«Le
mie dimissioni? L’ho fatto per tentare di ricompattare il
centrosinistra».
A
oltre un mese di distanza, l’ex presidente del Consiglio, Vito
Palmieri, rompe il silenzio e accetta di parlare, ai taccuini del
“daBITONTO”, delle sue dimissioni, del (deludente)
risultato elettorale, del futuro del Laboratorio – che ad oggi è
quasi sparito dall’assise comunale – delle elezioni del 2017.
«Le
mie scelte – principia – non
sono affatto collegate al risultato elettorale, anche se è chiaro
che c’è stata un po’ di amarezza perché pensavo di avere qualche
sostegno in più e invece sono rimasto praticamente da solo».
Perché,
allora, lasciare la presidenza come un fulmine a ciel sereno? «Mi
sono dimesso – spiega – per
cercare il dialogo con l’altra parte del centrosinistra. Sono
convinto, infatti, che perdurando questa spaccatura, alle prossime
elezioni comunali non riusciremo a giocarcela né con i 5 stelle né
con il centrodestra».
L’ex
assessore provinciale, allora, si sarebbe comportato come un
volontario agnello sacrificale per tentare di smuovere delle acque
ancora molto congelate.
«Allo
stato attuale – prosegue Palmieri – il centrosinistra,
visto l’exploit di Damascelli e il forte consenso dei grillini,
neanche può pensare di arrivare a un eventuale ballottaggio, e
questo non se lo può permettere. È fondamentale, allora,
intraprendere un vero dialogo».
Come
quello che lo stesso già presidente e l’ex assessore Domenico
Incantalupo hanno ripreso con il sindaco Michele Abbaticchio e le
forze di maggioranza per ritrovare la quadra del cerchio. Incontri,
infatti, si sono susseguiti nei giorni scorsi e altri, a quanto pare,
ce ne saranno nei dì a seguire.
Anche
per capire se e come possano rientrare – in realtà Palmieri è
ancora un consigliere comunale – nella coalizione di governo e da
quale porta.
Sul
futuro del “suo” movimento politico, il “Laboratorio”, nessun
dubbio: “C’era, funzionava, ci sarà e funzionerà anche senza
Patierno e Carelli».
Così
come sull’operato del sindaco Michele Abbaticchio e
dell’amministrazione: «Ci sono state luci e ombre in questi tre
anni, ma si sa che la perfezione esiste soltanto nell’altro mondo.
Forse. Il futuro della consiliatura? Dobbiamo organizzare bene questi
due anni rimanenti, anche guardando all’altro centrosinistra».