Ieri sera Giuseppe Giulitto, candidato del Partito Democratico e della coalizione di centrosinistra al collegio uninominale Puglia 02 per la Camera dei Deputati, ha incontrato gli imprenditori del Comitato della Zona artigianale di Bitonto per ascoltare le problematiche della zona “produttiva” del comune più popoloso del collegio, in vista dell’ormai imminente voto, in programma domenica prossima 4 marzo.
Ad illustrare le problematiche della zona artigianale, il presidente del Comitato – nato circa 8 anni fa –, Vincenzo Marinelli, che ha evidenziato la necessità di completare appunto la zona in termini di strade, viabilità ed accesso alla stessa, con inevitabile riferimento al ponte sulla s.p. 231 che deve collegarsi con la poligonale (da allargare successivamente al completamento dello stesso), una infrastruttura fondamentale sia per smaltire la viabilità cittadina, sia per collegarsi immediatamente con l’autostrada e la s.s. 16, sia appunto per l’accesso dei mezzi più pesanti per le aziende della zona artigianale. Ma gli imprenditori bitontini hanno lamentato l’eccessiva lentezza nella conduzione dei lavori ed anche la problematica della deviazione provocata dal blocco per i mezzi pesanti sul ponte della s.p. 231 nei pressi di Lama Balice. Questione che potrebbe risolversi con la creazione di una sorta di raccordo anulare di Bitonto, con il completamento della poligonale anche nell’ultimo tratto mancante per innestarsi nuovamente sulla s.p. 231, ed evitare così il transito nel tratto bitontino della ex s.s. 98 e trasferire tutta la viabilità extraurbana proprio sulla poligonale.
Ma non solo viabilità e infrastrutture. «Abbiamo chiesto di modificare la zona artigianale in una zona anche commerciale e libera attraverso l’introduzione dell’APPEA, ma se ci sono altre strade ben vengano – ha sottolineato Marinelli –. Vogliamo completare la zona consentendo l’avvio di altre attività di diverso tipo e renderla così più appetibile anche per chi viene da fuori. Inoltre, vogliamo avvicinare la zona ASI a ridosso a ridosso della zona artigianale, in modo che sia più facile urbanizzarla e consentire a qualche azienda di maggior entità di potersi insediare qui nel nostro territorio e nella nostra zona. E su quest’ultimo punto ci aspettiamo davvero tanto, anche per la vicinanza tra il candidato e l’attuale Amministrazione comunale».
Gli imprenditori bitontini hanno poi sollecitato Giulitto su novità e proposte.
«Bisogna ripartire dal progetto del centrosinistra che col presidente Gentiloni sta portando a dei risultati sull’imposizione fiscale, sulle aziende 4.0, tutta una serie di novità che agevolano gli imprenditori – ha analizzato Giulitto –. Per quanto riguarda l’imposizione fiscale, che è alta, penso ci sia da affrontare il problema del cuneo fiscale e del costo del lavoro, che oggi rende gli imprenditori italiani meno concorrenziali rispetto alle aziende non italiane. Sul cuneo fiscale si può lavorare bene, dal 43% si può scendere di 4 punti, ma non si può dire di arrivare al 23% o al 15%, non si può fare, significa prendere in giro la gente, sarebbe necessario cambiare la Costituzione, i padri costituenti hanno parlato di equità sociale ed imposte proporzionali».
«Nell’ultima legislatura – ha continuato – abbiamo portato avanti una serie di riforme che gli altri partiti hanno bocciato perché è stato un voto su Renzi: potrà avere anche mille difetti, ma la sua proposta rimane ancora quella più credibile. Abbiamo attraversato la crisi mondiale più dura dal dopoguerra, e la globalizzazione ha reso tutto più difficile. Ora che abbiamo un minimo di ripresa, bisogna ripartire da qui, non da chi vuole annullare e distruggere tutto, da chi vuole uscire dall’Europa proprio ora che abbiamo recuperato una certa credibilità. Berlusconi sa solo comunicare e vendere il prodotto, di Di Maio non mi fiderei neanche se fosse amministratore del condominio».
«Abbiamo bisogno di essere anche rappresentativi sul territorio, non farci vedere solo in campagna elettorale o con candidature calate dall’alto – ha concluso il candidato democratico –. Abbiamo bisogno di strumenti che ci rendano concorrenziali e che ci diano la possibilità di mettere in discussione le nostre potenzialità. Per questo serve una rivoluzione culturale, possibile solo se si fa rete, facendo strada in comune con realtà ed amministratori locali, fare rete con i nostri imprenditori. È necessario consorziarci a livello territoriale per far sentire la propria voce. E bisogna coinvolgere le associazioni di categoria, è stato questo un errore che il PD e il centrosinistra hanno fatto».