Un altro fiore sboccia sulla punta del ramo più smeraldino che ci sia dell’albero genealogico nomato “Ferrovecchio“. La giovane erede di una eccelsa dinastia di poeti contadini – non v’è spregio affatto nell’aggettivo, ma lodevole connotazione di ispirazione e tradizione-, la studentessa Giada Anna Benedetto, nei giorni scorsi, si è laureata presso l’Università degli Studi di Torino, Dipartimento Lingue e Letterature straniere e Culture moderne, in Scienze della mediazione linguistica con una tesi in Linguistica italiana dal titolo significativo “Ma u dialètte vetendòise se parle angòre? – indagine sociolinguistica sul dialetto bitontino“.
L’allieva dell’ateneo torinese ha fatto dono d’una copia del suo interessante lavoro alla Biblioteca comunale “Eustachio Rogadeo”, con una sobria cerimonia presso la Sala degli Specchi, durante la quale ha ricevuto i più sinceri complimenti dal sindaco Francesco Paolo Ricci.
L’allieva così ha spiegato il suo nobile gesto: “Ho deciso di donare una copia cartacea della tesi alla biblioteca comunale ‘Eustachio Rogadeo’ di Bitonto, affinché tutti coloro che hanno a cuore e che sono interessati al dialetto bitontino e alla propria cultura possano avere l’opportunità di leggere e di informarsi su com’è percepito il dialetto oggi“.
Profonda è la sua riconoscenza: “Inoltre, ho voluto ringraziare, in questo modo, tutti coloro che hanno reso possibile la mia ricerca tesi, rispondendo attivamente al questionario sociolinguistico“.
E allora, se il passato è il respiro del presente, nell’anima della splendida Giada soffia il sentire di nonno Domenico, nel segno di una lingua che canta la storia verace di una comunità.