Un volto provato ma anche soddisfatto
per il traguardo raggiunto.
Domenico Damascelli è l’espressione della felicità: con i suoi3835
voti (di cui 1903 a Bitonto), il consigliere
comunale e coordinatore provinciale di Forza
Italia diventa il più suffragato nella lista ed ottiene così l’unico seggio
circoscrizionale di Bari assegnato al partito di Silvio Berlusconi. Entrerà,
dunque, in Consiglio regionale tra le fila dell’opposizione al governo che sarà
guidato da Michele Emiliano.
«Il
voto è stato proporzionale al voto di lista – commenta
Damascelli –. I voti arrivati sono quelli
che la gente ha voluto darmi e per cui sono grato. Bitonto ha dato un buon
risultato con il 13,9 %, dimostrazione che i bitontini hanno votato Forza
Italia per votare la persona».
Impressiona
sicuramente l’alto dato dell’astensionismo.«Me l’aspettavo, ero certo che la gente
non sarebbe andata a votare. E chi vota il Movimento 5 Stelle spesso lo fa per protesta, per sfiducia nella
politica».
«Rispetto
a cinque anni – spiega il forzista, ricordando la sua
precedente corsa ad un posto in Consiglio regionale – lo scenario è cambiato: allora c’era il Popolo della Libertà che
sosteneva Rocco Palese, e quindi meno liste rispetto a quelle che si sono
create quest’anno. Ed io ottenni a Bitonto il 41%, quest’anno il 56% di
preferenze: in proporzione sono molti di più. L’altra volta c’era un solo candidato
del centro destra, quest’anno ce n’erano molti di più (Di Carlo, Scaraggi,
Morea, Izzo, ndr)».
Con Damascelli tornerà
finalmente la voce di Bitonto alla Regione Puglia, dopo anni di silenzi
assordanti ed umilianti.
«La mia permanenza in Regione sarà
improntata sull’interesse generale della collettività – commenta –. Mi confronterò
con l’Amministrazione, anzi lancio un appello: che mi “usino”. Non sono lì
per carrierismo politico ma sarò a disposizione del sindaco, della mia
amministrazione, spalanco le porte per la piena disponibilità dei miei
cittadini».
«Ringrazio
tutti dal profondo del cuore – conclude Damascelli –. Sento il dovere di servire la città senza
guardare l’appartenenza politica delle persone con cui mi confronterò. La città
ha un figlio in consiglio regionale».