Si è svolto
lo scorso venerdì, presso la sala polifunzionale della Fondazione Opera Santi Medici Cosma e Damiano, un dibattito fra Nicola Colaianni, magistrato e politico
che ha esposto le ragioni del “no”, e Fabiano Amati, consigliere regionale,
che ha invece esposto le ragioni del “sì”; il dibattito è stato moderato dal
professor Giovanni Procacci. Il confronto
ha dato ai giovani di “Città dell’Uomo” la possibilità di ascoltare le
argomentazioni proposte da entrambi gli interlocutori, in modo da consolidare
la propria opinione in merito e votare consapevolmente.
Tra le
ragioni del “no”, l’on. Nicola Colaianni ha parlato innanzi tutto della complessa
articolazione del testo di riforma, che va a modificare ben 47 articoli
dell’attuale Carta costituzionale; poi ha messo in evidenza l’ingiustizia di
una riforma voluta da un governo di maggioranza che trascura le minoranze;
inoltre ha sottolineato che non si risolvono affatto i problemi che comporta il
bicameralismo paritario, i quali invece verranno aggravati poiché si verrà a
creare una sproporzione di poteri, con l’indebolimento del parlamento e la
concentrazione di potere nelle mani dell’esecutivo. Insomma il giurista vede
nella riforma una deriva anti-democratica, confermata dalla sottrazione ai
cittadini italiani del diritto di eleggere il senato.
Tra le
ragioni del “sì”, invece, il consigliere regionale F. Amati, indica l’esigenza
impellente di riformare il nostro Paese per dare più forza al Governo, in linea
con gli altri Paesi Europei, rimodulando ad esempio i rapporti tra lo Stato
centrale e le regioni, oppure eliminando strutture superflue come il CNEL e le
province, e contribuendo anche a snellire i costi della politica; un altro
motivo per votare “sì” è la fine del bicameralismo paritario assoluto, che comporterà una velocizzazione delle dinamiche politiche.
D’altra parte l’avvocato ritiene necessarie le modifiche dell’istituto del
referendum per cui l’innalzamento del quorum va da 50.000 a 150.000 firme, così
come anche la possibilità di presentare in parlamento proposte di legge di
iniziativa popolare, che farebbero crescere il livello di partecipazione reale
dei cittadini alla vita politica del Paese.
A
prescindere dalla decisione di votare sì o no, sia Amati che Colaianni hanno
insistito sull’importanza di andare a votare. Il referendum costituzionale,
infatti, non prevede il raggiungimento di un quorum, quindi ad un numero
elevato di votanti corrisponderà un esito del referendum che manifesterà la
reale volontà degli italiani e non soltanto di una piccola percentuale di essi.