La
provocazione (forse pretattica?). «Oggi,
così come stanno le cose, non sono disponibile per un secondo
mandato».
L’aggiunta.
«Però
la coalizione, specie quelli che ritengono che siano stati fatti
passi in avanti, si sta impegnando per realizzare quello che io
chiedo».
La
richiesta, appunto. La conditio sine qua non. «Un
programma politico solido e una coalizione meno frammentata e più
coesa».
Altrimenti
detto: «Il
sindaco fa il sindaco e la politica deve fare la politica».
E
il Partito democratico? «Se
la sua linea sarà quella di Franco Natilla, e quindi quella degli
attacchi personali, non ci può essere nessun dialogo».
Sabato
mattina il sindaco Michele Abbaticchio è nella sede di Rifondazione
comunista per parlare (sulla carta) di rilancio di consolidamento
dell’azione amministrativa quando mancano meno di due anni alle
elezioni comunali.
Ma
proprio perché il ritorno alle urne non è poi così lontano, si
finisce per parlare di cosa il primo cittadino vuole fare da grande.
Lui,
allora, misura le parole e mette in chiaro subito alcune cose.
Nessuna
candidatura a prescindere, ma solo a determinate condizioni, anche
perché quel “laboratorio” e quel grande processo che lo ha
portato a trionfare più di tre anni fa non può più funzionare. Va
aggiornato. Non è tanto questione di uomini o di partiti (certo, da
queste parti il sogno è di costruire una costituente di sinistra,
mica poco), ma di programmi e di quello che si vuole veramente fare.
«Io,
ovviamente – è
l’Abbaticchio pensiero – sono
disponibile a dare una mano, ma solamente se la coalizione trova una
sintesi migliore e permette a chi deve essere l’apice di quella
sintesi di lavorare meglio. E posso farmi anche carico del ruolo di
provare a unire il centrosinistra soltanto se sono legittimato da
tutti».
Il
Partito Democratico è un capitolo a parte. «Con
il partito regionale non ho assolutamente problemi, è parte di quello
cittadino che insiste negli attacchi personali, in maniera del tutto gratuita, che sono inutili per gli interessi della città».
Già,
la città, quella che «obiettivamente
ha fatto dei passi in avanti e in alcuni settori funziona decisamente
meglio»,
dice più volte.
Anche
sotto la voce chiamata partecipazione. «Facebook
– dice
– non
è soltanto uno strumento promozionale, ma anche di ascolto dei
cittadini. Ho due profili, e continuamente la gente mi scrive e io
cerco di dare risposte a tutti. E le differenze rispetto al passato
si vedono».
Ultimo
aspetto (ma non certamente meno importante) è la solitudine del
sindaco.
Più
volte durante la consiliatura, il primo cittadino è apparso troppo
solo nel fronteggiare gli attacchi dell’opposizione e la maggioranza
raramente è stata in grado di difenderlo.
E
Abbaticchio lo dice senza infingimenti. «Io
solo? Diciamo che quando c’è un silenzio assordante dinanzi a certi
attacchi, è difficile non notarlo».
E proprio questo, anche per lui, è troppo grande da poter sopportare…