Riunire il centrosinistra è ancora possibile a Bitonto? Gli ultimi tentativi, negli anni più recenti, sono andati incontro ad un sonoro fallimento, soprattutto dopo le ultime elezioni amministrative che hanno visto ancora una volta il centrosinistra spaccato. Tavoli per ricompattare la coalizione ci sono stati, ma l’esito non è stato positivo.
Ci ha riprovato la Federazione Pares, federazione delle forze di centrosinistra, e i gruppi che ne fanno parte (Governare il Futuro, Iniziativa Democratica e Partito Socialista Italiano). O, meglio, facevano parte, dato che “Governare il Futuro” ha confermato la fuoriuscita.
Ma andiamo con ordine. Il 2 febbraio Pares ha organizzato un incontro dal titolo “Ricerca di convergenze nel centrosinistra per arginare l’antipolitica”, un nuovo tentativo di riunire la frammentata coalizione, in vista del dopo-Abbaticchio, come aveva confermato Vito De Santis: «La maggioranza è venuta compatta e, tramite Luca Scaraggi, ha letto un documento in cui si conferma la volontà di trovare un punto di incontro a patto che siano invitate tutte le forze politiche della coalizione pro-Abbaticchio, dal momento che noi ne abbiamo invitato solo alcune, quelle che reputiamo di sinistra».
Il primo incontro, dunque, si era concluso con la promessa di incontrarsi ancora. Ma il secondo incontro non c’è stato e, anzi, “Governare il Futuro”, una settimana dopo, ha dichiarato di tirarsi fuori dalla Federazione Pares e da ogni ulteriore riunione, in disaccordo con la concezione di vita politica e con l’immobilismo, secondo De Santis, delle controparti: «Era una perdita di tempo. Volevamo creare qualcosa, ma non c’è stato verso. Non ho avuto collaborazione. Continueremo a cercare di mettere insieme partiti, movimenti e associazioni per creare un post-Abbaticchio. Cercherò persone più giovani e volenterose».
A cambiare le carte in tavola, sicuramente, anche i recenti cambiamenti nell’arena politica bitontina, con il Pd passato ufficialmente in maggioranza e Città Democratica confluita nel principale partito del centrosinistra, con l’adesione del consigliere Brandi.
Movimenti a cui si sommano la trasformazione di “Insieme per la Città” in “Iniziativa Democratica” (voci di corridoio parlerebbero di un dialogo per entrare in maggioranza e, forse, in giunta) e la costituzione di “Sud Al Centro”, che ha assorbito 70032, “Tra la Gente” e la vecchia “Iniziativa Democratica”. Ed è proprio tra questo nuovo gruppo e Abbaticchio che sembrano nascere dissapori, nonostante a livello regionale anche Maurodinoia (referente di Sud al Centro”) sia con Emiliano.
Anche Ciminiello, da tempo vicino alla maggioranza, potrebbe, sempre secondo voci, entrare ufficialmente nella coalizione pro-Abbaticchio, fondando, insieme a Rucci (ora in “Governare il futuro”), un nuovo gruppo consiliare. Spariscono così tutte le liste civiche che avevano portato alla seconda vittoria dell’attuale sindaco.
«Il Pd non ha sbagliato a passare in maggioranza perché l’unificazione è necessario realizzarla. Bisogna trovare delle convergenze e questo passaggio potrebbe servire come trait d’union per un prosieguo più dinamico» è il commento di De Santis a margine della mossa del Pd, vista positivamente.
«In questi ultimi tempi si è lavorato sulla ricostruzione di un centrosinistra visto come sentimento, comunità, attraverso l’adesione a battaglie comuni come i cantieri sociali, l’antimafia, la cittadinanza simbolica ai minori stranieri. Battaglie di carattere nazionali, non perché ci siamo dimenticati di quelle locali, ma per ritrovarci prima su valori condivisi, per poi unirci nelle questioni cittadine» commenta invece il sindaco, che nega interruzioni del cammino per la riunificazione, ritenuta da lui necessaria anche per l’individuazione del suo successore: «È una cosa di cui mi sento responsabile, non perché voglio un amministratore vicino a me, ma perché possa nascere da una coalizione riunita attorno a valori comuni».
E sul passaggio al suo fianco del Pd, aggiunge: «Una decisione naturale dopo le battaglie condotte insieme. In coalizione tutti sono stati d’accordo».