L’Associazione di Promozione Sociale “Io sono Mia”, in rete con altre associazioni locali e con il patrocinio del Comune di Bitonto, organizza domenica 23 novembre, in occasione della Giornata Internazionale per l’eliminazione della violenza contro le donne, “Una ogni tre”, un corteo silenzioso dedicato alle 132 vittime di femminicidio del 2014.
Una (donna) ogni tre (giorni) – spiegano gli organizzatori – viene uccisa per motivi legati alla sua identità di genere. Viene uccisa in quanto donna. E così, in questa maniera brutale e incivile, da gennaio 2014 ad oggi, già 132 donne sono morte.
Lo slow-mob (ribattezzato così perché richiede qualche minuto in più di riflessione e di osservazione) partirà alle ore 19 dalla Villa comunale, attraverserà Corso Vittorio Emanuele e giungerà in Piazza Cavour. Il corteo si chiuderà con un incontro. Quello tra un uomo e una donna, un carnefice e la sua vittima che si trasformerà in una simbolica richiesta di perdono da parte di tutti gli uomini. Un atto psicomagico collettivo, perchè – chiariscono i responsabili di “Io sono Mia” – il corteo si trasformi in un atto di cambiamento e non di semplice commemorazione.
La regia dell’evento è stata curata da Elisabetta Tonon. L’immagine estetica da Saverio Maggio e le coreografie da Natalizia Leccesedel Moving Dance Studio.
Le associazioni e le realtà locali che aderiscono all’iniziativa sono:Antiracket Bitonto, Una Teca per Tutti, Circolo Arci Bitonto, Auxilium-Sprar Bitonto, ASI LIS, DANCE’S Reign di Giusi Febbrile, Istituto Tecnico Commerciale “V. Giordano”, Liceo Classico-linguistico “C. Sylos”, Avon, Associazione Arcobaleno, Il Cenacolo dei Poeti, Rete della disabilità, Moving Dance Studio, Fattoria degli Artisti, Gruppo Yafe.
La vicesindaco del Comune di Bitonto, Rosa Calò, plaude all’iniziativa dell’associazione “Io sono Mia” rimarcando che “non è mai troppo sottolineare la necessità di lavorare e impegnarsi per la diffusione della cultura del rispetto, del confronto e della dignità delle persone, specie in questo periodo storico caratterizzato da una violenza che nel quotidiano tocca tutti gli ambiti e in particolar modo quello affettivo”.
“Giornate come quella in programma domenica a Bitonto – aggiunge Calò – devono sfuggire al rischio della episodicità e servire a rafforzare la consapevolezza sui devastanti effetti di relazioni affettive distorte, nelle quali l’amore è vissuto come possesso e non come libera espressione tra persone che si rispettano reciprocamente, sfociando in episodi di violenza, in particolare contro le donne. Un fenomeno, tra l’altro, odiosamente diffuso tra tutte le fasce sociali e culturali”.