Venerdì 13 maggio, presso lo stand della Regione Puglia, nel padiglione n. 3 del Salone internazionale del libro di Torino, sarà presentata ufficialmente l’opera del bitontino Alessandro Robles, “Ardite nostalgie“, edita dalla decennale Secop di Corato. La prima pubblicazione in prosa dell’autore raccoglie 30 brevi racconti.
A coordinare l’incontro, che prevede la partecipazione dell’editore bitontino Peppino Piacente, ci sarà Raffaella Leone.
Quest’anno la Puglia è “regione ospite” al Salone di Torino e i suoi esponenti verranno accolti presso il principale spazio della manifestazione.
Ci sono cose che, come sensazioni, si fermano in un intervallo che resta solo nella memoria di chi l’ha vissuto.
La nostalgia non è una dimensione ben definita, ma si trasforma in molteplici immagini che vivono nelle riserve dell’anima.
L’oggetto del ripasso, in una condizione accorata e compiaciuta, è un modo di fare e di vedere appartenuto al passato in quanto epoca con definiti limiti e infiniti sogni.
Ma questo passato ritorna perché la nostalgia non è solo uno struggimento per qualcosa che non c’è più, bensì l’espressione di una necessità onirica che può ancora “rivalersi” sulle privazioni che i tempi, cambiando, impongono.
Questa raccolta di racconti è un punto di vista sui giorni che viviamo, un affaccio sulla transizione temporale che corre indifferente lungo una connessione digitale.
La sofferenza prodotta dal mancato ritorno in un luogo o dall’impossibilità di rivivere una situazione sociale se non come attività di facciata, diventano eco di un ricordo, un ripetere al cuore l’importanza di sentire e, quindi, essere.
Le nostalgie suonano “ardite” ma non per questo generano rimpianti.
Nulla è perduto.
Nella selezione naturale che l’anima porta avanti, emerge la necessità di sottolineare il senso di una appartenenza a cose ed eventi che lasciano una traccia luminosa nella vicenda esistenziale di ognuno di noi.
Il recupero di accadimenti al confine fra realtà e finzione, storia raccontata e visione metafisica, mira a comprendere la direzione di un cammino sempre più confuso, nonché le potenzialità di una umanità disumanizzata che, tuttavia, non ha ancora perso il filo delle emozioni.
Quello che l’autore ha cercato di fare è stato creare un continuum tra passato e presente, autentico filo conduttore di tutti i suoi racconti.
«I racconti partono da ricordi di oggetti – ci ha raccontato -, ricostruzioni di situazioni in un viaggio nella memoria che in buona parte attinge al mio universo immaginale. Non ho inteso effettuare una mera elencazione di cose o modi di fare in disuso, bensì ho cercato di cogliere un nesso fra passato e presente codificando i riflessi che l’inevitabile cambiamento ha prodotto sulla mia anima come su quella del mondo».
E ancora: «Le nostalgie sono “ardite” non solo perché si riferiscono a trascorse e, quindi, per una serie di motivi, ormai inattuabili, ma anche perché oggi è diverso il modo di porsi di fronte alla vita. Tuttavia, non intendo chiudermi in un’analisi passiva, ma spero di riuscire a gettare un ponte, cogliere una luce, perché i capisaldi dell’esistenza non sbiadiscano come le immagini dei nostri avi».
«Essere fra gli autori del Salone internazionale del libro di Torino –ha concluso-, è una grande emozione ed è un’occasione unica per presentare il mio primo lavoro di prosa. Per questo motivo, il mio sincero ringraziamento va alla casa editrice Secop di Corato. Col prezioso sostegno di Peppino Piacente e del suo staff, posso affacciarmi al mercato editoriale con un progetto nuovo. Inoltre, devo ringraziare Mario Sicolo per l’impeccabile prefazione ed Enzo Morelli per avermi concesso una sua opera da pubblicare in copertina: l’ulivo simbolo della nostra Puglia».
L’identikit dell’autore
Alessandro Robles è architetto, giornalista, cantautore. Ama viaggiare, ma vive fra le Murge e il mare della sua Puglia. Ha pubblicato le raccolte di poesie Ostinata luce (2003) e L’incanto del tempo (Besa 2009), e il libro-cd Cercatori di sassi, un diario di canzoni e annotazioni (Zona 2013).
Nell’estate del 2010 è uscito il singolo Mediterranea terra, edito dall’associazione Fonopoli di Roma per il concorso Io e l’altro, con l’introduzione di Vincenzo Incenzo e la supervisione di Renato Zero.
Le sue opere sono state premiate e segnalate a concorsi di letteratura e canzone d’autore e sono presenti in compilation, antologie e siti internet.