Mentre
a Bergamo il presidente del Consiglio Matteo Renzi apriva
ufficialmente la campagna elettorale per il “Si”, a Bari il
sindaco Antonio Decaro metteva la sua firma in uno dei tanti gazebo
organizzati dal Partito democratico, a Bitonto il circolo cittadino
apriva ufficialmente il suo comitato. Ovviamente per il “Si”
netto e inequivocabile al referendum confermativo di ottobre, con cui
gli italiani sono chiamati a esprimere la loro opinione sulla riforma
costituzionale approvata dal Parlamento ad aprile.
Consultazione
che, seppur senza quorum e ancora senza data, è decisiva per far
entrare in vigore o affossare le modifiche alla legge fondamentale
dello Stato.
“Si
tratta di una riforma – principia Biagio Vaccaro, segretario cittadino del Partito democratico –ritenuta sempre
importante per il rilancio della struttura amministrativa, ma
rinviata per 30 anni. Dopo le piccole modifiche approvate negli anni
passati (basti
pensare a quella del Titolo V nel 2001), questa
è davvero organica ed è un peccato non sia stata condivisa da
tutti. Bisogna invitare i cittadini innanzitutto ad andare a votare,
e poi indirizzarlo per il sì”.
Già,
riforma organica. Fine del bicameralismo perfetto, revisione radicale
del Titolo V, abolizione del Cnel, nuove funzioni, membri ed elezioni
degli stessi del Senato, novità in tema di referendum e per la
votazione del presidente della Repubblica. E altro ancora.
“Il
referendum ha due fasi – spiega Marco Tribuzio -. La
prima è la raccolta delle firme (ne servono 250mila in tutto lo
Stivale) da fare entro il 20 giugno, ma è chiaro che già
organizzeremo banchetti informativi con i quali distribuiremo diversi
materiali, anche per convincere i tanti indecisi. Poi dopo la
raccolta firme, da luglio inizierà la campagna elettorale vera e
propria. E che, per quanto ci riguarda, sarà permanente fino alle
Comunali del prossimo anno”.
Chi
invece già sa di votare positivamente per la riforma è Nicola
Castro, direttore generale della Onlus Villa Giovanni XXIII. “Le
modifiche al titolo V nel 2001 hanno solo aumentato il divario tra
chi può curarsi e chi no, tra chi può accedere ai servizi
socio-sanitari e chi non riesce, nonché tra Sud e Nord. Ben venga
che adesso lo Stato centrale si riprenda parte delle competenze
cedute alle Regioni”.
Un
sì deciso al referendum arriverà anche dall’associazione cittadina “Governare
il futuro con Renzi“,
che raccoglie gran parte dei vecchi Udc e socialisti e il cui
presidente è l’ex assessore Vito Desantis.