Michele Abbaticchio, 46 anni e sindaco di Bitonto da sette e leader nazionale di Italia in Comune, è sceso in campo per le elezioni europee – nella circoscrizione Sud – con la lista “+Europa-Italia in Comune”, binomio che accosta la carismatica figura di Emma Bonino con quella della neo nato partito, guidato da Federico Pizzarotti sindaco di Parma.
Una candidatura voluta fortemente dalla compagine politica per essere in corsa verso Bruxelles, soprattutto per l’esperienza e la formazione professionale come dirigente nell’intercettazione di fondi europei sfruttata anche a vantaggio della nostra città. È proprio a Bruxelles, nel Centro Studi Europeo (CESICE) che si è formato: «Siamo uno dei comuni che maggiormente è riuscito a candidarsi e ad attingere alle risorse fornite dall’Europa, facendo della nostra città un posto che, a lungo termine, sarà sicuramente diverso». Inoltre «Abbiamo investito in integrazione sociale rigenerando beni abbandonati, proprio grazie ai fondi comunitari e consegnandoli a cooperative sociali in grado di sottrarre uomini e donne alle mafie. Campi sportivi, l’orto sociale nella 167, persino la Cittadella del bambino all’ex Contessa, sono sorti grazie al reperimento di risorse comunitarie».
Cosa l’ha spinta ad accettare la sfida elettorale? «Voglio continuare a “servire” la mia città, le città del Sud, da un livello più alto, con risorse maggiori, con strumenti più adeguati, con la possibilità di fare la differenza. Non è un caso che tanti amministratori locali, che conoscono meglio la burocrazia, i problemi quotidiani della gente, lo abbiano convintamente sposato. Ci siamo posti come un’alternativa a storici partiti che hanno deluso nelle loro proposte per l’Italia. Rappresentiamo e proverò a rappresentare tutti loro con competenza, verso un cambiamento vero provando a fornire strumenti più adeguati».
Analizziamo i punti programmatici.
Fondi per i Comuni che attuano progetti di riutilizzo di beni dismessi in zone ad alto tasso di disoccupazione: «Con questa mozione cercheremo di mettere in campo finanziamenti per i Comuni che attuano progetti di riutilizzo di beni dismessi o sottoutilizzati in zone ad alto tasso di disoccupazione, affidandoli a cooperative che utilizzando per il 50% migranti e per il 50% disoccupati autoctoni. In questo modo, puntiamo a far divenire l’accoglienza in una risorsa per il Sud, andando in controtendenza con le politiche d’odio».
Difendere i prodotti tipici del Sud. «Voglio difendere i prodotti tipici del Sud dalle emissioni nel mercato comunitario di prodotti di altri Paesi che sono realizzati in laboratorio o in serra. Molto spesso i consumatori non vengono adeguatamente informati, e quindi tutelati, dell’origine dei prodotti che mettono in tavola e della loro qualità. Questo mette in crisi i nostri prodotti agroalimentari che non sono clonabili da nessun altro, perché parlano il linguaggio della nostra terra».
Per l’Italia meridionale è prevista anche una mozione per «Attivare misure per infrastrutturare e alimentare con energie rinnovabili le aree industriali del Sud. Non solo: assieme ai Verdi tedeschi vogliamo cercare di fornire risorse e strumenti per eliminare la plastica e introdurre strumenti di determinazione di questi obiettivi intervenendo sulle aziende private».
Contrasto alla povertà garantendo costituzionalmente il diritto alla casa: «Quello alla casa si riconosciuto come un diritto fondamentale, esattamente come prevede la Carta dei Diritti Fondamentali dell’Unione Europea. ‘Casa’ non è solo avere un tetto sopra la testa ma vuol dire condurre un’esistenza dignitosa, vuol dire inclusione sociale e pari condizioni di partenza per ciascun individuo. Con la nostra mozione chiediamo che quanto già stabilito a livello comunitario, venga recepito anche nella nostra Carta Costituzionale e, in sostanza, che sia riconosciuto, rispettato e agevolato mediante misure economiche statali il diritto alla casa per tutti».
Italia in Comune pensa anche al mondo della scuola per «Promuovere la conoscenza dell’industria 4.0 negli istituti tecnici superiori e nei centri di formazione per qualificare la manodopera».
Abbaticchio, vicepresidente nazionale di “Avviso Pubblico”, pensa anche all’antimafia sociale come materia scolastica obbligatoria: «Sentiamo la necessità di una direttiva comunitaria per rendere obbligatoria nelle scuole la materia dell’antimafia sociale, della cultura della memoria, delle azioni di contrasto a tutte le organizzazioni criminali. È attraverso la consapevolezza e la resistenza sociale che i mafiosi vengono sconfitti definitivamente. Uno Stato corrotto, che si basa sulle entrate del gioco d’azzardo e sulla negazione della istruzione civica, non ha futuro».
Se uscirà vincitore dalla competizione cosa accadrà per la città? «Le due cariche sono incompatibili. Dovrò necessariamente scegliere. In caso positivo resterò al mio posto fino a dicembre, fino alle proclamazioni ufficiali. La giunta che resta, assieme al vicesindaco, accompagnerà la città alle prossime amministrative che, nel caso, si terrebbero in concomitanza delle elezioni regionali». Se non dovesse farcela? «Non ho intenzione di continuare con le cariche sovracomunali: preparerò il terreno per chi verrà dopo di me».