Addio zona PIP. Ora la zona artigianale di Bitonto è ufficialmente APPEA (Area Produttiva Paesaggisticamente ed Ecologicamente Attrezzata).
La riconversione, tra gli obiettivi dell’amministrazione per Bitonto 2020, è stata approvata ieri dal Consiglio comunale.
Il progetto, elaborato dallo Studio APEC, con una spesa di 18mila euro, «ha visto coinvolti anche il comitato zona artigianale, assessori che si sono succeduti e la terza commissione. In partenza c’era stato anche un focus di approfondimento dell’Urban Center» ha ricordato la vicesindaco Rosa Calò.
«Voglio fare un apprezzamento per il lavoro fatto insieme, puntale e attentissimo della terza commissione che ha dedicato ore allo studio, approfondimento e suggerimento di emendamenti che hanno portato al progetto definitivo» ha continuato, spiegando che la gestione sarà in un primo momento curata dal settore Territorio, per poi essere affidata ad un consorzio privato o pubblico-privato.
Tutta l’assise si è dichiarata favorevole politicamente, meno però a livello tecnico. Tante sono state le perplessità infatti sollevate dall’opposizione.
Cosimo Bonasia (Iniziativa Democratica), in particolare, ha demitizzato il percorso con cui si è arrivati al piano, certo che, seguendo altre strade e consigli, si sarebbe potuto dare nuovo ossigeno alla Zona Artigianale prima e meglio.
Considerazione sottoscritta anche da Michele Daucelli (ID) e Carmela Rossiello (Forza Italia).
«A settembre 2018, il sindaco ha rinunciato a 15milioni di euro di fondi per l’agglomerato industriale Bitonto-Giovinazzo, che avrebbe significato più risorse» ha ricordato la forzista, sottolineando lo scarso impegno dell’amministrazione a livello urbanistico e le parole vuote contenute nel nuovo progetto.
«Avete individuato le zone ZES?» ha rincarato la Rossiello. «Si fanno grandi proclami che lanciano solo fumo negli occhi. In due mandati, questa amministrazione non ha fatto nulla per la zona artigianale, anzi l’ha affossata ancor di più. Vi dovreste vergognare. Avete permesso la chiusura di un sacco di aziende. L’APPEA è necessaria, ma richiederà tempo. I cittadini sappiano che passeranno anni prima che si arrivi alla ristrutturazione completa della zona».
A confermare l’idea della consigliera, anche il segretario generale Salvatore Bonasia che, rispondendo ai dubbi di Cosimo Bonasia, ha sottolineato come i vincoli sull’area saranno eliminati solo dopo Pianificazione Urbanistica.
«Ben venga l’APPEA, con la speranza che non richieda tempi lunghi, ma tentiamo di dare risposte immediate, contemporanee alla progettazione e poi pianificazione – ha proposto Emanuele Sannicandro (ID) –. Si proceda ad una delibera di consiglio per l’eliminazione dei vincoli eliminabili. Non inficerebbe sull’APPEA ma risolverebbe i problemi di alcuni artigiani».
La necessità dell’APPEA è stata sostenuta anche da Franco Scauro (PSI) che, proprio come i suoi colleghi di opposizione, ha messo da parte le perplessità, per votare il provvedimento.
La riconversione è stata infatti approvata all’unanimità.
Stessa sorte è toccata anche per l’approvazione dello schema d’accordo di valorizzazione dell’immobile “Villa Sylos” e del programma di valorizzazione. Tra le fila della minoranza, però, l’unica superstite era Carmela Rossiello che non ha trovato nessuna risposta alle richieste sugli effetti già riportati dalla riconversione dell’ex Contessa, dati di affluenza e attività realizzate.
Con l’uscita dall’aula della forzista, si apre il capitolo dei debiti fuori bilancio, approvati solo dalla maggioranza.