Sabato scorso,
nell’ex sede del comitato elettorale di Michele Abbatticchio Sindaco, si è
svolta l’assemblea organizzata dal coordinamento cittadino di Sinistra
Ecologia e Libertà in previsione del nuovo “cantiere”, cui Nichi Vendoladarà avvio a Roma il prossimo 11 Maggio.
“Vuole essere
il rafforzamento di un progetto di sinistra, coinvolgendo da subito i territori
perché in campo c’è un’ipotesi politica”, esordisce immediatamente Rosanna Perillo, rivolgendosi agli
esponenti dei vari corpi direttivi di Partito Democratico, Partito
Socialista Italiano, Città Democratica, Movimento la Puglia per Vendola eRifondazione Comunista.
Il discorso cade su quell’elemento di alienazione che accomuna i presenti e che
tentano invano di rispecchiarsi in quel Governo Nazionale che ha appena visto
la luce, situazione che apre continuamente grandi varchi.
“Nel Paese vi è
un fermento o una critica che non conosce la mediazione culturale o mediatica,
muovendosi più che altro di pancia che per ragionamento politico mentre Sel
c’è, come forza di sinistra ed è opposizione e ciò può rappresentare un punto
di forza per chi intende cominciare a ricostruire una nuova egemonia culturale
in cui non esistono formule preconfezionate ma vede la politica come
contenitore onnicomprensivo, che non genera distinzioni”, conclude la Perillo.
“All’indomani
delle elezioni politiche nazionali – intervieneGano
Cataldo, neocoordinatore regionale – un risultato inequivocabile ha
lanciato un grido contro la politica mentre l’aspettativa che la
coalizione Italia Bene Comune potesse produrre un reale
cambiamento ha subito vari passaggi. Uno di questi era costituito dall’
elezione del Presidente della Repubblica:non vi era la volontà di macchiare di
rosso la prima carica dello Stato ma la volontà concreta di rinnovamento, sia
sul versante istituzionale che sociale. La maggioranza di Governo tiene dentro
tutto il suo contrario e non risulta essere un governo di scopo in uno stato di
emergenza ma che ha tutta l’intenzione di durare”.
Quell’adesione
al Governo di larghe intese ha rappresentato per molti uno schiaffo ai tre
milioni di elettori delle primarie, rimbombando appena dopo la rielezione di Giorgio
Napolitano nelle basi del Pd in tutta Italia, anche a Bitonto dove i Giovani
Democratici hanno rivendicato l’essenza vera del partito e giudicato
negativamente quella classe dirigente che resiste al cambiamento.
L’intenzione di Sel pare essere quella di tenere fede al suo elettorato e sente
la necessità di proporre la ricostruzione della sinistra in termini di
allargamento coniugando i vari nuclei territoriali all’esperienza di governo.
Riferendosi ai
partiti, Cataldo spiega: “Il percorso che intendiamo intraprendere è a
disposizione di tutti e di tutte coloro i quali vogliono realizzare uno spazio
vero creando nuove realtà che troveranno momenti di confronto e l’incontro di
questa sera auspica a questo passaggio”.
Nella
discussione interviene Vito Cazzato, membro del direttivo Pd,
sottolineando come la sinistra italiana è ben lontana dalla progettualità
politica delle sinistre europee, commentando che “la vera sfida non è
aderire ad un partito riformista europeo ma dare la possibilità ad una
partecipazione più larga e discutere nei nostri contenitori locali. Senza un
partito in cui operi la democrazia il filtraggio degli interessi individuali
non può avvenire”.
In risposta il
neo segretario regionale di Sel affronta quei temi di territorio comune come
ambiente, lavoro, reddito minimo garantito, diritti civili, tagli ai costi
della politica, tutela dei beni collettivi e della cultura.
In un certo
senso suddetti contenuti avevano rilanciato una sfida importante condivisa da
una parte non irrilevante della coalizione che fu di centro-sinistra e, menzionando
il M5S, che ha colpito nel segno, urlando alcuni di questi refrain,
afferma: “La forza che ha raccolto grande consenso non va vissuta, da
parte di tutti noi, con la superiorità di chi si è formato all’interno dei
partiti classici. Il motto di Sel ora è Fare la Cosa Giusta” vorrei
che questi ambiti di lavoro possano diventare per noi condivisi nella
mobilitazione e nella ricostruzione di quei soggetti dai quali
proveniamo”.
“Non è un problema di ingegneria politica (bisognerebbe inventarla una
nuova branca) ma chiedo a tutti voi di non vivere nella nostalgia di un passato
che non esiste più; abbiamo bisogno di vivere nel nostro tempo che a sua volta
necessita di quella buona politica che si è prodotta in questi anni; non c’è
più lo spazio per quella politica di professione o per quella fatta solo da
alcuni esperti che riescono a parlare in maniera quasi massonica tra di loro”, è
l’ultimo suo messaggio.