L’impegno è chiaro: battere cassa, in tutte le sedi opportune e le modalità possibili, per avere un fondamentale assegno di oltre cinque milioni di euro da parte del Governo centrale. A cosa servono? A garantire e a incrementare Servizi sociali, di istruzione e anche di Asilo nido.
A chiederlo sarà direttamente il Consiglio comunale, che oggi pomeriggio, oltre a discutere della manovra fiscale 2019, si troverà dinanzi anche un preciso Ordine del giorno firmato e proposto dal primo sindaco Michele Abbaticchio.
La questione è delicata e tutta di natura tecnica. La Costituzione italiana, all’articolo 119, prevede che ci sia un “fondo perequativo, senza vincoli di destinazione, per i territori con minore capacità fiscale per abitante” che, insieme alle entrate fiscali proprie di ciascun ente locale, di “finanziare integralmente le funzioni pubbliche loro attribuite”. Tra cui ci sono i Servizi sociali, l’Istruzione e gli Asili nido.
Partendo da questo presupposto, allora, accade che, violando costantemente la legge fondamentale dello Stato, questo Fondo perequativo appare fortemente squilibrato per tutti gli enti locali, Bitonto in primis. Che – si legge nel provvedimento che sarà discusso – “opera in un’area con modesta capacità fiscale per abitante, per cui è fondamentale interesse dei cittadini, sia l’oculato utilizzo da parte dell’amministrazione comunale di ogni euro disponibile, sia il corretto funzionamento del federalismo fiscale affinché siano garantite risorse proporzionate alle funzioni attribuite”.
E, secondo i conti fatti dagli uffici di Palazzo Gentile, solo nel 2018 per la città dell’olio e del sollievo, il Fondo era sbilanciato in negativo di oltre cinque milioni di euro. Per essere precisi, 5.397.102,00 euro. Cifra nella quale sono comprese anche le anomalie nel calcolo del corretto fabbisogno standard. E non pochi per dare funzionamento corretto ai Servizi essenziali portati avanti dai singoli Comuni.
L’assemblea consiliare, allora, chiederà alcune precise cose. Al sindaco e alla Giunta di intraprendere tutte le azioni politiche e legali finalizzate a ottenere il riequilibrio e quindi di vedersi staccare l’assegno di oltre cinque milioni di euro relativo all’anno passato, e di utilizzare l’eventuale arrivo di queste risorse per Servizi sociali, l’Istruzione e gli Asili nido. Ma anche di effettuare due solleciti. Uno all’Associazione nazionale dei Comuni italiani (Anci), affinché “riprenda il percorso di attuazione del federalismo fiscale avviato nel 2015 e da ultimare nel 2021, per un graduale passaggio dai trasferimenti storici alla integrale perequazione dei fabbisogni correttamente riconosciuti”. L’altro alla Regione Puglia perché si impegni a “ricorrere alla Corte Costituzionale, nell’interesse di tutti i cittadini pugliesi, per la dichiarazione di incostituzionalità del comma 449 dell’art.1 della legge n.232/2016”.