Continua la serie
di incontri con la stampa del consigliere Paolo
Intini. Dopo aver focalizzato l’attenzione su Tares ed Imu, questa volta
l’ex candidato sindaco si è soffermato su Inpa(concessionario dei tributi minori), Cosap(contributo occupazione suolo pubblico) e Tarsug(la Tarsu giornaliera).
Partiamo dall’Inpa,
sul quale Intini evidenzia tutta una serie di inadempienze del concessionario
per la gestione dei tributi minori, analizzando in alcuni suoi punti chiave il
regolamento per l’affidamento del servizio di accertamento e riscossione
dell’imposta comunale sulla pubblicità, del diritto sulle pubbliche affissioni,
del servizio di accertamento e riscossione del canone per l’occupazione di
spazi ed aree pubbliche e della tassa di smaltimento rifiuti giornaliera.
Intini parte
dall’articolo 1, dove si obbliga l’Inpa alla “sostituzione degli impianti
pubblicitari vetusti, la gestione del servizio di accertamento e riscossione”.
«L’Inpa non ha mai sostituito impianti vetusti», dichiara il consigliere di
minoranza.
All’articolo 4 si
stabilisce come l’Inpa, tra le tante ragioni, “incorre nella decadenza della
gestione nel subappalto della concessione”. «Secondo
me si configura un subappalto – dichiara Intini – avendo dato l’Inpa la
notifica della riscossione coattiva alla società Equitalia S.p.a.. Quindi
dovrebbe decadere il contratto. E a sostenerlo c’è anche l’articolo 6, che fa
espresso divieto di cedere e/o subappaltare a terzi anche una sola delle
attività previste, pena la decadenza dalla concessione».
E non solo. Per
Intini non sono rispettati anche gli articoli 16 e 17. Nel primo si impone
l’esposizione delle tariffe dell’imposta di pubblicità, dei diritti sulle
pubbliche affissioni, degli spazi destinati alle affissioni e de canone per
l’occupazione ad aree pubbliche e della Tarsu giornaliera. «Ma negli uffici di via Carrara non c’è nulla di tutto questo, le
pareti sono completamente bianche»; nel secondo, invece, l’Inpa dovrebbe
provvedere alla “rimozione, allo smaltimento e alla sostituzione degli impianti
esistenti vetusti, ad effettuare la
manutenzione ordinaria e straordinaria per la durata della concessione”, ma
anche in questo caso Intini denuncia l’assenza di queste opere. E ciò,
inevitabilmente, si ricollega all’articolo 18, che impone al concessionario “la
consegna al Comune di tutti gli impianti delle pubbliche affissioni in piena
efficienza e manutenzione al termine della concessione”. «Il contratto però scade tra dieci giorni e l’ente deve controllare se
c’è stata manutenzione e sostituzione degli impianti vetusti, cosa che finora
però non è accaduto».
Agli impianti di
affissione mancherebbe anche il cosiddetto “bollo a calendario”, indicante la
data dell’ultimo giorno in cui il manifesto deve rimanere esposto al pubblico,
come stabilito dall’articolo 19. E a quest’ultimo si rimandano tutti quegli articoli
che riguardano le affissioni. L’articolo 21 regolamenta le affissioni scadute,
col concessionario che “non può prolungare le affissioni oltre il tempo per il
quale è concessa e deve provvedere e deve andare a coprirli entro tre giorni
dalla scadenza o con nuovi manifesti o con fogli di carta”. Ma questo per
Intini non accade e ci sono impianti con immagini assai datate.
L’articolo
22 invita, invece, il concessionario “a provvedere all’immediata copertura o
rimozione delle affissioni e dei mezzi pubblicitari abusivi”.
L’ex
candidato sindaco evidenzia anche come l’Inpa, nonostante tutte queste inadempienze,
non abbia ricevuto alcuna penale. Eppure l’articolo 30 del regolamento prevede
una penale di euro 5,00 per ogni manifesto e per ogni giro di ritardo mentre chi
affigge manifesti senza il timbro a calendario è passibile una penale di euro
160,00.
