Si è presentato ieri agli elettori bitontini,
uno dei concittadini candidati alle regionali di domenica 31 maggio, Ottavio
Felice Morea, in lista per “Oltre con Fitto”, a sostegno del candidato presidenteFrancesco Schittulli. A sostenere Morea, è intervenuto ieri, nella sede del suo
comitato elettorale, Raffaele Fitto che ha spiegato ai cittadini presenti i
motivi dell’allontanamento da Forza Italia e dal suo leader.
Il candidato consigliere, invece, ha
enunciato quelli che saranno i punti cardine della sua azione politica.
«Non mi interessano i trasformismi politici
di questa tornata elettorale. Nè mi appassionano le polemiche sugli
apparentamenti strategici di alcuni “senatori” locali della politica
regionale. Sono e rimarrò un tecnico coerente con le proprie idee. Ed in quanto
tale ho deciso di tentare di fornire, con coerenza, il mio contributo ad un
cambiamento che non può più attendere» annuncia, elencando i temi a suo parere
più meritevoli di attenzione. Il primo è la sostenibilità, «la soluzione per
risolvere gran parte delle tematiche che negli ultimi trent’anni ci vedono
impegnati sia come pugliesi che come cittadini italiani. Dev’essere quindi la
politica a farsi carico, sul territorio, di un’adeguata gestione delle proprie
risorse: solo così possiamo cominciare a investire sul nostro futuro. Questo
principio, se rispettato, rappresenta il fondamento per lo sviluppo
socio-economico e occupazionale del nostro paese».
A tal fine Morea riferisce che «sostenibilità
e sviluppo si coniugano attraverso progetti concreti sul territorio. Penso
soprattutto al recupero edilizio, opportunamente incentivato dalla Regione e
liberato dalle pastoie burocratiche degli uffici tecnici comunali, delle
innumerevoli infrastrutture, sia industriali che commerciali, fatiscenti, le quali,
arricchite di innovazioni tecnologiche di tipo energetico, ritornerebbero
competitive. Ma penso anche ad una estensione del “Piano casa”, più
elastico e sorretto da risorse regionali, anche agli edifici di tipo economico
e popolare, magari accompagnato da interventi urbanistici di verde pubblico,
per inserirli in un ambiente più accogliente. E penso, infine, ad opere di
recupero delle nostre coste, sulle quali sono già pronti progetti finalizzati
all’incentivazione del turismo ed ad un miglioramento della ricettività. Un
territorio accogliente favorisce la creatività e la crescita economica».
Al vaglio del candidato c’è anche
l’agricoltura, che necessita, a suo dire di filiera corta in agricoltura, di
rilancio tecnologico delle coltivazioni e di investimenti nel biologico: «Non
si può più vivere di assistenzialismo finanziario e svendere alle filiere
commerciali sovranazionali. Quando penso alla stagnazione della nostra
agricoltura, ipotizzo la possibilità di un suo rilancio attraverso sistemi
tecnologici finalizzati a coniugare biosostenibilità, coltura intensiva e
risparmio energetico attraverso l’utilizzo di fonti rinnovabili. Si tratta solo
di una visione onirica? Niente affatto. È sicuramente concretizzabile con i
giusti sostegni regionali alle imprese e/o alle cooperative agricole. Ma oggi
rimane solo un progetto destinato ai mercati esteri, pur appartenendo alla
creatività pugliese. Spetta quindi all’elettorato renderlo applicabile anche
alla nostra Regione».
Ed ancora: «L’edilizia non può sottrarre
ancora spazio all’agricoltura, ma deve trovare rilancio nel recupero di edifici
in disuso e fatiscenti».
Un’attenzione al rilancio economico che Morea
indica anche come ingrediente per i problemi sociali: «La progettualità è una
prerogativa della vita. Progettare fa parte della nostra stessa esistenza,
senza la quale perderebbe di significato ogni azione, ogni attività lavorativa
ed ogni architettura sociale. Quando si dematerializza la capacità di un popolo
di organizzare il proprio territorio, e quindi il proprio futuro, lo si destina
alla depressione, lasciando campo libero alla rivolta, da un lato, ed alla
criminalità, dall’altro lato, che, in particolare, si alimenta proprio della
disperazione delle classi meno abbienti e, per converso, dei vizi degli
afflitti. Bisogna dunque restituire al territorio la possibilità di
rivalorizzarsi con progetti di riqualificazione produttiva ed economica, idonei
a restituire alla popolazione locale l’ingegnosità di immaginare un suo nuovo
futuro, fatto di integrazione multiculturale (dalla quale non si può più
prescindere) e ripartenza imprenditoriale. Magari partendo da un piano di
riqualificazione delle nostre coste, votate, per natura, all’apertura di varchi
commerciali e turistici. Un progetto che da tempo ho nel cassetto e che
potrebbe fungere da punto di partenza della nuova amministrazione regionale».