Entusiasmante ed appassionante la presentazione del romanzo di formazione della prof. Irene Stolfa “Sotterra. Le avventure di Crocchia e Mezzobaffo” durante l’importante “Libri nel borgo antico” che, giunta alla decima edizione, con il patrocinio delle varie istituzioni nazionali e locali e la case editrici pugliesi, attira gli appassionati di lettura e scrittura, a Bisceglie e in altre città limitrofe.
Nel libro, edito dalla Progedit, ci si imbatte in una sorta di favola didascalico-allegorica che pare sia una riscrittura de “Il brutto anatroccolo “ma che, senza tradire l’etimologia del termine, racconta una storia in un palcoscenico polisemico in cui i personaggi subiscono una metamorfosi, in un ritmo serrato di vicende. Alle domande e alle provocazioni semantiche di Mario Sicolo, poliedrico uomo di cultura, che spazia dall’insegnamento al giornalismo, la scrittrice ha illustrato i tre livelli dell’io secondo la psicologia, materia del suo insegnamento. L ‘ io si compone di spirito, di coscienza dell’ io e di inconscio, tanto studiato da Freud. In Sotterra, mondo nascosto, sotterraneo tutto è all’ incontrario, si vuole tentare di dividere il bene dal male, ma non è possibile. Alter, il protagonista, un cigno che non sa di essere tale, conquista la sua identità attraverso un passaggio doloroso, attraverso il rapporto con gli altri. Gli unici due personaggi che rimangono fedeli a se stessi sono i due investigatori, Crocchia e Mezzobaffo che sono capaci di accettare la diversità e di trarne beneficio.
La favola non è altro che la rappresentazione della nostra vita quotidiana, in cui ognuno di noi frantuma la sua personalità quasi incapace di riconoscere se stesso nelle varie maschere che indossa. Nella alterità e nella diversità si cresce, si cerca la propria vera identità. L ‘ausilio dell’altro diventa fondamentale e quindi l ‘amicizia e la solidarietà rimangono valori fondamentali. Anche il desiderio di conoscenza può essere fonte di dolore ma il suo valore, come discoprimento del vero, deve rimanere assoluto.
Serve tornare un po’ bambini per rimettere in discussione se stessi e il complicato mondo che ci circonda: la favola di “Sotterra “ esplica egregiamente questo compito: farci tornare nella favola per riflettere sul presente.