Sconcerto per la decisione del Governo di chiudere il programma #ScuoleSicure è stato espresso da Italia in Comune Puglia.
“Abbiamo appreso, nelle ultime ore, che il Governo Conte non ha rinnovato il mandato dell’ufficio creato dall’Esecutivo Renzi e rinnovato da quello Gentiloni. Inutile dire che non comprendiamo affatto la ratio di cancellare una struttura di missione per la riqualificazione dell’edilizia scolastica che, negli ultimi quattro anni, aveva stanziato dieci miliardi di cui oltre cinque già spesi dagli Enti territoriali, Comuni in testa, per interventi di messa in sicurezza delle scuole e la realizzazione di nuovi plessi e che aveva garantito, solo in Puglia, lo stanziamento di 56 milioni di euro per un totale di 102 interventi. Come Italia in Comune riteniamo che la scuola, al contrario, dovrebbe essere il primo investimento su cui operare visto che si tratta del bacino in cui si formano i cittadini del domani.”. E’ stato il commento di Vincenzo Gesualdo, coordinatore regionale ItC.
E non potrebbe essere altrimenti visto che la neo-formazione politica prende le mosse proprio dalla convinzione secondo la quale un miglioramento della società e la ‘ricostruzione’ del Paese può essere possibile partendo proprio dagli Enti territoriali di base con un percorso ‘multiscalare’ che, dai Comuni, muova verso province, città metropolitane, regioni e Parlamento, con una maggiore attenzione ai primi perché, ovviamente, più sensibili al ‘locale’, cioè al luogo dove si manifestano le problematiche dei cittadini. Una visione ambiziosa ma “possibile”, secondo Gesualdo, proprio grazie a quella sinergia tra Enti diversi ben sintetizzato da strumenti come il programma #Scuolesicure.
“Penso ai tanti Comuni piccoli e grandi d’Italia che, dal 2014 a questa parte, grazie all’accesso ai finanziamenti messi a disposizione da quell’asse di sviluppo, sono riusciti ad avviare lavori ingenti e costosi che non avrebbero potuto portare a termine contando esclusivamente sulle stringatissime risorse comunali- ha concluso Gesualdo- Speriamo che il Governo ci ripensi o che, perlomeno, non lasci ‘scoperto’ questo fronte e abbia già in mente una linea di azione strategica alternativa”