Ormai è “prassi” che in qualche modo gli iscritti al Pd bitontino facciano circolare in qualche modo messaggi interni alla stampa e, anche quando ci sono state lettere ufficiali e protocollati, quasi si è negata l’evidenza.
Ma veniamo ai fatti. Questa mattina siamo venuti a conoscenza di un messaggio whatsapp che sarebbe stato inviato dal candidato alla segreteria del Partito Democratico di Bitonto, Nino Colasanto, che denuncia presunte irregolarità e atteggiamenti che ha definito antidemocratici da parte della segreteria uscente.
“Parliamo di correttezza e rispetto e poi, in barba a tutte le regole, senza mandato da parte dell’assemblea, ma solo come ultimo vile atto di una segreteria che definire fascista sarebbe un complimento, il nostro ex segretario chiede, in segreteria provinciale, che si certifichi il dato dei tesserati al 27 ottobre impedendo la partecipazione di tutti gli iscritti al prossimo congresso.
Io rimarcherò fortemente nella giornata di domani, al segretario regionale, la necessità non più procrastinabile, di avere un commissario, SUPER PARTES, che mi garantisca tutti i sacrosanti diritti riconosciuti ai candidati.
Preciso di non aver mai ricevuto una tessera cartacea e di non essere mai stato coinvolto nella scelta delle regole. Le norme dello statuto nazionale e regionale invocano la partecipazione degli iscritti che, invece, a Bitonto, si vuole ridurre drasticamente, solo ed esclusivamente per poter raggiungere i propri scopi.
Il nostro circolo ha più di 500 iscritti on line a cui si vuole inibire voto e partecipazione. Sto preparando ed inviando, una nota alla commissione garanzia nazionale, al presidente nazionale, alla segretaria nazionale, alla commissione regionale di garanzia, alla commissione provinciale, al segretario regionale e al responsabile del tesseramento regionale e provinciale, denunciando tutto quello che sta succedendo e che si sta facendo, a Bitonto, pur di impedire un confronto, corretto, democratico e partecipato.
Vediamo se chiedere a 500 persone di iscriversi al partito è contro le regole, rispetto a inibire il voto a qualcuno. Ho taciuto per tanto tempo, ho proposto un accordo paritario per la formazione di un coordinamento condiviso e rappresentativo di tutti e, di contro, ho ricevuto una proposta che vedeva il sottoscritto, come unico rappresentante in un coordinamento di 19 a 1.
Il tempo del proviamo a volerci bene ed andare d’accordo credo non sia più raggiungibile e, certo, non per volontà del sottoscritto. Diramate pure questo messaggio alla stampa e poi dite in giro che sono stato io, mi raccomando”.