Da
parte di Intini non sono mancate nemmeno delle interrogazioni all’amministrazione
comunale su questo tema. La prima risale all’8 aprile 2013, quando chiese un
parere al collegio dei revisori dei conti per verificare le ragioni dell’esenzione
dal pagamento del COSAP (suolo pubblico) da parte degli esercenti commerciali
interessati dagli eventi della Bitonto Estate 2012 e del Natale a Bitonto 2012,
e se si è avuto un caso di subappalto e se ci fossero gli estremi per far
cadere la concessione. Dal collegio dei revisori nessun riscontro ed allora
ecco il 1 ottobre 2013 una seconda interrogazione per capire se il
concessionario Inpa avesse adempiuto a tutti gli oneri ed obblighi contrattuali
e cosa intendesse fare l’amministrazione alla scadenza del contratto, prevista
per il 31 dicembre prossimo. Anche qui, nessuna risposta.
Passiamo
al tributo per i rifiuti giornalieri.«Il Comune oggi continua ad incassare
come Tarsug (n.b. Tarsu giornaliera)
anche se ormai il comune di Bitonto ha adottato il regolamento Tares ed ha
integrato ed approvato l’appendice alla Cerin proprio per quanto riguarda la
Tares – spiega Intini –. Ed allora la
Tares giornaliera, che non spetta alla Cerin ma all’Inpa, chi la deve
incassare? L’Inpa potrebbe essere non titolata a fare questo servizio, serve un’appendice
a contratto come accaduto con la Cerin».
Nel
2011 il Comune ha incassato euro 3621 di Tarsug e nel 2012 euro 3356. Per
Intini si tratta di dati non attendibili, considerando che a Bitonto numerosi
sono gli stand tra mercati giornalieri rionali, settimanali e per varie sagre e
mercatini natalizi. «Manca dunque il
controllo – sentenzia Intini – e in
alcuni casi si verificano casi anche di evasione del pagamento del suolo
pubblico oltre che del servizio dei rifiuti». Eppure, con una nota datata
gennaio 2012 (fine era Valla, ndr), il settore finanziario invitata la Polizia
Municipale ad intensificare i controlli per la corretta applicazione e
pagamento dei tributi comunali sulle aree pubbliche da parte dei contribuenti.
Ma da allora nulla è cambiato.
Controllo
che manca anche sui tanti tabelloni e manifesti pubblicitari, molti di questi
persino abusivi. Inevitabile, dunque, l’avvertimento al collegio dei revisori
dei conti, che ora solleciterà la struttura del settore finanziario per
verificare dunque se in effetti ci sia stato un danno all’erario o meno.
A
proposito di regolamento Cosap (il n.148 del 24/11/1998, e quindi un
regolamento piuttosto datato e mai aggiornato, visto che riporta i valori
numerici ancora in lire), non è prevista alcuna esenzione per il canone di
occupazione del suolo pubblico. E se anche dovesse spettare l’esenzione, è
necessario comunque fare sempre prima istanza per il riconoscimento.
Quali
dunque le strade da percorrere? Innanzitutto per Intini è necessario un
consiglio comunale ad hoc sul regolamento COSAP, già chiesto più volte, per
provvedere ad un adeguamento all’euro e per proporre anche una riduzione di
tariffe.
Importante sarà anche stabilire l’entità dell’arrotondamento,
regolamentato dall’articolo 28, ma che ha visto un passaggio dalla soglia di
500 lire a quella di 1 euro. «Con quale
norma è stato fatto arbitrariamente questo adeguamento?», si chiede il
consigliere comunale, che invece per quanto riguarda l’Inpa propone di «togliere la gestione dei tributi minori dall’Inpa
e affidarla alla Cerin. La mia proposta al comune di Bitonto guarda a tutti
quei cartelloni non a norma che andavano sistemati e non è stato fatto. Trattenetevi
l’ultimo trimestre del 2013, che bisogna ancora rendicontare, verificate se c’è
stato l’adeguamento dei cartelloni e se è il caso trattenetevi la differenza
del dovuto».