovvertire il risultato uscito dalle amministrative che ci vede all’opposizione. Senza che sia ridata la parola ai cittadini non ci saranno inciuci di qualsiasi sorta sul piano del governo cittadino. E’ bene che qualcuno lo accetti e se ne faccia una ragione”.
Ritiene che il ruolo di “opposizione” sia stato ben interpretato dal Suo partito (fuori e dentro la sala consiliare)? Ci sono stati dei momenti in cui ha pensato che si fosse ecceduto o altri in cui non si sia andati fino in fondo?
“In questi anni abbiamo svolto un ruolo importante, di controllo sull’operato dell’Amministrazione, senza far mai mancare proposte tese agli esclusivi interessi dei cittadini. Penso alla battaglia contro l’aumento indiscriminato della tassazione locale, penso alle sollecitazioni sulla riorganizzazione scolastica e sulla sicurezza delle scuole, penso alle battaglie sulla trasparenza nella gestione della cosa pubblica che ci hanno visto anche protagonisti di segnalazioni all’autorità giudiziaria, penso al futuro dell’A.S.V., con cui chi ci governa sta un po’ improvvisando. Starà ai cittadini giudicare il nostro operato”.
Il gruppo consiliare del PD era arrivato a contare 4 membri, spostando (con l’adesione di Rutigliano, eletto in SEL), seppur in maniera minima, l’equilibrio tra le forze di maggioranza e quelle di minoranza. Può spiegarci cosa ha causato le dimissioni del consigliere Rutigliano, che hanno riportato gli equilibri numerici alla situazione di partenza? Lei che idea si è fatto?
“Il consigliere Rutigliano ha abbandonato SEL per aderire alla piattaforma programmatica del PD nazionale e quindi locale. Mi spiace che motivi personali lo abbiano indotto a lasciare il consiglio, ma lo ringrazio per il lavoro svolto”.
In relazione alla questione “presidente del consiglio comunale” può ripercorrere, con chiarezza, le tappe della vicenda e la posizione del Suo Partito? E, più in particolare, il PD ha (mai) chiesto di poter avere suoi rappresentanti in giunta, ratificando così l’entrata in maggioranza?
“Non abbiamo mai chiesto posti in giunta o chissà dove. E chi dice il contrario lo fa per creare scompiglio. Nell’estate del 2014 abbiamo presentato, alla maggioranza di governo, un documento, approvato all’unanimità dal coordinamento cittadino del partito, in cui auspicavamo percorsi condivisi in vista delle elezioni regionali. Potevamo eleggere un consigliere bitontino nell’alveo del centrosinistra? E perché no. I nostri appelli sono rimasti senza risposta. In più, ci siamo detti disponibili ad un confronto sulla situazione amministrativa locale, partendo da un programma nuovo da far realizzare da un’altrettanta nuova squadra di governo, composta dalle migliori professionalità che la città può esprimere. A quel documento non è mai stata data una risposta chiara dalla maggioranza.
Sulla presidenza del consiglio comunale il sindaco, con una lettera, ci ha chiesto un contributo. Lo ringrazio per l’attestazione di stima che con questa richiesta fa all’intero gruppo consiliare. Credo che non possiamo far altro che mettere a disposizione della città un consigliere con una comprovata esperienza amministrativa e politica, che ha garantito la sua presenza in quasi tutti i consigli comunali, che possa essere gradito quanto più è possibile all’intero consiglio comunale.
Altre soluzioni, che riguardano il PD e imposte dalla maggioranza, non ci vedranno coinvolti in nessuna maniera. Anzi, sarebbero il modo migliore per tentare di compromettere le possibilità di dialogo future”.
Il primo cittadino sembra essere tenuto in ottima considerazione sia dagli organi provinciali che da quelli regionali del Suo partito, tanto che più di un giornalista (fuori dalla poligonale) l’ha etichettato “sindaco PD”. Questa situazione, per Lei, è fonte di imbarazzo? Si è confrontato con gli organi sovracomunali del Suo partito?
“È normale, oltre che giusto, che un sindaco, di destra, di centro o di sinistra, si confronti con i livelli superiori di governo. Anzi, vorrei sapere a che punto è il confronto sulla riconversione dell’ospedale di Bitonto, che mi sembra ancora un po’ ferma. Se poi Michele Abbaticchio condivide i valori del PD esca dall’ambiguità e lo dica”.
Lei è il più giovane segretario che il PD bitontino abbia avuto. Ritiene che il coinvolgimento delle giovani generazioni, talvolta trasformate in tifoserie da stadio, faccia bene alla politica locale?
“Le nuove generazioni hanno il dovere di impegnarsi e di interessarsi alla politica, per il semplice fatto che molte decisioni che oggi vengono prese a tutti i livelli, riguardano il futuro nostro e quello dei nostri figli. Odio, allo stesso tempo, che in politica ci possa essere il ‘tifo’ per le persone e non per le idee. Ma questo non riguarda solo i giovani. Devo dire che nel 2012 ci fu un bel coinvolgimento dei giovani che in quattro anni di governo è totalmente sbiadito”.
Ci sono delle scelte che, se fosse stato al governo cittadino, avrebbe operato in maniera diversa rispetto a quanto fatto da questa Amministrazione?
“Ovviamente. Uno dei nostri cavalli di battaglia è stato quello sull’aumento della differenziata che costa milioni di euro alla casse comunali. Le percentuali, che sono misurabili, parlano chiaro. Bitonto non cresce e se non fosse stato per un emendamento dei consiglieri regionali del PD quest’anno avremmo dovuto pagare, come Comune, 500.000 euro di ecotassa. In quattro anni si poteva fare tanto e invece…”.
In più di un’occasione, membri dell’attuale maggioranza hanno tenuto ad evidenziare come la loro opera è in “netta discontinuità dalle precedenti Amministrazioni”. D’altronde il grido di battaglia dell’attuale compagine di governo, durante l’ultima campagna elettorale, era “liberiAMO Bitonto”. Ma, voi del PD, non eravate al governo cittadino con parecchi degli attuali amministratori? Si è mai dato spiegazioni sulle fughe dal Partito Democratico di alcuni esponenti e del perché si voglia (da parte di alcuni) rimuovere l’alleanza passata con il Suo partito?
“Non conosco, in particolare, le ragioni di chi fugge. So per certo che fare politica all’interno di un grande partito può essere entusiasmante e allo stesso tempo frustrante. Accettare l’idea che, alcune volte, la propria posizione non è la più condivisa richiede una forte dose di passione e senso di appartenenza, che evidentemente non tutti possiedono. Per il resto, penso che questa domanda debba essere posta ai diretti interessati”.
(Dalla pagina Facebook Libera Mente)