Anche per il fronte pro-Stefano è ufficialmente iniziata la campagna elettorale in vista delle primarie del centrosinistra . A darne l’avvio è stata, ieri, la visita del candidato stesso Dario Stefano, che ha inaugurato il suo comitato elettorale, in Corso Vittorio Emanuele 37. Il leader del movimento “La Puglia per Vendola” ha, inoltre, fatto visita ai commercianti e agli imprenditori bitontini, prima di presentarsi al pubblico nel Teatro Traetta.
Ad accoglierlo il sindaco Michele Abbaticchio che ha elogiato l’opera dell’amministrazione regionale sul turismo, “dove si è avuto un exploit”, e sull’agricoltura, “settore in cui si sono raggiunti grandi obiettivi come da ultimo il finanziamento europeo, per 500 milioni di euro, per il rifacimento della rete stradale rurale, da sempre chiesto dagli agricoltori”. Non ha risparmiato un’osservazione sulla sanità, campo in cui le aspettative non sono state di certo soddisfatte: “Bitonto ha visto il suo ospedale depotenziato”.
“Bitonto non è molto avvezza allo strumento delle primarie. Invertiamo questo trend e sfruttiamo questo strumento di partecipazione” è stato l’invito del sindaco, condiviso da Nicola Lucarelli, esponente cittadino de “La Puglia per Vendola” e Rosanna Perillo, responsabile del circolo bitontino di “Sinistra Ecologia Libertà”. Entrambi, presentando Stefano, hanno invitato a votarlo, affinchè possa continuare le politiche di Vendola, “che hanno portato la Puglia a tagliare traguardi impensabili dieci anni fa”.
L’appello alla partecipazione è stato condiviso anche dall’ospite, che ha invitato a votare alle primarie, “perché con esse si sottrae la facoltà di scelta ad oligarchie di partito, a quel che rimane dei partiti, che spesso agiscono sulla base dei soli equilibri interni. Sono uno strumento di partecipazione e di responsabilizzazione degli eletti”.
“Questo luogo (il Teatro Traetta, ndr) è il simbolo della crescita culturale che ha avuto la nostra Regione. In questi dieci anni c’è stato un grande cambiamenti in Puglia. Ovunque andassi ho sempre ricevuto complimenti per l’esperienza amministrativa della giunta Vendola. Partendo da una forte situazione debitoria, Puglia ha visto moltiplicarsi il flusso turistico, aumentare il traffico aereo, negli aeroporti di Bari e Brindisi. Siamo una delle regioni con il modello più avanzato di welfare. Abbiamo rimesso in piedi l’agroalimentare in un momento di grando difficoltà, portandola Puglia a diventare produttore di qualità e non solo di prodotti semilavorati. Specialmente in campo vinicolo” ha continuato Stefano che non ha risparmiato attacchi a quella parte del centrosinistra, il Pd in particolare, che ha spesso criticato l’operato di vendola, giungendo a parlare di “esperienza da chiudere”.
“Certo sulla sanità non siamo stati in grado di rispondere a tutte le aspettative” ammette l’ospite che, tuttavia, aggiunge: “Abbiamo ereditato una sanità fortemente indebitata e abbiamo dovuto attraversare il deserto della ristrutturazione dell’offerta sanitaria, il deserto del piano di rientro, che non ci ha fatto fare tutto quel che volevamo, il deserto del passaggio da una logica ospedale-centrica ad una territorio-centrica. Quello relativo al nosocomio bitontino è stato un taglio doloroso. Non è che noi godiamo, tagliando sulla sanità. Non abbiamo potuto fare altro. Ma ora, dopo questa fase 1, dobbiamo passare alla fase 2, sulla territorializzazione e qualificazione dell’offerta sanitaria, che in una regione dove l’80% del personale sanitario è precario, diventa difficile”.
“Eppure sono stati raggiunti importanti obiettivi anche qui, contando che, nel 2005 non c’erano ancora importanti servizi come la Tac” prosegue, elencando i successi dell’esperienza di Vendola in campo ambientale, nelle politiche di welfare, promozione turistica ed enogastronimica, politiche giovanili: “Risultati che rischiano di essere vanificati dalle politiche nazionali che tagliano sui fondi che servono agli enti locali per garantire servizi e puntano a trasferire competenze dalle regioni allo stato centrale in campi come quello ambientale e dei trasporti”.
L’ultima stoccata è dunque al governo nazionale: “Non si crea sviluppo indebolendo i diritti”.