«Ho
guidato la Provincia con libertà di pensiero, tolleranza e solidarietà».
L’ultimo
saluto di Francesco Schittulli, e con lui quello della Provincia di Bari, è un
evidente segno di amarezza e tristezza. Da via Spalato, infatti, dopo 153 anni
di servizio per la comunità barese e dei suoi 41 Comuni (la prima assise è
datata 4 luglio 1861), dal 1° gennaio cederanno il passo alla città
metropolitana, di cui tutto, ma proprio tutto, è ancora in alto mare.
E
ieri, ultimo Consiglio provinciale, c’era proprio l’aria di ultimo giorno di
scuola. Per un epitaffio già scritto da tempo, ma mai digerito da nessuno.
Nemmeno,
ovviamente, dall’oncologo prestato alla politica, come Schittulli si è sempre
definito. «Chiude un ente che ha dato tanto a Bari ma non solo. Tra qualche
anno molti si renderanno conto di cosa significa aver chiuso le Province, per
lasciare spazio a un qualcosa di cui non si hanno risorse certe, regole sicure
e programmazione. E c’è da chiedersi perché in Italia sono state costituite 10
città metropolitane (e ce ne sono altre 5 in attesa), e soltanto 2 in Francia e
5 in Germania», arringa il presidente.
E,
per uno strano scherzo del destino, sarà proprio Schittulli a traghettare la
Provincia sino all’avvento della città metropolitana barese. Ha già avuto i
primi incontri con il sindaco di Bari Antonio Decaro, ma chiede collaborazione
all’intero emiciclo provinciale. «E’ necessario istituire una task force che
non deve essere una Torre di Babele, ma deve impregnarsi del contributo di tutti
per redigere lo statuto della Città metropolitana».
Poi
c’è spazio anche per le critiche personali: «Se da un lato l’esperienza è
stata gratificante – sottolinea il presidente – perché ho sempre accolto
e ascoltato tutti, dall’altro lato sono rammaricato per non aver potuto
rispondere concretamente alle aspettative di tutti i cittadini, così come avevo
promesso quando mi sono insediato. E questo è successo sia per mancanza di
fondi e per la crisi che ci attanaglia, sia perché la Regione non ci ha dato
deleghe a sufficienza».
Schittulli e gli
assessori resteranno in carica, a titolo gratuito, fino al 31
dicembre prossimo per traghettare il passaggio da un ente
all’altro.