La seduta del Consiglio comunale di ieri è proseguito poi con la discussione sul Bilancio consolidato. E Michele Daucelli (Insieme per la città) ha messo in evidenza, ancora una volta, come già fatto nei mesi precedenti, le difficoltà dell’ASV, l’Azienda Servizi Vari. Infatti, nel mettere in risalto le discrepanze numeriche del documento, per l’ex assessore «è evidente il momento deficitario dell’ASV, dimostrazione che la minoranza faceva bene a sollecitare consigli monotematici, invece negli atti viene certificata la precarietà della società, nonostante le tante rassicurazioni della maggioranza. Lo dimostrano anche le 300mila euro di penalità per disservizi ricevute da maggio ad oggi. O il ritardo nel presentare la relazione sul piano di consolidamento: il nuovo Cda si è insediato a metà luglio, doveva presentarlo a fino agosto, dopo 45 giorni, ma siamo a novembre ormai e non abbiamo ancora ricevuto nulla. Dunque, questo bilancio consolidato conferma e rafforza le nostre convinzioni che c’è una gestione che lascia a desiderare. Visto che anche il prossimo bilancio sarà negativo, mi auguro almeno nel 2020 si possa leggere un bilancio con un cambio di tendenza e che non sia in perdita». Ed Emanuele Sannicandro (Insieme per la città), stigmatizza proprio la recidività di un bilancio negativo per il terzo anno consecutivo.
Critica sulla questione ASV anche Carmela Rossiello (Forza Italia), la quale, riprendendo la valutazione dei revisori dei conti, ha ricalcato che «il collegio ha registrato delle criticità e dei segnali di allarme molto alti sulla sopravvivenza aziendale della società, tanto da invitare il Comune a monitorare l’azienda e a censurare il ritardo nella presentazione ai soci e al collegio sindacale del documento di risanamento aziendale che l’organo amministrativo della società avrebbe dovuto presentare entro 45 giorni dall’approvazione del bilancio».
Prova a dare spiegazioni l’assessore Rosa Calò, specie sui ritardi nella presentazione dei documenti da parte dell’azienda: «La bozza è stata approntata nel fine settimana ma chi deve esaminarla non ha avuto tempo per rivederla e presentarla in maniera congrua».
Il Bilancio consolidato viene approvato con i 14 voti favorevoli della maggioranza, mentre la minoranza si oppone con 8 voti contrari. Approvati a seguire anche, con i 13 soli voti della maggioranza e con l’opposizione che esce dall’aula, i provvedimenti delle misure correttive della Deliberazione n. 87/PRSP/2018 adottata dalla Corte dei conti regionale a seguito della relazione dell’Organo di revisione dei conti del Comune di Bitonto in riferimento all’esercizio di rendiconto del 2015. Una discussione rapida, senza interventi.
La seduta del Consiglio si chiude poi con l’approvazione del Regolamento temporaneo per l’utilizzo di lampade votive ad energia solare e a batteria nei cimiteri comunali, anche perché l’ultimo punto – l’approvazione definitiva della variante al Piano di Lottizzazione della zona H compresa tra via Lazzati, via Berardi, sottopasso e via Dossetti – non viene affrontato, con i consiglieri che lasciano l’aula e concludono così il Consiglio. Ma sul regolamento per le lampade votive la discussione è particolarmente intensa.
Questo nuovo regolamento – precisa l’assessore ai servizi cimiteriali, Marianna Legista – vuole consentire ai cittadini di poter esercitare in tempi rapidi la loro devozione ai defunti, visto che l’illuminazione votiva attualmente non è funzionante. E prezioso è stato il contributo della V Commissione consiliare, composta dai consiglieri Maiorano, Nuzzo, Abbatantuono e Cosimo e Gaetano Bonasia.
Botta e risposta in aula: da una parte i consiglieri Rossiello e Sannicandro a stigmatizzare la questione dell’interruzione del servizio e della fine del contratto con la ditta “Cuoccio Giuseppe”, gestore concessionario dal 1984.
«Quando si è rescisso il contratto, si sono previste le difficoltà? La politica ha fatto le sue valutazioni? Si sono immaginate le difficoltà e il rischio di una interruzione che può durare a lungo a causa del contezioso legale con l’ex gestore? C’era contezza che si poteva spegnere l’impianto?», si chiede Sannicandro, mentre la Rossiello accusa l’Amministrazione di «sciatteria amministrativa, incapacità di governare e programmare. La storia delle lampade votive è diventata una soap opera. Da un quotidiano online abbiamo appreso che l’Amministrazione ha dato mandato per la risoluzione del contratto di gestione dell’illuminazione votiva a marzo, poi a settembre ecco la genialata delle lampade ad energia solare. Poi c’è stata l’interruzione unilaterale del servizio senza prevedere per tempo la sostituzione, in quanto l’Amministrazione pensava di riuscire ad espletare la gara pubblica. Ed ancora oggi stiamo discutendo di come mettere le lampade al cimitero. L’ente aveva coscienza che non poteva gestire direttamente l’impianto di illuminazione?».
«La responsabilità politica non c’è, gli uffici hanno evidenziato delle irregolarità e delle inadempienze. E seppur si tratti di un servizio non essenziale, eravamo coscienti di quello che è stato fatto», sottolinea l’assessore Legista, mentre il sindaco Michele Abbaticchio aggiunge: «La valutazione del servizio di gestione del concessionario parte da tre anni a questa parte, le relazioni hanno richiesto del tempo. La politica ha deciso di controllare la regolarità amministrativa del contratto con la ditta, e una volta completate le relazioni abbiamo preso la decisione di sciogliere il contratto. Sapevamo ci sarebbero stati dei disagi anche se non pensavamo fossero così immediati, ma la macchina della burocrazia sta facendo i suoi passi. Politicamente abbiamo messo in primo piano la legittimità del servizio».
Prova a dare spiegazioni sul regolamento, Cosimo Bonasia (Insieme per la città), componente della 5^ Commissione che he elaborato il documento: «è un testo che soddisfa sensibilità diverse in materia di lampade votive, è una sorta di disciplina per rimediare nell’immediato all’esigenza della collettività. Le lampade sono del tutto simili a quelle precedenti, c’è cancellazione del porta lampada per evitare ulteriori contenziosi».
Se per l’indipendente Dino Ciminiello «il regolamento, senza una gara da parte del Comune, non ha alcuna ragione di esistere e non può essere applicato», per il socialista Franco Scauro si tratta di «una toppa a una situazione esplosiva».
Rassicura tutti il segretario generale Salvatore Bonasia, che spiega come il Comune sia legittimato ad intervenire sull’impianto in quanto non è di proprietà del gestore concessionario ma è del demanio, e quindi comunale.
Polemiche anche su un emendamento, presentato dalla lista “70032 Città di movimento” e ritirato visto il parere tecnico negativo degli uffici, con Giuseppe Fioriello che, difendendo lo stesso – «abbiamo cercato di produrre delle migliorie per innescare una visione a più ampio respiro, tesa a ecosostenibilità e ambiente» – accusa «ingerenze sulle nostre considerazioni».
Il regolamento passa con tredici voti favorevoli (di cui tre anche della minoranza, ndr), due astensioni e due voti contrari.