Dal circolo del Partito democratico riceviamo e volentieri pubblichiamo
Cento anni fa, il 21 gennaio del 1921, nasceva il Partito comunista d’Italia, in seguito a un congresso drammatico, ma di altissimo spessore politico, in cui entrambe le parti contrapposte nutrivano profonda stima reciproca e passione ideale per il socialismo.
In cento anni, innanzitutto, sono cambiati i significati delle parole.
Come diceva Brecht: “le nostre parole d’ordine sono confuse. Una parte delle nostre parole le ha stravolte il nemico fino a renderle irriconoscibili”.
Una di queste parole desemantizzate è “radicalità”.
Può essere la radicalità, ovvero l’adesione profonda, stabile ed insostituibile ad un ideale, tornare a significare questo? È violenza, la radicalità? È un partito, quello della radicalità?
Rileggere oggi la scissione di Livorno è indispensabile, non solo alla luce della litigiosità congenita, della dannazione, dell’andare separati, ma soprattutto alla luce proprio della radicalità, della richiesta insopprimibile di rappresentanza della radice sociale del socialismo, del dovere politico di edificare una società che dia a “ciascuno secondo i propri bisogni”, perché i bisogni sono la radice dei problemi.
Ne discuteremo sulla pagina Facebook del Partito democratico di Bitonto, questa sera a partire dalle 19 con Pasquale Martino, storico e politico; Paolo Covella, giornalista pubblicista, autore del volume Comunisti a Gioia. Sumi editore; Cinzia Dicorato, centro studi Afredo Reichlin; Leonardo Palmisano, sociologo e politico; Francesco Brandi segretario PD – Bitonto; Domenico Lovascio segretario SI – Bitonto; Luca Matera segretario PSI – Bitonto; Dionigi Tafuto segretario RC – Bitonto