Da Città Democratica riceviamo e volentieri pubblichiamo:
Ravvicinate e perciò ancora più evidenti, le due
dichiarazioni apparse sugli organi di stampa negli ultimi giorni, riconducibili
al medesimo Partito Democratico, lasciano sgomenti. In sostanza nell’intervista
al segretario sezionale di Bitonto del PD, Vaccaro, pubblicata sulla Gazzetta
del Mezzogiorno di domenica 2 ottobre 2016, il giovane Dem, con piglio
convinto, partendo dal fermo sentimento di freddezza per una candidatura
innaturale quale sarebbe in tutti i casi, pare, quella di Abbaticchio, utile solo
a riunire le forze politiche di orientamento riformista, vede nell’indizione di
primarie di coalizione il passaggio fondamentale per digerire l’indigesto
Abbaticchio (assieme alla sua innominabile ciurma). A togliere ogni dubbio
circa la profonda motivazione politica che sottostà ai calorosi inviti
all’unità emerge come un iceberg dall’oceano, in extremis, il giudizio
inequivocabile espresso a proposito dell’operato di quest’Amministrazione:
“Bocciamo questa Amministrazione, rifiutiamo le sue lusinghe e chiediamo a
gran voce un segnale di discontinuità”. Sembrano le parole di un grillino.
Specie se confrontate con quelle del segretario regionale
del medesimo (?) partito.
Lacarra dice, pochi giorni dopo, in un’intervista
rilasciata a Bitontotv “È evidente che quella di Abbaticchio è
un’Amministrazione con una vocazione spinta verso il centrosinistra. Se si
tiene poi conto anche delle relazioni istituzionali intrecciate negli ultimi
anni sia con il Presidente Emiliano che con il sindaco Decaro, sarebbe surreale
pensare ad una divaricazione. Peraltro non esistono diversità di natura
programmatica o conflittualità sui modelli di sviluppo del territorio, ma
semplicemente beghe politiche spesso di carattere personale”.
E a proposito dell’intervista di Vaccaro, opportunamente
esibita dal disorientato intervistatore, commenta: “Benché pubblicata
domenica, si tratta di un’intervista precedente. Io ho sentito Vaccaro e posso
assicurare che non è assolutamente il linea con quello che ha dichiarato”.
Senza troppi complimenti la segreteria ha così smentito corretto e rimbrottato
il segretario sezionale come uno studente in ritardo di preparazione.
Naturalmente sulle primarie infine dichiara: “Non
sono la priorità e non sono un passaggio obbligato”. Altra pesante
correzione.
Ne sono seguiti goffi tentativi di rettifica, di caccia
alla stampa, che se mai hanno confermato la gravità di quanto emerso da questo
confronto a distanza. Di fatto il Partito avverte come ingiustificabile
sul piano politico l’opposizione all’Amministrazione Abbaticchio e comincia a
sospettare che l’operato della sezione locale risponda ad una linea
sostanzialmente estranea ai valori e alla prassi politica del Partito
Democratico.
Il PD regionale si comporta come se il suo unico
interesse sia arruolare l’ottimo Michele Abbaticchio, ma non vuole fare i conti
con la compagine politica che lo sostiene la quale, per quanto frammentata,
rappresenta di fatto una parte considerevole del centrosinistra bitontino.
Il PD locale si comporta invece come se avesse ottenuto
negli ultimi dieci anni consensi crescenti coronati da entusiasmanti elezioni a
sindaco di propri candidati, come se fosse riuscita a coagulare e organizzare
il mondo del centrosinistra bitontino, a produrre risposte politiche all’enorme
domanda di cambiamento levatasi da ogni parte. Tutt’al contrario sin dal 2008
ha mostrato di non saper ascoltare i propri elettori, ha consegnato la città al
Centro Destra, non ha saputo portare in Regione l’ottimo sindaco Pice, ha
fucilato il tavolo del CS faticosamente costruito dopo tali disfatte, ha
sbarrato le porte alla trascinante personalità di Michele Abbaticchio, gli ha
fatto la più fallosa e astiosa opposizione che si potesse immaginare, per tutti
i cinque anni di mandato. E perfino ora, che tutto il Partito vorrebbe un
cambio di direzione, non scuce una parola che sia una di revisione della
propria linea politica.
Evidentemente si comporta come se il centro sinistra non
esistesse al di fuori del proprio circolo, senza minimamente ammettere che il
CS invece è vivo e vegeto, sta mettendo casa altrove, ben governa la città e
semplicemente non si sente rappresentato dalla segreteria locale del PD.
Noi di Città Democratica abbiamo sempre creduto in una
sintesi politica, riunificazione come si suol dire, che non cancellasse le
conquiste avvenute nel frattempo, ma che anzi le assimilasse fino a farne nuovo
lievito. Assumendo la posizione esterna al Partito di riferimento del CS
intendevamo rendere evidente quest’obbligo di rinnovamento. A chi volesse
vederlo.
Il germe ha attecchito e ha germogliato prima con
l’elezione, poi con il buon governo targato Abbaticchio, del quale ci sentiamo
pienamente corresponsabili e che riproponiamo per una giusta riconferma dal
2017, con opportune e più coerenti modificazioni politiche. Tra queste non è
previsto alcun inciucio. Non siamo disponibili ad aprire le porte della nostra
casa a quanti fino ad oggi non hanno fatto altro che tentare di abbatterla. Ad
un cammino diverso, serio e progettuale siamo disponibili.
Lo
diciamo chiaramente: l’alternativa a questo Partito democratico è un Nuovo
Partito Democratico.