Da Liberi Bitonto riceviamo e pubblichiamo:
Aumenti Tari a Bitonto: responsabilità, strategie e dubbi irrisolti
L’annuncio dell’aumento della Tari per il 2024 a Bitonto solleva interrogativi non solo sulla gestione del servizio rifiuti, ma anche sulla trasparenza e sull’efficacia delle politiche adottate dal Comune e dalla Sanb. Sebbene l’assessore ai tributi Brandi e l’amministratore unico della Sanb, Toscano, abbiano fornito spiegazioni dettagliate, emergono diversi punti critici che meritano un’analisi approfondita.
Impianti inadeguati e il peso sui cittadini
Il problema principale, secondo quanto dichiarato, risiede nei “costi impiantistici” e nell’inadeguatezza strutturale degli impianti regionali. Questa situazione, causata da anni di ritardi nella pianificazione e nella costruzione di infrastrutture adeguate, viene di fatto scaricata sui contribuenti. Bitonto, come molte altre città pugliesi, si trova a fronteggiare rincari non per un miglioramento del servizio ma per carenze organizzative pregresse.
È evidente che la politica regionale sulla gestione dei rifiuti è stata miope, incapace di prevedere e affrontare l’aumento dei costi e il mutamento normativo. Se gli impianti regionali sono inadeguati, perché i cittadini devono essere penalizzati per errori che non dipendono da loro? La stangata da 1,1 milioni di euro notificata dall’Ager è una conseguenza diretta di queste carenze strutturali.
Le utenze sconosciute: un problema irrisolto
L’assessore Brandi sottolinea l’importanza di ampliare la platea dei contribuenti per ridurre i costi pro capite. Tuttavia, il problema delle “utenze sconosciute” non è nuovo e il lavoro di recupero dell’evasione Tari, sebbene necessario, appare tardivo. Perché non si è intervenuti prima su questa evidente falla? Questo ritardo nella gestione ha contribuito a incrementare i costi per i cittadini onesti, che continuano a subire aumenti mentre l’amministrazione recupera terreno su un problema che avrebbe dovuto essere affrontato anni fa.
La raccolta differenziata: un’arma a doppio taglio?
Il porta a porta ha portato il livello di raccolta differenziata all’80%, un dato sicuramente positivo. Tuttavia, la logica secondo cui “più e meglio differenzio, meno pago” sembra non trovare riscontro nella realtà. Nonostante l’impegno dei cittadini e i miglioramenti nella differenziata, i costi continuano a lievitare. Questo solleva dubbi sull’effettiva incidenza delle buone pratiche dei cittadini sul contenimento dei costi.
Inoltre, la proposta di ridurre la frequenza della raccolta del vetro a una volta al mese, sebbene presentata come misura di risparmio, potrebbe generare disservizi e compromettere la qualità del servizio.
Un territorio già gravato da discariche
Ciò che rende questa situazione ancora più inaccettabile è l’aggravante del nostro territorio, che ospita discariche da anni, con tutte le problematiche ambientali e sanitarie che ne derivano, ben conosciute dalla comunità locale. Le discariche, oltre a essere fonte di preoccupazione per l’inquinamento del suolo e delle falde acquifere, rappresentano un rischio per la salute pubblica, con un aumento dei casi di malattie respiratorie e altre patologie riconducibili all’esposizione a sostanze nocive.
Nonostante i sacrifici ambientali che i cittadini di Bitonto sono stati costretti a sopportare per decenni, ci troviamo di fronte a rincari che sembrano ignorare questo fardello. Il nostro territorio paga un prezzo altissimo sia in termini di qualità della vita che di salute pubblica, e ora anche sul fronte economico. È inaccettabile che chi vive in un’area già così martoriata debba affrontare ulteriori costi invece di beneficiare di politiche compensative o incentivi per il risanamento ambientale.
Esempi virtuosi: cosa fanno le città che pagano meno?
Il confronto con altre città italiane evidenzia che la questione Tari non è solo una questione di costi strutturali ma anche di efficienza gestionale. Prendiamo Trento, una delle città più virtuose in Italia: qui, una famiglia di tre persone in un appartamento di 100 metri quadrati paga circa 180 euro all’anno, grazie a una gestione integrata ed efficiente del ciclo dei rifiuti. Trento non solo ha raggiunto livelli altissimi di raccolta differenziata (oltre il 90%), ma dispone di impianti moderni per il trattamento e il riciclo, riducendo al minimo i costi di smaltimento.
Anche realtà come Treviso e Mantova, con costi annuali rispettivamente di circa 200-250 euro, dimostrano che investire in infrastrutture locali e sensibilizzare i cittadini può produrre risultati significativi. Queste città hanno implementato un modello basato sul “tariffa puntuale”, in cui ogni nucleo familiare paga in base alla quantità effettiva di rifiuti indifferenziati prodotti, incentivando comportamenti virtuosi e premiando chi ricicla meglio.
Liberi: stanchi di quarant’anni di fallimenti politici
Noi di Liberi non possiamo che esprimere il nostro disappunto verso una politica quarantennale di fallimenti e scelte scellerate che hanno portato Bitonto e la Puglia in questa situazione. Da decenni, si susseguono amministrazioni che si limitano a gestire emergenze, senza alcuna visione strategica per il futuro. Il ritardo infrastrutturale, la cattiva gestione e il continuo aumento dei costi dimostrano che la politica locale non è stata in grado di proteggere i cittadini, né di fornire servizi adeguati.
L’aggravante del nostro territorio, gravato dalla presenza di discariche, rende ancora più evidente l’inefficienza delle amministrazioni che non sono state in grado di tutelare il nostro ambiente né di trasformare questa situazione in un’opportunità per contenere i costi.
Conclusioni: chi paga davvero il prezzo degli errori?
L’amministrazione di Bitonto e la Sanb sembrano concentrarsi più sulla giustificazione degli aumenti che sulla ricerca di soluzioni strutturali. Sebbene gli sforzi per migliorare la raccolta differenziata e recuperare l’evasione siano apprezzabili, i cittadini continuano a pagare il prezzo degli errori di pianificazione e gestione accumulati nel tempo.
Il confronto con le città virtuose dimostra che è possibile pagare meno Tari senza compromettere la qualità del servizio, ma questo richiede una visione strategica e investimenti a lungo termine. Per evitare che gli aumenti Tari diventino una costante, è necessario un cambio di paradigma: maggiori investimenti regionali negli impianti, una revisione delle politiche tariffarie e un’azione più incisiva contro l’evasione fiscale.
Bitonto merita di più. I cittadini meritano di vedere i loro sforzi riconosciuti e di vivere in una città amministrata con competenza, non con l’approssimazione a cui siamo stati abituati da quarant’anni. E soprattutto, meritano un territorio risanato, non sfruttato, e un’amministrazione capace di trasformare le sfide in opportunità.