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Home » “Symbolica. L’impronta del tempo”. L’artista di fama internazionale Gerardo Gerardi espone a Mariarte

“Symbolica. L’impronta del tempo”. L’artista di fama internazionale Gerardo Gerardi espone a Mariarte

La mostra personale di arte polimaterica e contemporanea è visitabile nella Casa delle arti di Bitonto fino al 16 febbraio, dal lunedì al sabato (dalle ore 10 alle 12, dalle 18 alle 20)

Lucia Maggio by Lucia Maggio
4 Febbraio 2024
in Cultura e Spettacolo
“Symbolica. L’impronta del tempo”. L’artista di fama internazionale Gerardo Gerardi espone a Mariarte
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Mariarte ospita fino al 16 febbraio quindici opere di un grande artista di origini foggiane, attualmente residente a Como, e dalla fama internazionale: Gerardo Gerardi. È possibile ammirare le sue tele dal lunedì al sabato, dalle ore 10 alle 12 e dalle 18 alle 20. Si tratta di “Symbolica. L’impronta del tempo”, la personale d’arte di Gerardi inaugurata lo scorso venerdì, presentata da Maria Cucinella, presidente della Casa delle Arti di Bitonto, e relazionata da Vito De Vanna, dottore in Scienze dei beni culturali.  È stata così inaugurata la stagione degli eventi del 2024 di Mariarte.

Colpisce la polimaterica e misteriosa interiorità del pittore che risalta tra le varie tonalità di colori utilizzati, prevalentemente rosso, nero e verde, i segni che sembrano riprendere i graffiti delle grotte e i simboli come le croci o le lettere e i numeri. Le sue tele sembrano volere comunicare una storia di dolore, paura della morte, rabbia e rinascita che l’arte può donare. Lo spettatore ne segue la trama attraverso le impronte del tempo dell’artista che prende vita negli occhi di una grande creatura misteriosa e nera, dietro cui si nasconde la sua antitesi bianca. La stessa sembra quasi viaggiare attraverso le tele facendo luce sui cambiamenti che sono stati essenza di vita, la linfa che ha permesso all’artista di essere resiliente alle avversità, al dolore e alle paure e poter assaporare la bellezza del suo reale. Di chiavi di lettura dell’arte contemporanea di Gerardi ce ne possono essere infinite. Tra queste, il mistero, il purpureo moto della rabbia per rinascere, conoscenza del sé e linguaggio polimaterico. Per Cucinella, invece, tre aggettivi possono avvicinare lo spettatore all’artista: «informale, segnico e materico». E ancora, per De Vanna: «arte d’effetto, premurosa e consapevole» comunicata attraverso la materia. È questo, dunque, l’elemento che accomuna le diverse prospettive. Tra i materiali utilizzati, «malte, carta, legno, metallo, pietra e argilla combinate a tracce, segni e campiture policrome -ha sottolineato De Vanna -, in questa esposizione le opere sono state eseguite per lo più su tela di vario formato alcune con applicazioni tessili, altre con stesure cementizie a volte a rilievo ed incise con strumenti a punta, ricche di segni grafici ed impasti con colore e sabbia». Nelle sue opere, «troviamo tracce del mondo contadino – ha detto Cucinella-, quello da cui Gerardi proviene, la porta, la sedia e la testata del letto, consunti dagli anni e dall’uso». Sono avvolte dal mistero e «dalla magia dovuta anche al colore macerato, ruvido, non naturalisticamente allusivo che dà fascino ai suoi lavori. Appare originale con singolare accento non occidentale -ha concluso la presidente di Mariarte-, ma forse anche qui gioca la sua matrice pugliese dove lo spirito orientale si espanse lungamente e dominò lasciando tracce tutt’altro che effimere».  

Notizie biografiche dell’artista

Gerardi Gerardo, all’anagrafe Circiello Gerardo, è nato a Foggia nel 1942 e attualmente residente a Como. È un noto pittore, docente di pittura nelle Accademie delle belle arti di Reggio Calabria, Bologna, Bari, Foggia. Ha fatto gli studi tecnici a Foggia e si è poi diplomato al Liceo artistico di Milano, dove ha completato gli studi presso l’Accademia di belle arti avendo come maestri Raffaele De Grada, Domenico Cantatore e Luigi Veronesi.

Ha girato il mondo con la sua arte, dall’Inghilterra al Giappone senza mai dimenticare la sua terra natia. In quanto alla sua formazione, in Inghilterra ha frequentato un corso di perfezionamento alla Technical School of Art di Torquay. Ha esordito nel 1961 con una personale tenuta presso il Pronao della Villa comunale di Foggia. Durante il suo soggiorno inglese, dal 1965 al 1966, ha organizzato due mostre personali. È seguita una personale allestita nel 1969 in Svezia.

Ha conosciuto molti artisti, specie a Milano dove si è stabilito dal 1970. Tra i più grandi nomi, Fiume, Morlotti e Castellani. Nel 1975 Raffaele De Grada ha introdotto una sua personale a Gallarate. Nel 1977 ha ricevuto il “Premio Sironi”, ma non è stato l’unico. Si ricorda il “Città di Imperia – De Amicis” ottenuto nel 1979.

Ha esposto anche presso la Galleria Civica d’Arte moderna di Ferrara, presso Palazzo dei Diamanti, “I caratteri del quotidiano, opere plurimateriche” nel 1983 in occasione dei venticinque anni della sua attività. Va menzionata anche la mostra tenuta due anni dopo a Milano, presso Palazzo Dugnani, “Simboli e segni del Gargano”, con testi in catalogo di Sabino Acquaviva, Carmine Benincasa, Rossana Bossaglia, Luciano Caramel, Rino Pensato, Franco Solmi. Risale al 1987 il percorso artistico notturno “Peschici città delle 16 porte”, con catalogo Electa. La mostra è stata curata da Enrico Crispolti e Massimo Bignardi, mentre Gaetano Cristino ha firmato i testi dell’audiovisivo che hanno accompagnato il percorso.

È stato protagonista di mostre itineranti, una nel 1991 curata da Pierre Restany, Rossana Bossaglia, Carmine Benincasa, Gaetano Cristino e Massimo Bignardi. Si tratta di “Un grido senza suono”, con catalogo Mondadori. Altra rassegna itinerante per sette musei (2001-2004) è quella organizzata in occasione del quarantesimo anniversario artistico: “Sentire l’immagine, opere dal 1960 al 2000”, con catalogo Electa prefato da Luciano Caramel.

 

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