Che Francesco Natilla non sarebbe durato molto, come consigliere comunale del Partito Democratico, era facilmente prevedibile. Subentrato al dimissionario Gaetano Bonasia, si è trovato in un Pd ormai in maggioranza. Quella maggioranza che lui ha sempre avversato, sin dai tempi del primo quinquennio Abbaticchio.
Non c’è da stupirsi, dunque, se, insieme a Francesco Scauro, nella seduta consiliare di ieri, ha formato un nuovo gruppo consiliare, dal nome “Bitonto Riformista”.
Ad annunciarlo, durate il consiglio, è stato il consigliere Scauro che, ora, pur rimanendo in quota Psi, nell’assise cittadina siede come esponente del nuovo gruppo, di cui sarà capogruppo: «La necessità da molti avvertita di ripristinare una effettiva dialettica riferita alle questioni politiche, amministrative e culturali della nostra città, finalizzata a ridisegnare e (ri)costruire una nuova strategia per lo sviluppo e l’identità sociale e culturale di Bitonto, riteniamo debba costituire il presupposto per una riflessione seria, serena e libera da pregiudizi di sorta, che debba impegnare forze politiche, sociali, culturali nonché i singoli cittadini per costruire un percorso condiviso e fortemente finalizzato a considerare la città per come effettivamente è, con i suoi problemi, le sue criticità, al fine di affrontare e cercare di risolvere gli uni e le altre, e aprire una nuova stagione di confronto e una costruttiva prospettiva di sviluppo».
Un intervento a cui è seguito quello di Natilla, in un lungo intervento contro i frequentissimi mutamenti nella geografia di Palazzo Gentile: «Il nostro è un desiderio di quello spirito di servizio a cui ogni consigliere è chiamato. Sono tanti i problemi reali che ancora ancora affliggono la città. Una città che non si indigna più su quello che è diventato un caso ricorrentissimo: il cambio di casacca. Ci vogliamo chiedere cosa c’è dietro il cambio di casacca, anche dopo brevissimo tempo dall’elezione? La città deve essere interessata a scoprire quel che avviene qui. Nessuno dice che se si è da una parte si è nel giusto, se si è dall’altra si sbaglia. Ma dobbiamo riscoprire il valore di un mandato, quello elettivo. Ci viene assegnata la fiducia degli elettori, che ci assegnano un mandato, che corrisponde ad un percorso, un programma. E i programmi non sono stati tutti uguali. Presentavano differenze marcate. Non possiamo passarci sopra come se nulla fosse».
Natilla ha, dunque, chiuso il suo intervento lamentando di come non ci sia traccia dei lavori, degli incontri delle commissioni: «Chiediamoci se anche queste possano essere cause di quel distacco che perdura tra la gente e la politica. Queste sono le ragioni che ci hanno spinto a creare questo movimento, aperto ad ogni soggetto di buona volontà».