2003. A cinque anni dalle ultime amministrative, Bitonto torna al voto per eleggere il nuovo consiglio comunale e il nuovo sindaco, dopo il primo mandato di Nicola Pice che, nel 1998, era stato eletto al primo turno con il 53,81% dei voti. Il primo turno delle nuove elezioni si tenne il 25 e 26 maggio e questa volta, per tentare di sconfiggere il popolare sindaco uscente il centrrodestra schierò in campo un altro ex sindaco: Michele Coletti, che aveva già amministrato la città dal 1987 al 1983, durante gli anni travagliati che avevano preparato la caduta della Prima Repubblica.
Coletti era sostenuto da una coalizione formata da Fiamma Tricolore, Nuovo Psi, Unione Democratica di Centro, Alleanza Nazionale, Forza Italia, Partito Repubblicano Italiano (unico partito sopravvissuto della Prima Repubblica), Rinnovamento Puglia e Patto per Bitonto. L’ex sindaco socialista era, questa volta, in una coalizione di centrodestra dopo la diaspora socialista che aveva visto anche a Bitonto molti esponenti del Psi passare in Forza Italia (tra questi anche Franco Natilla eche proprio in queste elezioni fu eletto tra le fila del partito di Berlusconi).
Coletti e la sua coalizione provarono a cacciare Pice da Palazzo Gentile con un programma che voleva porre l’attenzione su problemi irrisolti da tempo «quali quelli della sicurezza, dell’inerzia sul campo delle iniziative sociali, del disagio giovanile, del centro storico, dello sviluppo urbanistico della città, della valorizzazione delle risorse non solo economiche ma anche culturali e ambientali, dell’incentivazione delle attività produttive turistiche e culturali».
Pice, invece, era sostenuto da Margherita, Democratici di Sinistra, Cattolici Liberali Centristi, Rifondazione Comunista, Verdi, Socialisti Democratici Italiani. Comunisti Italiani, Udeur, Socialisti Autonomisti, Valori Sociali. L’allora docente del Liceo Classico puntava a continuare il percorso intrapreso da Umberto Kühtz prima e dalla sua stessa amministrazione durante il primo mandato, con un programma che aveva come principali obiettivi la qualificazione dell’ambiente urbano e del suo patrimonio storico – architettonico e culturale; la tipizzazione, valorizzazione e tutela delle zone rurali, delle attività e dei prodotti legati al mondo agricolo; la promozione del sistema produttivo artigianale, manifatturiero e agroindustriale; la coesione sociale e culturale, l’organizzazione dell’amministrrazione e il potenziamento degli strumenti di gestione; la pianificazione concertata nell’ambito di programmi di intervento comunitari, nazionali e regionali e di piani integrativi territoriali e di sviluppo.
A Pice e Coletti si contrapponeva un terzo candidato: Vincenzo Delvino che, sempre con Movimento Politico per Bitonto, aveva già tentato di conquistare Palazzo Gentile. L’ex assessore della giunta Kühtz si ripresentò con un programma che faceva leva sulla necessità di potenziare i servizi sociali e dare una mano ai cittadini meno abbienti.
«In questo paese si dice che ci sono tante banche ed io ho un sogno: la banca dei poveri. Perché la sinistra non dice a tanti proprietari di banche di istituire una banca dei poveri e non fa in modo che sia Bitonto la prima città a lanciare questa idea, come accade nei paesi del terzo Mondo? Questo accade perché non si vuole fare nulla per i meno abbienti, per la gente che deve chiedere dei prestiti in banca. Il che causa la piaga dell’usura e della delinquenza. Si tratterebbe di un piccolo sforzo» disse Delvino sulle pagine del Da Bitonto, nell’edizione di maggio 2003.
Tre soli candidati, rispetto ai sei del 1998. Ma anche questa volta non ci fu storia contro Pice che aumentò i consensi e vinse al primo turno con il 58,11% (al precedente appuntamento elettorale aveva vinto con il 53,81%). Della sua coalizione, la Margherita ottenne il 14,43%, i Democratici di Sinistra il 14,30%, seguiti da Socialisti Democratici Italiani (8,93%), Valori Sociali (7,60%), Udeur (2,65%), Cattolici Liberali Centristi (2,21%), Rifondazione Comunista (1,71%), Verdi (1,26%), Comunisti Italiani (0,96%), Socialisti Autonomisti (0,92%).
Coletti si fermò al 40,35% e della sua coalizione fu Forza Italia il partito più suffragato con il 16,03% dei voti, seguito da Alleanza Nazionale (9,79%), Unione Democratici di Centro (7,38%), Nuovo Psi (5,39%), Patto per Bitonto (3,62%), Partito Repubblicano Italiano (1,12%), Fiamma Tricolore (0,40%), Rinnovamento Puglia (0,26%).
A Delvino andò solamente l’1,55%, insufficiente anche per entrare in consiglio tra le fila dell’opposizione. Lo stesso per il suo Movimento Politico per Bitonto che riuscì a raccogliere solamente l’1,04% dei consensi.
Pice fu dunque rieletto sindaco iniziando il suo secondo mandato che durerà fino al 2008. Anni in cui fu continuato il percorso intrapreso di riqualificazione del centro storico, che continuerà ben oltre la fine della seconda esperienza amministrativa del professore.
Le votazioni del 2003 segnarono anche l’elezione congiunta di due personaggi che, in seguito, si sarebbero continuamente sfidati a suon di voti. Il primo è Francesco Paolo Ricci (Margherita) che, dopo essere stato eletto con 584 voti, nella seconda giunta Pice diventerà assessore ai Servizi Sociali e che, dopo due esperienza all’opposizione (2008 e 2012), nel 2022, sarebbe diventato sindaco di Bitonto.
Il secondo è Domenico Damascelli (Alleanza Nazionale), eletto in minoranza con 364 voti, ma già consigliere dal 1998. In seguito diverrà prima vicesindaco della giunta Valla (2008), poi consigliere regionale di opposizione alla prima giunta Emiliano. Per poi, infine, nel 2022, sfidare Ricci allle amministrative 2022. Il resto è storia di questi giorni.