La
notizia non poteva passare inosservata.
Qualche
giorno fa, infatti, l’Ufficio di presidenza del Consiglio regionale
pugliese guidato dal piddino Mario Loizzo ha deciso, all’unanimità
(quindi anche con i voti di Forza Italia, Popolari, Movimento
Schittulli, La Puglia per Emiliano) di abbassare le tasse sui
vitalizi degli ex consiglieri dell’aula di via Capruzzi.
A
beneficiarne saranno in 206 (nessuno dei 50 attualmente presenti), a
cui è stato disposto che per l’anno in corso potrà essere soggetta
a Irpef soltanto l’84,26 per cento della loro somma percepita in
pensione e dalle vedove dei beneficiari defunti.
Significa,
conti in tasca alla mano, che se l’importo massimo percepito dai
consiglieri che hanno trascorso in aula oltre tre legislature è
10mila 383 euro, circa 1.500 euro non saranno più soggette a
tassazione.
Vuol
dire, ancora, un aumento stimabile fra i 700 e gli 800 euro al mese.
Non noccioline.
Loizzo,
però, non vuole sentire parlare di polemiche o di “regalo” alla
casta del tacco d’Italia. Per lui è un atto dovuto perché “si
tratta di una semplice questione di tasse, l’applicazione di un
parere dell’Agenzia delle entrate, richiesto da alcune Regioni. Se
non lo avessi fatto approvare, sarei stato denunciato per
appropriazione indebita”.
La
delibera, infatti, si basa su un pronunciamento dell’Erario, che ha
stabilito che dal 2012 una quota del vitalizio dei consiglieri
regionali doveva essere tassata due volte. L’effetto
della riforma si è però abbattuto sui dipendenti del Consiglio
regionale, che ogni anno, attraverso un complicato calcolo del
rapporto tra ritenute sulle indennità e vitalizi, stabilivano la
quota di “no
tax area”.
Venendo meno i vitalizi, i calcoli sono saltati, e per tre anni
l’Irpef è stata calcolata sul cento per cento degli assegni mensili.
Ingiustamente, secondo l’Agenzia delle entrate.
La
questione, però, sta tutta nella volontà politica. Perché il
ricalcolo si poteva rifiutare, o non adottare. Come hanno fatto,
l’anno scorso, in Friuli Venezia Giulia, dove hanno deciso di tassare
l’intera somma dei vitalizi di 213 ex consiglieri, facendo arricchire
le casse dello Stato di 200mila euro l’anno.
In
Puglia, invece, hanno voluto seguire l’esempio del Lazio.
La cosa più grave è che l’attuale emiciclo non ha preso le distanze dal provvedimento. Soltanto il Movimento 5 stelle lo ha stigmatizzato, e chiesto al presidente Michele Emiliano di calendarizzare la proposta di legge sulla abolizione dei vitalizi.
E nel frattempo, mentre nelle aule baresi si aumentano i vitalizi, a Taranto un altro operaio è morto all’Ilva di Taranto. La Puglia è sempre più avvolta nel problema dei rifiuti, e la sanità al collasso.