Quattro interviste ai quattro candidati in corsa per la poltrona più importante di Palazzo Gentile, ovvero quella di sindaco. Sviscerando, punto per punto, in due puntate, i temi salienti dei vari programmi elettorali e delle iniziative in cantiere per il futuro della città.
Dopo il sindaco uscente, Michele Abbaticchio, e il candidato del centrodestra, Carmela Rossiello, chiudiamo oggi con la seconda parte di Emanuele Sannicandro, aspirante primo cittadino con il centrosinistra.
Ambiente, rifiuti e verde pubblico
“Prendiamo atto di quello che è stato fatto e di quello che c’è ancora da fare – sottolinea – e noi abbiamo una situazione in cui l’Asv è nella condizione legislativa di non poter più ricevere direttamente il servizio di Igiene urbana. E fermo restando questo, e partendo dal presupposto che, secondo noi, tutto ciò che riguarda il rifiuto deve essere pubblico, perché non si è attivata la procedura dell’Aro? Noi ci attiveremo affinché queste procedure vadano avanti fino in fondo tenendo presente la tutela dei cittadini e dei dipendenti. Siamo contro la costruzione di ulteriore discariche e inceneritori, va effettuato un censimento dei luoghi dove si verifica abbandono dei rifiuti con conseguente loro bonifica, e arrivare il prima possibile alla soglia del 65 per cento già toccata in altri Comuni. È nelle nostre intenzioni premiare realmente chi fa correttamente la raccolta differenziata, e quindi incentivando con quelle card personalizzata che pesa e misura lo sforzo fatto per differenziare meglio. Il rifiuto non deve essere più un problema serio, ma una risorsa anche grazie all’autocompostaggio domestico, autocompostaggio di quartiere, attivazione di Centri di riuso pubblici di materiale che altrimenti diventa rifiuto. Abbiamo scoperto, poi, che l’Azienda servizi vari non può pulire le strade della Zona artigianale per contratto. Se è così, dobbiamo subito cambiare questo aspetto”.
Attività produttive
“Bitonto, un tempo, aveva tre capisaldi: agricoltura, piccole e medie imprese artigianali, edilizia. Ora sono in crisi tutte e tre. Bisogna aiutare, e se nella Zona artigianale le strade sono mal ridotte, mancano i numeri civici, non c’è segnaletica, problemi di sicurezza, significa che quella parte della città deve crescere e migliorare, eliminando il vincolo che impedisce la possibilità di adibire piccole zone al commercio dei prodotti provenienti dagli opifici. È fondamentale un censimento delle attività artigianali più rilevanti della zona PIP e in tutta la città, e su quello, poi, realizzare, un’azione seria di Marketing territoriale e attivare i servizi di supporto. Altra lamentela che ci è stata posta è l’eccessivo tempo che occorre per il dispiego delle pratiche che occorrono per fare attività produttiva, e dobbiamo capire perché ci sono questi ritardi e inghippi, e perché non si informatizza come si deve. Istituiremo una Fiera permanente a disposizione dell’artigianato, in una zona idonea ad accoglierla, dove gli artigiani possano esporre liberamente i loro prodotti.
È fondamentale, poi, che gli oneri di urbanizzazione che chi si insedia nella zona Pip paga, devono essere utilizzati dal Comune per offrire servizi alle stesse imprese, e questa cosa oggi pare non accada.
Per l’agricoltura, invece, è necessaria la tutela del suolo e le sue opere di difesa idraulica, contrastare l’inquinamento delle falde acquifere e carsiche, incoraggiare l’utilizzo delle acque depurate, restituire nuova vita ai terreni a vocazione agricola in linea con l’iniziativa “Terre vive” promossa dall’Agenzia del demanio, istituire la “Banca della terra”, attraverso un censimento dei terreni di proprieà comunale e, con tariffe agevolate, metterle sul mercato. Gli agricoltori da tempo chiedono che vengano asfaltate le cinque direttrici importanti che portano in campagna, ma non è stato fatto.
Capire perché il sovrappasso sulla Strada provinciale 231 è ancora fermo, e la definizione di un biodistretto, luogo in cui le aziende agricole e le strutture ricettive e amministrazione pubblica stringono il patto per rendere il territorio un luogo in cui si producano beni e servizi utili alla persona. Senza dimenticare che bisogna redigere il Regolamento urbano del commercio e priorità assoluta al decoro urbano e al ripristino della presenza di forze dell’ordine nel mercato settimanale, definire meglio il Distretto urbano del commercio”.
Periferia
“Abbiamo già ribadito che per noi non esiste centro e periferia, e tutto quello che si dovrà fare per la programmazione di tutto lo si farà avendo una visione di insieme. Immaginare che tutto non si limiti a piazza Cavour o piazza Cattedrale è per noi fondamentale.
Sport
“Lo sport entra in tutte le vicende della città e della nostra società. Prevenzione del disagio minorile con le associazioni sportive, l’incentivazione delle attività sportive, di qualunque natura si trattano e portare avanti una programmazione seria e fatta per tempo sull’utilizzo di tutte le strutture sportive presenti in città. Quando ho avuto l’onore di essere assessore allo Sport e Servizi sociali di questo Comune (1996-1998), ho fatto un patto con le associazioni sportive, e cioè quello di ritenere importanti tutti i bambini, cosa che già fanno benissimo anche oggi, e sentire l’amministrazione comunale vicina a questi temi è importante, soprattutto se fatta in modo spontaneo. È giusto dare le strutture sportive ai privati? Riteniamo che se la Pubblica amministrazione non è in grado di fare qualcosa, bisogna valutare se delegarle in maniera ottimale a qualcuno.