In un Consiglio comunale dove il Documento unico di programmazione 2018-2020 l’ha fatta sicuramente da padrone, la massima assise cittadina ha trovato il tempo, il modo e lo spazio di occuparsi di altro.
Di uomini. Anzi, di un uomo e di una donna, che da anni e per anni hanno dato, seppur magari in modo diverso, il loro nobilissimo contributo alla causa della nostra collettività. Lei è Cecilia Lovero, per anni dipendente comunale per l’Ufficio di presidenza, e giunta al traguardo della pensione. Lui è Franco Sannicandro, l’artista e l’uomo di cultura scomparso un paio di settimane fa lasciando un grande vuoto nel mondo dell’arte bitontina e non solo.
Cecilia Lovero. Una vita al Comune e per il Comune. A introdurre questo primo doveroso fuori programma è stato il presidente Vito Labianca, che ha elogiato la figura di Cecilia Lovero, ieri al suo ultimo Consiglio comunale in quanto per lei, stakanovista del lavoro, è arrivato il tempo di godersi la pensione e la vita.
Una perdita importante per Palazzo Gentile, sia in termine numerico e sia come qualità – è stato sottolineato da più banchi – che sarà difficile rimpiazzare.
“Una persona disponibile e dalla grande abnegazione – ha evidenziato Gaetano De Palma, assessore al Welfare e già presidente del Consiglio – che amava il suo lavoro e recava sempre il sorriso sulle labbra. Mancherà sicuramente a tutti”. Sulla stessa lunghezza d’onda il titolare alle Finanze, Domenico Nacci, e la forzista Carmela Rossiello.
Franco Sannicandro. “Non si perda il suo enorme lavoro”. È stato Francesco Brandi, esponente di “Città democratica”, e d’intesa con Giuseppe Maiorano di “Progetto comune-Viviamo la città” a ricordare il da poco scomparso Franco Sannicandro – ieri erano presenti alcuni amici e familiari dell’artista e – anche attraverso un lungo e intenso ricordo del professor Giuseppe Fioriello, nel quale si racconta la sua intensa e proficua vita di studio e professionale, e si invita l’amministrazione comunale a non disperdere il suo enorme lavoro (“Il progetto delle luci d’artista, coinvolgendo ancora una volta la scuola come pensava Sannicandro; la degna collocazione delle sculture realizzate nel Simposio di scultura; la scultura di Ulrich Johannes Mueller, realizzata nel Simposio di scultura, è stilisticamente la più idonea, per essere proposta come stele funeraria in prossimità della stele di Aldo Citelli realizzata per la tomba di Francesco Speranza; preservare il progetto “Olio d’artista”, prima che la fantasia porti tutto altrove”).
“Il nostro auspicio – scrive sempre Fioriello – è che questa memoria non resti cenere o retorica del giorno dopo, ma nel tempo possa diventare terreno fertile, per poter scientificamente quantificare e catalogare il lavoro di Sannicandro”.
Parole al miele sono giunte anche da Cataldo Ciminiello (Movimento 5 stelle) e Francesco Scauro (Partito socialista), che ha ricordato la lunga militanza nel partito del Garofano rosso.
Anche il sindaco Michele Abbaticchio è stato chiaro: “Pochi giorni prima di aggravarsi, Sannicandro era qui in Comune per parlare del suo progetto di laboratorio artistico per minori a rischio devianza. Ed è da questo che vogliamo partire”.
E poi c’è la difficoltà di accedere agli atti. Finita questa doverosa parentesi, Cosimo Bonasia (“Insieme per la città”) ha riportato tutti alla realtà enfatizzando, ancora una volta, un problema non di poco conto: la difficoltà nel poter accedere agli atti, anche per colpa di alcuni funzionari del Comune.
E il segretario generale Salvatore Bonasia gli ha fatto eco. “Una questione – ha spiegato – che conosco benissimo, ma che pensavo si fosse risolta già un mese fa. È chiaro che, adesso, è necessario prendere provvedimenti”.