Quattro rate da pagare entro dicembre 2013, di cui tre
di importo pari all’importo Tarsu 2012 e la quarta aumentata di 0,30 € per
metro quadro.
Lo ha deciso ieri il consiglio comunale, chiamato a riunirsi per
discutere di Tares, acronimo di Tassa Rifiuti E Servizi, il tributo per la
gestione dei rifiuti, introdotto dal Governo Monti con il Decreto Legge 206/2011
(meglio noto come decreto salva italia) e convertito con Legge 214/2011.
La
Tares, ideata per sostituire la Tariffa di igiene ambientale (TIA) e la Tassa
per lo smaltimento dei rifiuti solidi urbani (TARSU), è entrata in vigore dallo
scorso gennaio, ma il pagamento della prima delle quattro rate, è slittato, per
un emendamento alla legge di stabilità, prima ad aprile e poi a luglio.
La prima tranche è da pagare entro il 31 luglio, mentre le altre
rispettivamente entro il 30 settembre, il 30 ottobre e il 31 dicembre.
Una ripartizione che non è piaciuta all’opposizione, che ha negato il proprio
consenso al momento dell’approvazione del punto all’ordine del giorno.
Il primo
a non convenire è stato Paolo Intini, che ha proposto di spostare le scadenze
fissate o diluire gli importi introducendo altre tranches, dato che “la legge lo consente”.
“Per molti cittadini, già gravati da una
situazione economica difficile, sarà difficile rispettare la scadenza del 31
luglio” ha fatto notare Intini, rimproverando la squadra di governo perché
“ci portiamo avanti questo provvedimento
da diversi mesi”, e invitandola a redigere un regolamento per disciplinare
la nuova imposta.
Dello stesso parere diversi consiglieri dell’opposizione. “Mi sembra che su molte questioni l’amministrazione non faccia altro che
inseguire i provvedimenti finanziari nazionali – ha continuato Francesco
Paolo Ricci (Pd) –. E’ vero che bisogna
attendere che il governo si pronunci sul mantenimento della Tares, ma è anche
vero che esistono le variazioni di bilancio. Approvare un regolamento
permetterebbe di sbloccare altre risorse per tematiche su cui la città attende
risposta”.
Dal Pd è intervenuto anche Franco Natilla, per invocare un maggior
coinvolgimento della minoranza, perchè “questo
nuovo onere andrà a gravare ulteriormente sulle tasche dei cittadini”.
Convinto di ciò anche Gaetano De Palma (Pd), convinto che “la Tares graverà molto sui cittadini e, in particolare sugli abitanti
delle frazioni, costretti a subire un impegno maggiore a causa di una raccolta
differenziata porta a porta organizzata in modo fallimentare”.
Dunque
l’invito del consigliere di Mariotto, a cui ha fatto eco Francesco Toscano
(Udc): “Incentiviamo la raccolta porta a
porta, unico modo per ridurre in futuro l’entità della tassa”.
Critico anche il centrodestra che, per voce di Domenico Damascelli (Pdl), non
ha condiviso l’urgenza con cui il consiglio è stato convocato: “E’ vero che le scadenze vanno comunicate
entro 30 giorni. Ma non è scritto da nessuna parte che la prima tranche si debba
pagare entro fine luglio”.
Da Damascelli anche l’invito alla regolamentazione, in modo da permettere alle
famiglie più in difficoltà di usufruire degli sgravi fiscali che la legge
prevede.
“A queste tasse corrisponda un vero
taglio agli sprechi e un monitoraggio della spesa pubblica – ha concluso
Damascelli –. Finora, da questo punto di
vista, non ho visto nulla”.
A tutte queste preoccupazioni ha risposto l’assessore al bilancio Michele
Daucelli: “Abbiamo cercato di calibrare
le varie scadenze per non accavallarle con le altre che ci saranno alla fine
dell’anno e non gravare eccessivamente sui cittadini. Prima del 31 agosto il
governo scioglierà le proprie riserve su Imu e Tares. Prima che ciò accada è
impossibile fare un bilancio e redigere un regolamento”.
Il provvedimento è stato infine approvato con i soli voti favorevoli della
maggioranza.
Bocciato l’emendamento di Paolo Intini, condiviso dalla minoranza,
di sospendere la discussione per individuare con la maggioranza strategie per
ripartire le rate.
Un esito che non è piaciuto all’opposizione, che tramite De
Palma, Farella, Damascelli e Intini, ha pesantemente criticato la “chiusura verso un emendamento non fazioso
che va nell’interesse dei meno abbienti. Una chiusura alle istanze dei
cittadini motivata dal solo fatto che la proposta viene dall’opposizione”.
“Cosa sarebbe cambiato introducendo nuove
rate? Non avrebbe fatto alcuna differenza e si sarebbero solo accavallate le
scadenze imposte dagli altri tributi” è stata l’immediata risposta di
Daucelli.
Le accuse della minoranza non sono andate giù neanche al sindaco che in tono
polemico e sarcastico ha redarguito: “Non
utilizzate il problema della disoccupazione per demonizzare il provvedimento.
Vi invito a trovare una proposta di ripartizione delle scadenze che risolva i
problemi dei disoccupati”.
Rinviato, infine, l’altro punto all’ordine del giorno, riguardante il contratto
di gestione dei servizi di riscossione delle imposte affidato alla Cerin.